Il Professor Fabrizio Pregliasco Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, spiega a Il Difforme i consigli e le raccomandazioni contro il Covid.
«Non vediamo la data del 1 maggio come una giornata della libertà ma della responsabilità. E’ giusto convivere con questo virus, dovremmo essere attenti come quando al mattino regoliamo l’acqua calda della doccia senza aprirla di colpo al massimo ma pronti a orientarla verso il freddo se abbiamo un po’ esagerato».
Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, spiega a Il Difforme quali saranno i prossimi passaggi nella lotta contro il Covid.
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Leggi l’intervista completa con i consigli e le raccomandazioni su quarta dose, utilizzo della mascherina e possibile aumento dei casi.
Professor Fabrizio Pregliasco, stiamo assistendo alla scoperta di nuove varianti. Di che tipo sono?
«Le varianti che si stanno individuando sono di due tipi: mutazioni della sequenza o ricombinazioni. Queste varianti con la X sono già arrivate alla J e di fatto sono legate alle caratteristiche di una possibile coinfezione in un soggetto».
Si tratta di una anomalia?
«Sono un fatto abbastanza naturale per virus come i coronavirus che conoscevamo perché si tratta praticamente di un virus instabile come quello dell’influenza che rigira come sua opportunità questa possibilità di provare variazioni sul tema».
Il virus circola ancora in maniera molto veloce?
«Ce ne saranno sempre nel futuro finché circolerà e in questo momento si diffonde in modo molto massiccio perché le nuove varianti sono contagiose ormai più del morbillo e della varicella che sono le infezioni più pesanti come capacità di contagio».
Qual è la sua capacità patogena?
«Possiamo dire che il virus si è un po’ rabbonito, ma non troppo. Si è esagerato nell’affermare che si fosse raffreddorizzato anche se la sua capacità patogena si è ridotta di un terzo, vale a dire la possibilità di sviluppare forme pesanti. Quello che vediamo adesso è dovuto anche alla grande quota di vaccinati. La vaccinazione spesso non riesce ad evitare l’infezione ma riesce ad evitare una prestazione clinica più importante».
Cosa avverrà nelle prossime settimane?
«Nel breve periodo saremo protetti per un po’ grazie al numero di guariti, vaccinati e guariti con una malattia blanda. Purtroppo stiamo vedendo persone che si reinfettano perché neanche la malattia offre una immunità per sempre. L’idea è che nel prossimo futuro, salvo l’insorgenza di varianti nuove più cattive e stravolgenti e che ci facciano ripartire da zero, quello che succederà andrà inquadrato nel tempo come le onde di un sasso in uno stagno, con ondulazioni quindi sempre meno pesanti. Questo nell’arco di anni”.
Ci dovremo aspettare un aumento di casi in autunno?
«Ci aspettiamo in inverno un rigurgito di casi favorito dagli aspetti meteorologici. Abbiamo avuto una quarta ondata e quello che stiamo osservando adesso è un rialzo di casi legati alla presenza di queste Omicron molto più contagiose, non una quinta ondata. Oltre ad una certa libertà che si è di fatto evidenziata”.
Questo rialzo di casi quando terminerà?
«Dovrebbe finire, e i segnali sono già in questo senso, a fine maggio. Avremo probabilmente, sempre come ipotesi presumibile ma che può in qualche modo essere sconfessata, un periodo relativamente tranquillo durante l’estate come negli ultimi due anni con poi una insorgenza di nuovi casi. In questa fase ci vuole buon senso e una progressività”.
Intanto è stata ripristinata la capienza degli stadi al 100% anche in vista dei prossimi concerti estivi.
«Si può fare un discorso generale al di là delle manifestazioni: è giusto convivere con questo virus. Mi permetta una metafora che ho già utilizzato che può rendere l’idea».
Prego.
«Dovremmo essere attenti come quando al mattino regoliamo l’acqua calda della doccia senza aprirla di colpo al massimo ma pronti a orientarla verso il freddo se abbiamo un po’ esagerato».
Le mascherine saranno ancora necessarie?
«Nel prossimo futuro vedo le mascherine come gli occhiali da sole. Un tempo prendevamo in giro i giapponesi che venivano in Italia con la mascherina ed erano anche guardati in malo modo. Usiamo la mascherina in situazioni particolari di affollamento e soprattutto se siamo soggetti fragili o caregiver di soggetti fragili. In futuro dobbiamo continuare ad avere una certa attenzione verso le persone più fragili soprattutto visto il numero attuale dei decessi».
La quarta dose sarà indispensabile per i soggetti più fragili?
«La quarta dose è necessaria per le persone fragili con immunodepressione per dare una memoria, un imprinting al sistema immunitario. E’ una realtà che succede ed è accaduta anche per altre vaccinazioni. Per il futuro mi immagino una vaccinazione a ridosso dell’inverno, proposta e non più obbligatoria, per i soggetti fragili per le persone più esposte e magari per chi la vorrà fare. Proprio perché dovremmo seguire queste ondulazioni successive».
Cosa potrà cambiare dopo il 1 maggio?
«Sarà un passaggio, una transizione. Non vediamola come una giornata della libertà ma della responsabilità. Una progressione dell’apertura di quel famoso rubinetto».
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