Giovanni Scifoni: “Che dio ci aiuti non è un Don Matteo al femminile”

Giovanni Scifoni, da quest'anno, è entrato a far parte del cast di Che dio ci aiuti ed interpreta il ruolo di Lorenzo, ha spiegato che è entusiasta di questo nuovo ruolo e che, però, il successo è sempre passeggero e quindi non bisogna montarsi la testa

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Giovanni Scifoni da quest’anno è entrato a far parte del cast di Che dio ci aiuti. L’attore interpreta Lorenzo, uno psicoterapeuta rimasto vedovo con due figli, che si deve occupare della casa famiglia che prima gestiva sua moglie. Per lui è davvero difficile iniziare dopo il periodo turbolento e, inevitabilmente, avrà delle mancanze, soprattutto nei confronti dei figli. In suo soccorso arriverà Azzurra che questa volta, senza l’aiuto di suor Angela, dovrà essere lei “l’adulta della situazione”.

La trama di quest’anno sconvolge quelle degli anni precedenti. I telespettatori per sette stagioni sono stati abituati a suor Angela (Elena Sofia Ricci) che risolveva qualsiasi problema e indirizzava Azzurra (Francesca Chillemi) sempre verso la strada giusta.

Adesso qualcosa è cambiato, perché suor Angela non c’è più e la giovane dovrà affrontare grandi responsabilità. Tra la Chillemi e Scifoni c’è alchimia e si vede anche nel set, la coppia funziona, seppur non è auspicabile una storia d’amore tra i due.

Giovanni Scifoni: “Non ci vuole niente ad essere dimenticati”

In un’intervista a Repubblica Giovanni Scifoni nega che Che dio ci aiuti possa essere considerato un Don Matteo al femminile:A me questa serie piace molto perché è consolatoria, un termine che i critici usano in senso dispregiativo, ma io no. Perché cosa c’è di meglio che consolare chi ti vede? È bellissimo consolare, dare pacche sulle spalle, mettere una copertina calda intorno ai piedi. Ogni titolo ha una sua utilità, Che Dio ci aiuti ha questa utilità: fa star bene“.

Lorenzo e Azzurra in Che dio ci aiuti
Giovanni Scifoni in Che dio ci aiuti con Francesca Chillemi

E a proposito del suo personaggio ha detto: “È un uomo che ha perso la capacità di ridere, poco simpatico, da quando gli è morta la moglie un anno fa non si è dato proprio più la possibilità di essere felice. Ha solo un’ossessione: portare avanti il lascito della moglie e cioè non far chiudere questa casa famiglia, ma è la persona meno adatta a gestirla perché lì c’è bisogno di amore, di calore mentre il suo cuore è un limone spremuto, è solo emergenze e bollette da pagare. Però poi arriva la mitica Suor Azzurra nella vita di quest’uomo e tutto si rivoluziona“.

Poi ha parlato del successo ed ha detto: “Il successo è qualcosa di strano e la percezione del successo ancora di più. Quando si entra nelle case delle persone si pensa appunto di essere famosi, popolari ma poi invece arriva sempre una lezione che smonta la propria vana gloria“.

E a proposito di se stesso ha fatto un esempio molto simpatico: “Un esempio è il mio portiere che ogni volta che sono passate due settimane dalla fine della messa in onda di una di queste serie popolari mi incontra e mi dice ‘Ao ma a te non te fanno più lavora’, sei sparito, non fai più niente?’. Tutto è effimero e tutto è aleatorio e non bisogna dimenticarselo mai”.

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