“Sono qui per dirvi che mi ritiro dal tennis professionistico“, l’incipit del video d’addio di Rafael Nadal diffuso dopo le Finals di Coppa Davis. Quel congedo che, purtroppo, prima o poi doveva arrivare, e che si fa sempre fatica ad annunciare e ad accettare. Specialmente se a farlo è un ex numero 1 del mondo del tennis con 22 titoli Slam alle spalle.
Un mitologico trittico
Nadal, il Re della terra rossa, rimarrà per sempre parte dei quattro più grandi tennisti che si sono sfidati nello stesso periodo, i cosiddetti “Fab Four”: Roger Federer, Novak Djokovic e Andy Murray. Tuttavia, nell’immaginario collettivo, il trittico che emerge come riferimento assoluto è Nadal-Federer-Djokovic. Non si tratta solo di sport, ma di un insieme di fattori che, uniti a un rapporto straordinario tra loro, hanno trasformato questi tre atleti in icone. Hanno conquistato il cuore dei tifosi e affascinato anche chi di tennis non ne sapeva molto, grazie al loro carisma e alla loro magnetica presenza in campo, capace di trasformare ogni partita in un evento spettacolare.
Leggi Anche
Cemento, terra battuta, erba: non importava su quale superficie si giocasse, ogni campo diventava il palcoscenico ideale per un appuntamento imperdibile. E in momenti come questo, con l’addio di Nadal al tennis, riaffiorano i ricordi delle sue imprese mitiche. Tornano in mente le emozioni provate, dalle atmosfere silenziose di Wimbledon al grigio cemento degli US Open.
Emozioni legate a partite vissute dal vivo o seguite da casa, in famiglia, con discussioni tra amici al bar su chi tifare: il potente Nadal, l’elegante Federer o il determinato Djokovic. Nonostante le preferenze personali, l’ammirazione per questi tre campioni rimane immutata. Tre miti, ognuno unico nel proprio stile.
Impero, Grecia e Barbari
Un interessante parallelismo storico associa questo trittico alla storia antica. Nadal incarna l’Impero Romano: forza, resistenza, metodicità, un impero costruito con 14 titoli al Roland Garros, un record che sembra inarrivabile. Federer è la Grecia antica, elegante e raffinato, più interessato alla bellezza del gioco che alla semplice vittoria. Djokovic, infine, è come i Barbari Teutonici, arrivati dopo e capaci di sconfiggere l’Impero Romano. Anche se spesso considerato meno nobile, Djokovic si è imposto con forza, diventando una figura dominante, nonostante la sua natura più controversa.
Il rispetto profondo tra Roma e Grecia, come tra Nadal e Federer, ha spinto entrambi a migliorarsi, in una sorta di reciproca ammirazione. Djokovic, invece, è come un invasore che ha sconvolto lo status quo, conquistando il proprio spazio con determinazione e irruenza.
Ora, con il ritiro anche di Nadal, mancino e combattente, sia lui che Federer sono saliti sull’Olimpo del tennis, lasciando a Djokovic il compito di continuare la loro eredità, magari guidato da qualche buona stella.
© Riproduzione riservata