Stato di Grazia: il docufilm sulla storia di Ambrogio Crespi

Debutto alla regia di Luca Telese, Stato di Grazia racconta la storia di Ambrogio Crespi, condannato per mafia che ha ricevuto la Grazia

Redazione
7 Min di lettura

Oggi 6 novembre è stato proiettato alla Camera, alla presenza del Presidente della Camera Francesco Fontana, l’eclatante debutto alla regia di Luca Telese che ha portato al Festival del cinema di Roma il docufilm Stato di Grazia, una delle pagine più controverse della giustizia italiana. Già presentato alla Biennale di Venezia, il docufilm aveva conquistato il pubblico guadagnandosi applausi e standing ovation.

image 25
Stato di Grazia, proiettato oggi alla Camera

L’inverosimile storia di Ambrogio Crespi, ingiustamente condannato in secondo grado per voto di scambio, ovvero il reato per cui un politico offre in cambio del voto qualcosa che non è legittimato ad offrire, ha commosso e colpito gli spettatori che hanno potuto assistere alla narrazione di una delle pagine più oscure della giustizia italiana.

Stato di grazia, il documentario che rende giustizia ad un uomo innocente

La storia di Ambrogio Crespi è incredibile proprio per la dedizione che questo uomo ha avuto per la lotta alla mafia. Un regista che si è occupato per tutta la sua carriera della lotta all’illegalità e alle associazioni mafiose, sin da quando da ragazzo ha vissuto in prima persona le difficoltà di un quartiere popolare come quello di Baggio, in provincia di Milano. 

Un racconto struggente, narrato magistralmente da Luca Telese, che non porta sullo schermo solo la vergogna di un sistema giudiziario che ha fallito ma anche una delle storie di solidarietà meglio riuscite nel nostro Paese.

Le interviste di chi ha conosciuto Crespi si intrecciano di fronte alla telecamera, che sembra sparire durante i colloqui del regista con le controparti, che si battono ferocemente per raccontare la verità un amico, di un collega ma soprattutto di un padre e un marito.

Una narrazione completa, con ricostruzioni degli interrogatori ai veri colpevoli che in maniera apparentemente involontaria hanno inserito Ambrogio Crespi in questa vicenda. Interrogatori ricostruiti sulla base dei verbali stenografici e che in maniera cristallina sembrano scagionare l’imputato.

La partecipazione di questo Crespi alla campagna elettorale di Zambetti praticamente l’ho inventata tutta io” queste sono le parole di Eugenio Costantino durante l’interrogatorio per l’indagine riguardante Crespi e che sono state riportate durante le udienze in tribunale, che hanno comunque portato alla condanna del regista.

Stato di grazia, le interviste di chi si è battuto per la libertà di Crespi

Una vicenda giudiziaria raccontata non solo attraverso le ricostruzioni degli interrogatori e i video delle udienze in tribunale, ma anche attraverso le testimonianze dei colleghi e degli amici di Crespi, che per primi si sono dimostrati solidali con l’imputato. Un’accusa che ha colpito come un fulmine a ciel sereno, scioccando tutti coloro che conoscevano Crespi per la persona che era: un uomo cresciuto in un quartiere difficile, che non ha mai avuto problemi con la giustizia e soprattutto che ha fatto della lotta alla mafia una parte importante della sua vita e della sua carriera.

image 24
Ambrogio Crespi, protagonista di Stato di Grazia

La particolarità di questo docufilm sta proprio nella completezza delle interviste, che hanno avuto come soggetto personaggi del calibro del Presidente del Consiglio albanese, per cui Crespi ha lavorato, fino a Peter Gomez, direttore de Il Fatto Quotidiano, passando per le testimonianze della moglie Helene Pacitto e i video struggenti dei suoi due figli, costretti a soffrire la lontananza del padre.

Lo stesso Luca Telese apre il documentario raccontando della sua amicizia con Crespi e di come vi fosse stato un litigio poco prima della condanna per associazione mafiosa. Un progetto che nasce quindi dalla volontà di fare giustizia, di riabilitare il nome di un uomo, che nonostante le lotte contro l’illegalità, ha subito sulla sua pelle le ingiustizie di un sistema spesso corrotto.

Stato di grazia, una storia fatta di solidarietà e speranza

Un racconto che ha dimostrato quanto la solidarietà e la vicinanza umana possano fare la differenza; solo la strenua lotta portata avanti da chi realmente ha conosciuto Ambrogio Crespi ha potuto permettere a un uomo di tornare a casa e di poter abbracciare di nuovo i suoi figli, prima che diventassero troppo grandi.

Luca Telese è riuscito a portare sullo schermo non solo la vicenda travagliata di una persona ingiustamente condannata, ma anche la storia di centinaia di persone che non si sono arrese e che hanno combattuto affinché di giungesse ad una giusta giustizia, una ripetizione che però in questo caso sembra più che necessaria.

La Grazia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non solo ha permesso ad Ambrogio Crespi di tornare ad essere libero, ma ha più di tutto liberato un uomo da un fardello come quello dell’associazione mafiosa. Una Grazia peculiare, non solo perché per la prima volta concessa ad un condannato per mafia, ma soprattutto perché il Presidente Mattarella ha sofferto la perdita di un fratello a causa di questo tipo di organizzazioni.

Poteva accadere a voi, a me, a chiunque. Ecco perché ovunque siatedovete approfittare di questa lezione, dovete imparare da questa storia, dovete usarla per godervi anche voi il vostro stato di grazia”, così conclude il suo lavoro Luca Telese, regalandoci un documentario toccante, a tratti difficile da digerire e soprattutto difficile da dimenticare.

Una visione da non perdere non solo per la vicenda incredibile e la maestria con cui è stata portata sullo schermo, ma per la possibilità di conoscere la storia di un uomo che a causa di una telefonata ha rischiato di vivere 12 anni in un carcere.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo