Nella lista figurano anche attivisti cinesi e di Hong Kong a favore della democrazia
Sono 305 le candidature ricevute per il Premio Nobel per la Pace di quest’anno. Le candidature sono suddivise tra 212 individui e 93 organizzazioni, come spiega il sito web dell’istituto di Oslo. Come l’anno scorso, molti dei candidati noti sono legati alla guerra in Ucraina: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il suo omologo turco Tayyip Erdogan, il capo della Nato Jens Stoltenberg e un gruppo di lavoro ucraino che lavora per istituire un tribunale internazionale per i crimini di guerra. Nella lista figurano anche russi critici nei confronti del presidente Vladimir Putin: l’oppositore Alexei Navalny, il giornalista Vladimir Kara-Mourza e il movimento giovanile pro-democrazia Vesna. Altri nomi che si ritiene siano sulla lista sono due giovani attiviste per il clima, la svedese Greta Thunberg e l’ugandese Vanessa Nakate, l’attivista femminista iraniana Masih Alinejad e il suo movimento anti-hijab My Stealthy Freedom, e l’Esercito della Salvezza.
Gli altri nomi: attivisti in prima linea
Nella lista figurano anche attivisti cinesi e di Hong Kong a favore della democrazia (Chow Hang-tung, Peng Lifa, il gruppo Uighur Tribunal), l’ambasciatore delle Nazioni Unite in Birmania Kyaw Moe Tun (licenziato dalla giunta ma ancora in carica) e la coalizione antigiunta NUCC, e l’umanitaria egiziana Maggie Gobran. L’anno scorso, il Premio Nobel per la Pace è stato assegnato a un trio altamente simbolico composto dalla Ong russa Memorial – il cui scioglimento è stato ordinato dalla magistratura russa – dal Centro ucraino per le libertà civili e dall’attivista bielorusso imprigionato Ales Bialiatski.
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