Sinner batte Paul, sogno americano agli US Open: con Medvedev finale anticipata

Prova di forza e lucidità di Jannik Sinner, che batte Paul negli ottavi di finale dello US Open: il sogno americano dell'altoatesino continua, ed ora all'orizzonte la sfida contro Medvedev che sa di finale anticipata

Lorenzo Zucchiatti
6 Min di lettura

Un concetto quello dell’American Dream permeato tanto negli estimatori del paese a stelle strisce quanto negli abitanti stessi, fondato sulla speranza che il duro lavoro, la determinazione, la dedizione e il coraggio potessero portare ad una nuova vita, migliore per se e i propri cari. Il sogno americano è stato d’ispirazione per tanti coloni europei, anche italiani, in cerca di fortune nel Nuovo Mondo a cavallo tra XIX e XX secolo, e chissà che anche Jannik Sinner possa realizzare il suo.

E in effetti immagini quali determinazione, serietà, audacia e chi più ne ha più ne metta, sono caratterizzano in maniera forte la personalità dell’altoatesino che, mentre l’Italia giaceva addormentata fra due comodi guanciali, ha archiviato la pratica Tommy Paul nella notte, guadagnandosi i quarti di finale degli US Open.

Qualcosa di non banale, se si considera il periodo difficile da cui veniva Sinner e il fatto che risulta l’unico tennista ad essere riuscito a raggiungere i quarti di tutti e quattro gli Slam stagionali. L’appetito vien mangiando però, e in un tabellone privo delle punte di diamante Alcaraz e Djokovic, il numero uno al mondo ha un’occasione troppo ghiotta per essere sprecata. La prossima sfida a Medvedev sa di finale anticipata.

Il match contro Paul: Sinner ad intermittenza

Ci si aspettava una prova decisamente diversa e più difficile rispetto ai turni precedenti, contro un Paul testa di serie numero 14, e così è stato. Il successo è arrivato sì in 3 set, dopo 2h42′ di gioco, ma sono serviti ben due tie-break a Sinner per portarsi sul doppio vantaggio, per poi chiudere con un secco 6-1 al terzo. Ciò che continua a preoccupare un po’ è uno Jannik ad intermittenza, qualcosa di già visto in questi US Open.

Proprio come nel primo turno, partenza difficile per il 23enne, breakato ben due volte dallo statunitense, che si porta sull’1-4. Primo set che sembra compromesso, ma non è di certo d’accordo un Sinner che reagisce alla grande con la sua solita calma glaciale, risponde riprendendosi i due servizi persi e si porta sul 5-4. Al tie-break l’italiano alza il livello e se lo aggiudica con il punteggio di 7-3.

Paul non si lascia però abbattere e mostra tutte le sue intenzioni di rendere dura la vita al numero 1 al mondo. Nel secondo set, rispetto al primo, domina il servizio ed un gioco lineare da parte di entrambi. Solo una palla break, per Jannik, e partita che scivola via verso un nuovo tie-break. Statunitense che gioca bene e si porta anche sul 4-5, ma nei momenti decisiva Sinner è come sempre impeccabile (14 tie break vinti degli ultimi 15 giocati) e vince 7-5. Paul accusa il colpo e viene schiantato nel terzo set, che finisce 6-1.

Ora Medvedev

Consapevolezza per Sinner, nel bene e nel male: da un lato quella che sta piano piano tornando la fiducia di un tempo, nei colpi decisivi quanto nella gestione delle gare; dall’altro quella che il gioco può essere migliorato, visto un 49% di prime palle al servizio e più errori (33) che vincenti (29). Ciò che è stato fatto con Paul potrebbe non bastare con Daniil Medvedev, numero 5 al mondo, che ha archiviato facilmente la pratica Nuno Borges e sarà il prossimo avversario.

Sono già 12 i precedenti tra i due tennisti, con un saldo che vede il russo in vantaggio 7-5. Nell’ultimo confronto, poco tempo fa, sull’erba di Wimbledon, Sinner si è dovuto arrendere, dopo che lo aveva battuto nei 5 confronti antecedenti, compresa la finale dell’Australian Open. Come detto, una sorta di finale anticipata; perché? Dall’altra parte del tabellone si sfideranno il britannico Jack Drapper (25) e l’australiano Alex De Minaur (10), e dunque l’occasione è ghiotta per entrambi.

Medvedev e Sinner
Medvedev e Sinner

Riscatto Sinner: lo US Open per scacciare le critiche

Non è il miglior Sinner visto quello che si sta comunque destreggiando bene in questo US Open, quello dominante dell’Australian Open o che trascinava la Nazionale italiana alla vittoria della Coppa Davis dopo 47 anni dall’ultima volta. La fiducia però sta crescendo match dopo match, e nell’aria si respira grande voglia di riscatto dopo le critiche dell’ultimo periodo.

Prima le Olimpiadi saltate per la tonsillite, che avevano scatenato l’ira dei più scettici, convinti che fosse una scusa per non sprecare energie in vista degli ultimi tornei estivi. Poi il caso doping di Indian Wells, prontamente spiegato e risolto dal suo staff, che ha diviso il mondo del tennis, da un Kyrgios e una Helap che si sono scagliati contro Sinner ad un Nadal che invece ha preso le sue difese, tanto per citarne alcuni.

Ciò di cui l’altoatesino è però consapevole è non solo la sua buona fede, ma che l’Italia è con lui, e che quella gioia di calcare i campi da tennis, assopita negli ultimi mesi complicati, è tornata. Il sogno americano è più vivo che mai, ed ora servirà la miglior versione del numero 1 al mondo per battere Medvedev ed ipotecare lo US Open.

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