“Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante”, una citazione poetica di Friedrich Nietzsche, che sembra essere stata creata apposta per una star internazionale nostrana: Raffaella Carrà. La stessa espressione che il regista e sceneggiatore Gabriele Colferai ha voluto inserire nel suo spettacolo, omaggio all’icona italiana senza tempo, “Raffaella! – Omaggio alla Carrà”.
Il concerto recital, prodotto dal Teatro Verdi di Montecatini, è stato presentato nella serata di martedì 12 novembre 2024 nella capitale, presso il Teatro Olimpico, che ospita la bellezza di 1410 postazioni totali. Un pubblico entusiasta quello che ha accolto il “doveroso tributo” rivolto alla diva che ha conquistato il Bel Paese con il suo inconfondibile carisma, in TV e nella musica.
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Un prodotto multi genere, che spazia dalla commedia all’approfondimento di emozioni forti e di temi attuali, il tutto scandito dagli intramontabili brani della Carrà. La responsabilità di interpretarla, voce e corpo, è stata data all’eclettica e talentuosa protagonista del musical italiano Beatrice Baldaccini. Insieme a lei sul palco una band eccezionale di 5 elementi dal vivo e 6 performer brillanti.
La band è composta da Claudia Campolongo, Miki Cappai, Omar Ceriotti, Fabio Marchiori e Domenico Vena. La corista è Linn. Il corpo di ballo, invece, è formato da Ilaria e Silvia Gattafoni, Stefano Brush Taccone, Francesco Vanella e Gioele Marcante.
Raffaella! – Omaggio alla Carrà al Teatro Olimpico di Roma
Il brusio della sala, trepidante ed eccitata all’idea di poter vedere la trasposizione in carne ed ossa del mito, viene bruscamente interrotto dallo spegnersi delle luci. Il sipario si apre e lo spazio scenico diventa lo studio televisivo di uno stupendo varietà del passato, in cui la straordinaria Raffaella Carrà offrirà le sue fiammeggianti esibizioni.
Parallelamente, troviamo nel suo salotto il giovane ed incompreso Angelino, grandissimo fan della stella, tormentato da una mamma iperprotettiva, in una casa dove, inizialmente, regna l’incomunicabilità. Speranzoso di vincere il concorso che permetterà al mitico caschetto biondo di ballare e cantare nel salotto del fortunato, il ragazzo cercherà di aprirsi con la genitrice, prendendo ispirazione dall’audacia della cantante di “Ballo, Ballo”. In una parte ben precisa della storia, Angelino, parlando direttamente all’artista, le dice: “Tu hai aiutato e cambiato la vita delle persone con leggerezza”.
È proprio quello che, senza dubbio alcuno, ha fatto la Carrà, esponendosi, costantemente in punta di piedi e con ironia, per delle cause piuttosto scottanti in tempi non sospetti. Per mezzo delle sue canzoni, portatrici di messaggi importanti, ma contraddistinte perlopiù da ritmi leggeri, ha saputo accompagnare gli italiani (e non solo), ipnotizzati dal suo savoir-faire sugli schermi, ad evolversi, facendo “Rumore”, ma con delicatezza.
Dotata di un’intelligenza sopraffina, era molto avanti già negli anni ’70. Si pensi, tra le tantissime innovazioni, all’ombelico scoperto in “Canzonissima”, al vivere con un uomo senza la fede al dito e all’impegno sociale per il rispetto dei diritti di ognuno – come l’emancipazione femminile o il riscatto della comunità LGBT+ –. La vedette è stata in grado di dare voce alla collettività, facendo unire gli esseri umani. Soubrette, supereroe, compagna sensibile, femme fatale, poliglotta: la Carrà ha saputo rappresentare tutti, essendo, però, unica in ogni occasione. Qualsiasi spettatore, attraverso la sua figura stellare, poteva aspirare a diventare ciò che desiderava.
Nonostante le fragilità della donna Raffaella Pelloni, che ha sempre cercato l’affetto del padre che non ha mai avuto negli altri, l’alter-ego famoso e potente è incessabilmente stato se stesso, invitando chiunque lo seguisse ad esserlo. Per citare il film Premio Oscar “Tutto su mia madre” del 1999, diretto da Pedro Almodóvar, il quale considera l’interprete di “Fiesta” uno stile di vita: “[…] Una più è autentica quanto più somiglia all’idea che ha sognato di se stessa”.
“Viva la libertà!”
Individui di tutte le età erano presenti alla data evento di Roma. All’ingresso dell’appassionata Beatrice Baldaccini con l’emblematico caschetto biondo, un batticuore dettato dall’emozione di rivedere, in un certo senso, la showgirl in scena dopo tanto tempo si è impossessato del pubblico. Quest’ultimo, interessato e commosso, ha cantato e ballato a ritmo dei successi intramontabili della leggendaria bionda, contribuendo a creare una notte magica.
In un magnifico, sorprendente ed energico finale, che non rompe, ma frantuma in mille pezzi la cosiddetta quarta parete, la straordinaria Baldaccini – accompagnata dal regista Colferai, dall’esilarante direttrice artistica Claudia Campolongo, dal coreografo Angelo Di Figlia, dal corpo di ballo e dal complesso musicale – ha gridato a pieni polmoni: “Viva la libertà!”. Un insegnamento che Raffa Nazionale ha sempre trasmesso, consacrandosi come icona culturale immortale.
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