“Il Tar per la Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento ‘diretto’ alla Rai, da parte del Comune di Sanremo, dell’organizzazione del Festival della canzone italiana“, è stato dunque stabilito. Così, dal 2026 verrà fatta una gara d’appalto per decidere chi si dovrà occupare dell’organizzazione della kermesse.
Ad appellarsi a questa sentenza ora arriva anche il comune di Sanremo che ha paura di poter perdere un importante business. Infatti, la città, da gennaio a febbraio, si ripopola e diventa affollata. Per questo, oltre alla Rai, anche Sanremo ha deciso di fare ricorso e appellarsi al Consiglio di Stato: “Abbiamo assunto la decisione di ricorrere al Consiglio di Stato per continuare a tutelare il Comune in tutte le sedi. Intanto, ci siamo attivati immediatamente per predisporre la manifestazione di interesse“, ha detto il sindaco Alessandro Mager.
Le regole, però, cambieranno dalla prossima edizione, quella del 2025 si svolgerà come già preventivato. E’ tutto partito da Sergio Cerruti, presidente Afi (Associazione Fonografici italiana), che vuole smantellare l’attuale organizzazione.
Sanremo: cosa cambierà dal 2026
Con questa nuova decisione, dunque, bisognerà aprire una gara d’appalto per l’intera organizzazione della kermesse. Inoltre, pare che non verrà effettuata una sola gara, bensì una per ogni settore interessato. Così facendo la progettazione verrà frastagliata e c’è la possibilità che il festival cambi anche rete.
Dunque il Tar ha dato ragione a Cerruti che non accetta più il fatto che la Rai si appropri della totale organizzazione e del marchio “Festival della canzone italiana“. Un bel guaio per la Rai che potrebbe veder sfuggire via somme di denaro molto alte e non solo: in qualche modo si potrebbe perdere quella che è l’essenza del festival.
Sanremo: per quest’anno resta in Rai
Il Tar non è voluto, però, intervenire sull’attuale organizzazione di Sanremo, che si svolgerà a febbraio. Questo perché i preparativi sono già in corso e sono stati spesi già dei soldi. Dunque le gare verranno preparate per l’edizione del 2026.
“Risulterebbe evidentemente sproporzionato e irragionevole incidere sull’edizione del Festival già svolta e sull’edizione che si svolgerà tra pochi mesi, a fronte di un interesse della ricorrente che, in base a quanto dalla stessa rappresentato nel corso del giudizio, non può che appuntarsi sull’effetto conformativo della presente sentenza”, c’è scritto, infatti, nella sentenza del Tar.
Dunque, non resta che godersi la prossima edizione del festival, forse con un po’ di malinconia, sperando che non sia l’ultima che vedremo in Rai.
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