Ad inizio estate, uccelli come il merlo, la capinera e il cardellino decidono di migrare altrove per nidificare e favorire la crescita dei piccoli. Ma nel cuore della stagione più calda 2023, c’è stato un uccellino a cui è stata imposta la pensione forzata: quello di Twitter, social diventato X per volere del suo proprietario Elon Musk.
Il cambio di denominazione ha fatto storcere il naso ai fedelissimi del mondo Twitter, autori giornalieri di pensieri dal numero limitato di caratteri, che evolvono in dibattiti e guidano l’agenda delle priorità degli utenti che li leggono. Insieme al nome, una vera e propria X, Elon Musk ha modificato anche i termini più comuni: i Like diventano LiXe, i Retweet ora sono Reposts e i Tweets – ormai di uso comune – prenderanno presto il nome di X’s.
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La voce del cambiamento, dunque, ha investito uno degli aggregatori più potenti al mondo e mentre l’utenza si divide tra i pro Elon Musk e quelli che pensano che il volto di SpaceX abbia “rotto” Twitter, la parte di popolazione attenta alle dinamiche social si sofferma sul quesito più semplice: perché?
Twitter diventa X: le prime mosse di Elon Musk
L’odore di cambiamento si era già avvertito lo scorso primo luglio, quando Elon Musk aveva fatto sapere che ogni utente Twitter avrebbe iniziato a visualizzare 6000 post al giorno se verificato, 600 se non in possesso della famosa spunta blu e 400 se neofita e non in possesso della stessa certificazione. Una prima rivoluzione-restrizione nel social con meno catene al mondo, che forse secondo il magnate Tesla aveva bisogno di una regolamentazione più rigida.
Non basta solo la sua volontà, però, a spiegare le motivazioni del cambio pelle di Twitter in X: risulta infatti improbabile che la mutazione sia figlia soltanto di un capriccio del capo, mentre è più naturale – si fa per dire – addentrarsi nel suo passato e capire la mossa a livello commerciale.
Elon Musk e la passione per la X
La storia di Twitter si intreccia dunque con una delle prime azioni mosse da Elon Musk nella sua vita, nel 1999. Allora, l’imprenditore sudafricano acquistò il dominio X.com per fondare una delle prime banche online, divenuta poi PayPal: oggi, scrivendo tale stringa sulla barra di ricerca Google, si viene reindirizzati a Twitter.
Inoltre, Musk aveva provato la stessa mossa con la Tesla che, in caso di approvazione del CdA di allora, avrebbe preso proprio il nome di X. Novità che è riuscito ad imporre, seppur lievemente, in Space X, trasformando poi la devozione per l'”incognita” in candida ossessione, con il nome del suo ultimo figlio X Æ A-12.
La variabile sconosciuta
In sostanza, Elon Musk non ha “rotto” Twitter: l’ha semplicemente omologato al suo modo di pensare, alla rete commerciale creata su una delle lettere più comuni digitate ed utilizzate dall’uomo, alla “variabile sconosciuta” esplicitata da sua moglie Grimes per spiegare l’inusuale scelta del consorte.
Una decisione che, come quella di ogni imprenditore sul pianeta Terra, divide l’opinione pubblica tra chi pensa a Musk come visionario e chi come ricco-capriccioso. Di sicuro, l‘uomo della X non lascia indifferenti e promette nuove sorprese, come si evince da una delle sue ultime uscite: “Il concetto di tweet va ripensato”. Così come l’approccio al decision making di Elon a cui, di sicuro (?), prima o poi faremo tutti l’abitudine.
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