Lettera da una sconosciuta al Teatro di Villa Lazzaroni

Lo spettacolo, Lettera da una sconosciuta, in scena al Teatro di Villa Lazzaroni, è il racconto dell'amore assoluto di una donna nei confronti di uno scrittore viennese. La lettera è il tentativo disperato di comunicare non solo il suo amore, quanto la volontà di affermare la sua esistenza. L’aspetto più profondo del racconto è la totale solitudine che circonda la donna, immersa nel silenzio dell’invisibilità

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Lettera da una sconosciuta sarà al Teatro di Villa Lazzaroni l’11 ed il 12 aprile.

Lo spettacolo di Stefan Zweig, è diretto da Angela Bandini e vedrà in scena Stefania Barca. La voce registrata è di Edoardo Siravo, le scene ed i costumi di Annalisa Di Piero, le musiche di Davide Cavuti.

Lettera da una sconosciuta è la dichiarazione di un amore assoluto

Vienna 1922. Un affascinante scrittore viennese, di ritorno da una vacanza, nel giorno del suo compleanno, trova, tra le altre, una lettera con una strana intestazione: “a te, che mai mi hai conosciuta”. Dapprima incuriosito, poi via via più perplesso, ma anche affascinato inizia a leggere e scopre l’amore assoluto di una donna nei suoi confronti, che la sta portando alla morte.

La donna racconta, in prima persona, accanto al letto del suo bambino morto, la nascita e lo sviluppo di questo sentimento nei suoi confronti. Bambina di tredici anni, vede arrivare, un giorno, in un modesto condominio di Vienna, questo signore affascinante, da cui si sente immediatamente attratta.

Prima di lui sono arrivati i suoi libri, i suoi quadri, le sue statue, i suoi mobili che hanno rivelato ai suoi occhi di adolescente, un mondo sconosciuto, raffinato, che mai le è appartenuto.

Da questo momento in poi, la bambina dedica ogni istante della sua vita a spiare i movimenti dell’uomo, ad ascoltare le voci che provengono dal suo appartamento, senza ricevere nulla dall’uomo, se non sguardi distratti e un tiepido sorriso. Costretta, per vicende familiari, ad allontanarsi da Vienna, vivrà con l’angoscia e il sogno di tornare.

Finalmente torna e questa volta gli appostamenti notturni, consumati nelle notti gelide, ottengono il riconoscimento sperato. L’uomo la nota e, conquistato dalla sua grazia, trascorre con lei tre notti d’amore. Il risultato sarà un bambino, la cui esistenza sarà celata all’uomo. Diventerà una mantenuta per provvedere a lui.

Torneranno a trascorre, dopo qualche tempo, un’altra notte insieme, senza che l’uomo si ricordi minimamente del loro precedente incontro. Infine il bambino si ammala e muore e lei è sul punto di seguirlo. Solo a questo punto decide di raccontare all’uomo, in una lettera, questo amore estremo. Tale lettera verrà spedita da lei e quindi letta da lui, solo dopo la sua morte.

La lettera è la volontà di affermare l’esistenza della donna

La lettera è il tentativo disperato di comunicare non solo il suo amore, quanto la volontà di affermare la sua esistenza. È il grido di chi non è mai stato riconosciuto in vita e che desidera essere riconosciuta, almeno da morta.

L’aspetto però più profondo del racconto è la totale solitudine che la circonda. Questa donna è immersa nel silenzio dell’invisibilità. Invisibile anche a se stessa, non solo all’uomo.

La donna, come lo scrittore, è una foglia al vento in balia dei venti

Non è paradossale pensare che questa protagonista, altro non sia che un doppio dello stesso Zweig. Lo scrittore nato e vissuto nel mondo colto, cosmopolita, brillante, libero, che fu l’Austria del primo Novecento, vede esplodere tale mondo nelle macerie della prima guerra mondiale. L’ascesa del nazismo lo condanna all’allontanamento definitivo da quel mito, e alla programmazione lucida del suicidio: “Sono in giro per il mondo come una foglia al vento, o una nave in balia dei venti.”

La protagonista è anch’essa una foglia al vento, in balia dei venti e cerca disperatamente di ancorarsi, inventando una storia d’amore totale, pura, un mito perfetto ed eterno. L’uomo, nella sua eleganza, bellezza, perfezione altro non è che l’incarnazione di questo mito.

Le note di Angela Bandini, regista dello spettacolo

È la donna” spiega la regista Angela Bandini “a raccontare in prima persona la genesi e lo sviluppo di questo amore. È lei che srotola le fasi di questo percorso. Ritengo necessaria per la dialettica drammaturgica e teatrale, la presenza maschile, affidata ad una voce registrata. La voce maschile apre lo spettacolo, quasi che iniziando a leggere la lettera, in qualche modo, metta in scena la storia. Ci sono altri momenti in cui interverrà tale voce maschile. A volte vissuta come proiezione fantastica della donna, o come ricordo. Nel suo delirio amoroso è come se per lei fosse presente. Un fantasma, a tratti quasi tangibile, che prende corpo, dalle sue parole e dalle sue emozioni.”

Teatro di Villa Lazzaroni

Via Appia Nuova, 522 – Via Tommaso Fortifiocca, 71 (parcheggio gratuito) – 00181 Roma

Orario spettacolo

venerdì 11 aprile ore 21:00

sabato 12 aprile ore 21:00

Info e prenotazioni

+39 392 4406597 – info@teatrovillalazzaroni.com  

www.teatrovillalazzaroni.com

Link acquisto bigliettihttps://www.i-ticket.it/location/teatro-di-villa-lazzaroni-roma

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