A pochi a pochi giorni dal derby di domenica sera che si giocherà alle 20.45, Claudio Ranieri ha parlato ai suoi tifosi. In conversazione con Il Messaggero, l’allenatore dei giallorossi ha toccato diversi punti di interesse per la tifoseria ma anche per gli avversari. Precisando sul ruolo che ricoprirà dalla prossima stagione, Ranieri ha svelato alcune informazioni sulla fantomatica ricerca dell’allenatore, oltre a commentare la corsa Champions, e la stagione in generale.
La risalita della Roma parte dal legame tra squadra e Ranieri
Ranieri lo aveva capito fin dalla seconda settimana dal suo ritorno – il terzo da allenatore – che le cose si sarebbero sistemate. La Roma ha una rosa di livello troppo alto per soffrire nelle zone basse della classifica. Il mister testaccino era sicuro di rimetterla a posto, da subito aveva trovato il feeling con la squadra. Per lui é stato facile legare emotivamente con i ragazzi e da questo non si può prescindere se si vogliono raggiungere grandi risultati. I giocatori hanno trovato un allenatore che abbia dato loro fiducia e si sono risollevati da una prima parte di stagione buia.
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Ora è tutta un’altra stagione. Claudio Ranieri ha preso la squadra a pochi punti dalla zona retrocessione e l’ha portata a 5 lunghezze dal terzo posto. Ora è bello stare lì davanti a lottare per le posizioni alte della classifica, poi se la Roma non dovesse raggiungere l’obiettivo sarà un dispiacere, dice Ranieri, ma la squadra ha ridato la dignità ai propri tifosi. Ora la Roma si trova a lottare per gli obiettivi per cui deve lottare.
Ranieri ritorna su Roma-Juve
Come sempre Ranieri non dà nessuna indicazione tattica per il derby di domenica. Torna indietro sulla partita contro la Juve e sull’atteggiamento definito da molti osservatori troppo conservativo. Rifarebbe le scelte prese in campo e rende merito alla Juve che è stata capace a non farsi pressare alta, come avrebbe voluto fare l’allenatore della Roma.
Ranieri, poi, con una “mossa alla Mourinho” ha fatto presente che Tudor nel secondo tempo ha potuto mettere in campo dei cambi da 120 milioni, mentre la Roma non può permettersi di giocare con Dovbyk e Shomurodov insieme dall’inizio. “Sono molto compatibili perché Eldor è una seconda punta, ma se li schiero entrambi dall’inizio, poi se devo cambiare la partita… mi attacco“.
Quale sarà il suo ruolo in società?
Per quanto riguarda il ruolo che ricoprirà dalla prossima stagione, Claudio Ranieri ha tenuto a precisare che sarà Senior Advisor della famiglia Friedkin, un punto di riferimento per la società nelle scelte più delicate. Non sarà, dunque, un dirigente della società, ma le sua mansione si limiterà a consigliare ai presidenti cosa è giusto e cosa non lo è. Poi la decisione finale è di Dan e Ryan.
L’attuale allenatore della Roma, però, una volta consigliere vuole rimanere al centro del progetto, vuole contare nelle scelte societarie e non rimanere stipendiato solo per fare il parafulmine di altri dirigenti. Se si dovesse sentire fuori dal progetto, non essere ascoltato o seguito, allora non avrebbe nessun problema a tirarsi fuori dal progetto.
La scelta dell’allenatore
Fra i compiti assegnati a Ranieri come Senior Advisor c’è quello di consigliare ai presidenti l’allenatore della prossima stagione. La lista dei nomi proposti da lui e dal Direttore Sportivo Ghisolfi è già stata recapitata a Houston da parecchio tempo. “Siamo partiti da 7-8 nomi per arrivare a 3-4“, dice l’allenatore 73enne. E confessa che la decisione dei Friedkin è molto vicina.
Sicuramente non sarà Erik ten Hag. Nei giorni scorsi si era vociferato di un possibile ingaggio dell’ex mister di Ajax e Manchester United, ma stando alle parole di Ranieri, i due non si sarebbero mai incontrati.
Sarà però un buon allenatore, da Roma, di questo il futuro consigliere dei Friedkin è convinto. Gli andrà dato il tempo per lavorare in tranquillità. Il prossimo lavoro di Ranieri sarà proprio quello di mettere il tecnico che verrà nelle condizioni migliori. A Roma troppo spesso si pretendono grandi risultati in poco tempo, invece Ranieri chiede di lasciar lavorare il nuovo mister, chiunque esso sarà.
“Si deve cambiare quando allenatore e squadra non sono più all’unisono. Ma finché c’è il feeling, e queste cose si vedono in campo, si continua insieme“. Ascoltando queste frasi non si può non pensare all’esonero frettoloso di Daniele De Rossi da parte dei Friedkin a 4 giornate di Serie A dall’inizio di un progetto triennale.
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