È il più grande investimento di sempre per un’azienda tecnologica privata quello in programma da SoftBak a favore di OpenAI, il laboratorio di ricerca sull’intelligenza artificiale e sviluppatrice di CahtGPT. Il nuovo round finanziario ammonta a 40 miliardi di dollari e farà salire il valore dell’azienda non-profit a 300 miliardi di dollari post-money.
L’ultima valutazione, risalente ad ottobre scorso, si era fermata a 157 miliardi.
L’investitore principale sarà SoftBank, holding giapponese che controlla e investe in società tecnologiche si impegnerà a versare i 40 miliardi entro la fine dell’anno: 10 miliardi di dollari a metà aprile e altri 30 miliardi di dollari a dicembre. Al sostegno finanziario però non parteciperà solo la holding giapponese ma altre aziende tra cui Microsoft, Coatue Management, Altimeter Capital, e Thrive Capital.
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Secondo quanto riportato da Bloomberg, “SoftBank investirà immediatamente in OpenAI 7,5 miliardi di dollari insieme a 2,5 miliardi di dollari provenienti da un consorzio di investitori”. I 30 miliardi rimanenti dovrebbero arrivare entro la fine dell’anno, solo a patto che OpenAI diventi un’azienda for-profit. I sostegni finanziari raccolti saranno sfruttati per far progredire la ricerca sull’intelligenza artificiale, espandere l’infrastruttura computazionale e migliorare i suoi strumenti.
“Ci consente di spingere ulteriormente i confini della ricerca sull’intelligenza artificiale, scalare la nostra infrastruttura di elaborazione e fornire strumenti sempre più potenti per i 500 milioni di persone che utilizzano ChatGPT ogni settimana”, dichiara il sito ufficiale di OpenAI. “Il loro supporto ci aiuterà a continuare a costruire sistemi di intelligenza artificiale che guidano la scoperta scientifica, consentono un’istruzione personalizzata, migliorano la creatività umana e aprono la strada verso un’intelligenza artificiale globale che avvantaggia tutta l’umanità”, continua.
Grazie a questi investimenti, OpenAI prevede di triplicare i suoi ricavi quest’anno, raggiungendo i 12,7 miliardi di dollari, e più che raddoppiarli l’anno prossimo, arrivando a 29,4 miliardi di dollari. Il passaggio di OpenAI da non-profit a for-profit è essenziale per capire in che direzione andrà lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Lo stesso Sam Altman, CEO di OpenAI, ha sottolineato svariate volte il potenziale ipoteticamente distruttivo dell’intelligenza artificiale. “È un bene che le persone abbiano paura”, ha dichiarato al World Economic Forum di Davos l’anno scorso. Altman riconosce “la necessità di mitigare i rischi di conseguenze negative del loro uso sui diritti umani, sulla democrazia e sullo stato di diritto”.
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