Sanremo 2024, gogna social per Geolier: “Massacri il napoletano”

Al giovane artista napoletano arrivano critiche da ogni dove: da De Giovanni a Angelo Forgione fino al Movimento Neoborbonico

Redazione
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Manca pochissimo al 6 febbraio, data di inizio del Festival di Sanremo, lo spettacolo più atteso dagli italiani che solo l’anno scorso ha registrato ben 12.256.000 spettatori, con il 66% di share. Amadeus, deus ex machina dell’Ariston, ha scelto i suoi cantanti e ormai è abituato da anni a fare da scudo umano per proteggere i suoi pulcini canori dalle critiche. Questa volta è il turno del giovane cantante Geolier, l’artista partenopeo che è finito “sotto processo” social a causa del suo testo ‘I p’ me, tu p’ te’ , ripudiato dai puristi del dialetto campano che l’hanno accusato di commettere dei veri e propri errori grammaticali (tia spuglia invece di t’ha spuglià, solo per fare un esempio).

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Maurizio De Giovanni, lo scrittore a capo della rivolta social contro Geolier

La prima e più feroce critica nei confronti del giovane artista è arrivata dallo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni, che dopo aver letto il testo che Golier porterà a Sanremo è sbottato sui social: “È una lingua antica e bellissima, con la quale sono stati scritti capolavori immensi. È un patrimonio comune – sottolinea l’ideatore del Commissario Ricciardi – ha un suono meraviglioso, unisce il maschile e il femminile come fa l’amore. Così è uno strazio“.

Poi, De Giovanni torna in sé e fa una precisazione nei confronti dell’artista: “Nessun giudizio su Geolier, il suo valore musicale o il suo successo che peraltro gli auguro con tutto il cuore da conterraneo e tifoso di ogni espressione positiva del territorio” ma, e torna all’attacco, “il napoletano – insiste – è una lingua, ha una sua scrittura e questa ha diritto al rispetto“.

Angelo Forgione: “Una lingua perfetta per il rap e non solo, ma il Napoletano, non questo scempio”

Ad unirsi alle fine della protesta virtuale anche il divulgatore scientifico Angelo Forgione, che ha ammesso di non essere riuscito a finire di leggere il testo che il giovane artista porterà a Sanremo: “Mi è improvvisamente calata la vista e poi mi è apparso Salvatore Di Giacomo sanguinante in croce“.

Anche lui ci tiene a precisare che non ha nulla contro il ragazzo: “Non attacco Geolier né la sua canzone (inedita) ma analizzo una questione linguistica. Vocali sparite, totale assenza di raddoppio fonosintattico delle consonanti, segni di elisione inesistenti, o inventati dove non ci vogliono (vedi il titolo). Una lingua perfetta per il rap e non solo, ma il Napoletano, non questo scempio – attacca – E chi non prova imbarazzo è complice dell’offesa dell’alta dignità dell’unico sistema linguistico locale d’Italia di respiro internazionale, proiettato sull’orizzonte artistico globale proprio attraverso la canzone. È la deturpazione dei costumi. Altro che ananas sulla pizza“.

Il Movimento Neoborbonico rimanda il testo corretto a Geolier per Sanremo

Anche il Movimento Neoborbonico, leggendo il testo del giovane artista, ha confessato di trovarlo “a tratti indecifrabile” ed è per questo che ha deciso di spedirglielo corretto. Stando alle dichiarazioni del Movimento, “difensore della storia napoletana e meridionale”, era impossibile non intervenire in soccorso del ragazzo che porterà la cultura partenopea sul più grande palco d’Italia.

Non è colpa sua se nelle scuole non si insegna il napoletano, a differenza di quanto accade in altre regioni e come da tanti anni richiedono i neoborbonici. La nostra, però, è una lingua con le sue regole e la sua grande tradizione, da Basile (il seicentesco inventore di Cenerentola) a Di Giacomo, da Eduardo a Pino Daniele e per questo non potevamo tirarci indietro. È comunque significativo e importante – concludono i puristi – ritornare a cantare in lingua napoletana a Sanremo e diffondere la nostra lingua tra i giovani“.

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