Quest’anno a Sanremo è stato detto di no alle canzoni su politica e guerra, eppure il testo di Willie Peyote, Grazie ma no Grazie, a suo modo parla di problematiche di questo genere. Il cantante ha infatti rivelato che in un contesto del genere non si può non parlare di questioni attuali e sociali e quello è il palco giusto per farlo. Secondo lui, altrimenti “si spreca un’occasione“.
“Il mio un testo politico? Dipende da cosa si intende, in ogni caso andare a Sanremo senza niente da dire mi sembrava un’occasione sprecata per come sono fatto io. Spero che arrivi la chiave ironica e ritmata del brano e spero che tutti cantino Grazie ma no grazie“, ha detto l’artista.
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Willie Peyote, Grazie ma no grazie
Ma cosa significa il testo che ha portato all’Ariston? Per lui è un modo gentile per declinare un’offerta che non ci piace, un modo per rivendicare “il diritto del dissenso“. Infatti l’artista ha spiegato: “Avere a disposizione un pubblico così ampio a disposizione e non usarlo per dire ciò che penso mi sarebbe sembrata un’occasione sprecata. Non vorrei passare come quello col dito puntato ma è giusto rivendicare il diritto di mostrare il proprio dissenso su cose che non ci piacciono, anche scendendo in piazza”. Willie Peyote invita le persone a mobilitarsi e a dire sempre la propria, senza alcuna paura. Infatti, ad un certo punto della canzone, dice: “Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare“.
L’artista ha anche specificato che nel suo testo non vuole lamentarsi, ma è proprio un modo per cambiare anche la propria visione che si ha sul mondo e su cosa accade intorno a noi: “Anche io sono cambiato, ho sviluppato meglio i miei pensieri su determinate questioni“. E poi ha aggiunto: “Oggi non dovremmo porci problemi sull’arte che facciamo; retroattivamente ognuno avrà la sua visione, ma io mi occupo dell’arte di oggi: io sono d’accordo sull’uso degli asterischi se questa cosa aiuta qualcuno a non sentirsi meno escluso“.
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