Kurt Cobain, 30 anni dalla morte dell’angelo del rock

L'artista venne ritrovato senza vita nella soffitta della sua villa di Seattle. Ad avvistare per primo il corpo fu Gary Smith

Redazione
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Kurt Cobain ha segnato un’era. L’angelo nero del rock per eccellenza è morto il 5 aprile 1994 a soli 27 anni. Ideologo del grunge, frontman dei Nirvana e icona della Generazione X, Cobain resta l’icona più potente della musica mondiale e non solo.

L’artista venne ritrovato senza vita nella soffitta della sua villa di Seattle. Ad avvistare per primo il corpo fu Gary Smith, un elettricista che lavorava nella villa di fronte a quella di Cobain e che avvisò la polizia di Seattle. Vicino all’uomo c’erano una scatola con alcune dosi di eroina e valium, il fucile da cui è partito il colpo mortale e una lettera di addio indirizzata a Boddah, il suo amico immaginario.

Secondo i racconti degli amici Kurt Cobain non riusciva a reggere il peso della fama di rockstar e le parole lasciate su carta spiegano quanto la musica per lui non fosse più un divertimento, bensì quanto in realtà cantare su un palco lo facesse sentire come un impiegato costretto a timbrare il cartellino

La storia di Kurt Cobain

Kurt Cobain con i Nirvana era riuscito a sintetizzare quei fermenti musicali che si concentravano a Seattle rendendoli però universali. “Nevermind” resterà uno degli album rock più importanti della storia: nel 1991 ha clamorosamente portato la musica indipendente in vetta alle classifiche, dando voce alle inquietudini di quella che allora veniva chiamata la Generazione X.

La sua scia lo ha portato ad un successo clamoroso e con lui anche il Grunge ha conquistato il mondo della musica. E’ proprio questo ruolo di star, di immagine da t-shirt, di personaggio da copertina che probabilmente ha fatto esplodere un disagio che affondava le sue radici in un’infanzia tormentata e che ha trovato sfogo nella musica. La rabbia e il dolore post punk dei Nirvana sono diventati la voce di una generazione.

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