Emma Marrone non ha mai deluso l’opinione pubblica: non solo per quanto riguarda la sua musica, ma anche per ciò che concerne le sue dichiarazioni riguardo al sociale. Nel corso di una lunga intervista a Vanity Fair, l’artista, avendo da poco spento le 40 candeline, ha ammesso di volersi prendere una pausa dal lavoro per dedicarsi alla vita sociale e alle emozioni veraci.
Al quesito sul terribile male che l’ha colpita più volte e diversi anni fa all’utero, l’interprete di Apnea ha esposto che ha deciso di non asportarlo e non per rinunciare ad un figlio. Al riguardo ha ammesso che in Italia dovrà astenersi per forza. La motivazione? Perché dovrebbe sottoporsi ad una procreazione assistita e, non avendo lei un compagno, non potrebbe.
Emma Marrone e la scelta di non avere un bambino
Da ciò che si apprende, la cantante ha confessato di non voler ricorrere a soluzioni a pagamento o andare all’estero. Alla proposta della giornalista sulla fecondazione eterologa anche per i single, Emma ha tuonato: “Sì, ma dovrei pagare. E non mi sembra corretto verso tutte le donne che sono nella mia stessa situazione e non possono permetterselo“.
Riguardo alla possibilità di adozione, la star ha ricordato che senza un marito non si può nemmeno adottare. Mentre, per quanto riguarda l’eventualità di prendere un bimbo in affido, sembra che ci sia la probabilità che arrivi un ragazzo grande. Per cui, alla domanda diretta sull’abbandono all’idea di avere della prole, Emma Marrone ha affermato: “Finché non sarà possibile per tutte, sì. Con i soldi si può accedere a tante cose, anche a cure migliori, e non è giusto“. In più ha aggiunto: “Voglio fare la mia parte, come Giovanna d’Arco“, sperando che tra dieci anni la situazione nel Bel Paese cambi o che trovi un compagno di vita.
Parole che fanno riflettere quelle di Emma, che, oltre che artista famosa, è anche una donna con la D maiuscola. Come tutte gioisce e soffre e non lo nasconde. Essendo lei un personaggio molto apprezzato a livello mediatico, attraverso delle battaglie consone, potrebbe davvero cambiare il contesto per ciò che concerne la procreazione in Italia?
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