Conference, Mou per scrivere la storia: «Tocca ai ragazzi» 

Redazione
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Lo Special One, a 24 ore dalla finale di Tirana sottolinea: «Un percorso partito da lontano, vogliamo la vittoria». Ottimismo per la presenza di Mkyhtarian: «Sta bene e mi fido della sua esperienza» 

Josè Mourinho ha parlato in conferenza stampa, alla vigilia della prima finale di Uefa Conference League, dove la Roma affronterà il Feyenoord nell’ultimo atto di Tirana. Accanto lui i calciatori Gianluca Mancini e Lorenzo Pellegrini.  

Lo Special One in avvio di conferenza ha spiegato: «Siamo partiti da lontano e siamo arrivati a giocarci due finali nell’ultima settimana. La prima contro il Torino ci ha permesso di raggiungere il primo obiettivo stagionale: la qualificazione all’Europa League, mentre domani sera ci giocheremo una finale che può scrivere la storia. In parte questa storia l’abbiamo già scritta arrivando in finale, ma noi vogliamo fare il massimo e parlo di vincere». 

Le condizioni del calciatore armeno

Sulla gestione dell’euforia e le condizioni di Mkyhtarian ha chiosato: «Era importante gestire le emozioni e ci siamo riusciti. Serviva serenità per raggiungere l’Europa League e dovevamo concentrarci su quel passaggio, da venerdì abbiamo iniziato a pensare alla finale ed io col mio staff non abbiamo lasciato Trigoria – sul calciatore armeno – sta bene, oggi ha fatto un allenamento basico e mi fido della sua esperienza, conosce il suo corpo e saprà dirci come si sente, ora è a disposizione».  

Un passaggio su Tirana e gli albanesi: «Se propendono per la Roma è perché abbiamo un calciatore albanese in rosa. Questo per gli albanesi credo sia emozionante, ho già avuto la possibilità di giocare una Supercoppa in Macedonia del Nord e fu una grande emozione per la popolazione macedone, domani sarà lo stesso qui a Tirana». 

A chi gli ha fatto notare che nella conferenza pre-Leicester fosse più sereno, Mourinho ha risposto: «Sono serio perché concentrato. Domani è una finale e fino al termine della partita non avrò altri pensieri in testa. Pensavo che l’esperienza aiutasse ma in realtà è il mio modo di essere, non credo lo cambierò mai».  

La carica dei tifosi

Sulla scaramanzia ed i 50.000 dell’Olimpico: «Non sono scaramantico, se le cose andranno male non sarà colpa dei presenti davanti ai maxischermi, così come non sarebbe colpa delle magliette. Credo di essere uno dei pochi che nel calcio non crede nella scaramanzia».  

Josè Mourinho ha poi specificato, alla domanda sul possibile ballottaggio fra Zalewski e Spinazzola, che: «Leonardo sta bene ed è a disposizione per domani. Dieci mesi fuori sono tanti, ma ha lavorato tanto e bene per tornare in forma. La sua presenza sarà sicuramente un’opzione per domani -sul talento polacco e la sua posizione in campo ha dichiarato- fino ad un anno fa giocava in Primavera contro i ragazzini. Questi sei mesi hanno cambiato la sua carriera. Quando sei giovane e hai un’opportunità simile devi giocare ovunque, lui può farlo».

Niente pozioni magiche, tocca ai calciatori

In chiusura lo Special One ha ammesso: «Questo è il momento dei calciatori. Non credo alle pozioni magiche io posso fare quel che volete ma ora è il momento dei ragazzi. Dovranno essere loro stessi, senza porsi limiti e comunque vada la stagione sarà stata abbastanza positiva» 

Accanto a Mourinho hanno preso parte alla conferenza stampa anche il capitano, Lorenzo Pellegrini, e il difensore, Gianluca Mancini, che hanno risposto alle domande dei cronisti. Il capitano giallorosso, in particolare, ha dichiarato: «Non mi sento di dire chi è più forte o se c’è una favorita. Le finali sono partite imprevedibili ed entrambe le squadre arrivano a giocarsi questa partita perché lo meritano. Noi cercheremo di vincere e metteremo in campo tutto ciò che abbiamo dentro» pensiero analogo per il collega Mancini: «Abbiamo studiato il Feyenoord e abbiamo notato che hanno tanta qualità dal centrocampo in su. Le finali si giocano sui dettagli e speriamo di aiutare Tammy a vincere il titolo di capocannoniere fermando Dessers». Interpellato sui 14 anni di astinenza dall’ultimo trofeo giallorosso, capitan Pellegrini ha chiarito: «14 anni fa ero con la mia famiglia a tifare per questa squadra. Non immaginavo che mi sarei ritrovato a scendere in campo per portare un trofeo europeo a Roma, il fatto che Totti e De Rossi non ci siano riusciti non mi mette pressione, al massimo mi responsabilizza. In ogni caso è un discorso collettivo, non è il singolo a fare la differenza ma la squadra e se siamo qui è perché tutti abbiamo lavorato sodo per farlo». La conferenza stampa si conclude con i due calciatori che sottolineano l’importanza dei tifosi e fanno una promessa: «Cercheremo di regalargli questa gioia, la meritano» 

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