Can Yaman come Chiara Ferragni: problemi di comunicazione con la beneficenza

Selvaggia Lucarelli ha condotto un'inchiesta su Can Yaman che sembra non sia stato molto chiaro in merito a campagne benefiche

Redazione
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Selvaggia Lucarelli ha condotto un’inchiesta per il Fatto Quotidiano e questa volta nel mirino c’è Can Yaman. L’attore turco è accusato dalla giornalista di “errori di comunicazione“, riguardanti la sua onlus Can Yaman For children.

La sua associazione è a sostegno di bambini e ragazzi e da poco si è sciolta a causa di liti tra fondatori. Era nata nel 2021, con sostenitore il Policlinico Umberto I di Roma, con progetti che coinvolgevano scuole, ospedali e discoteche. Sarà proprio quest’ultimo ente che porterà il divo turco ad un terribile inciampo, proprio come Chiara Ferragni.

Can Yaman e l’evento nella discoteca 24 Mila Baci

Il 17 aprile 2023, Yaman va a Ragusa, in una scuola, per parlare agli adolescenti. Questo “evento” è stato brandizzato da Dolce e Gabbana e Mercedes, ma non è finita qui. Quella giornata termina con una serata in discoteca per “raccogliere fondi“, ma Can Yaman è stato pagato per l’evento.

Inoltre, quel progetto non resta un caso isolato, perché l’attore incomincia a fare un tour in Italia e non solo, sempre seguendo lo stesso standard. Qui interviene l’inchiesta di Selvaggia Lucarelli che ha ascoltato il responsabile della discoteca 24 Mila Baci di Latina: “Noi, come discoteca abbiamo fatto una donazione tramite bonifico di 5.000 euro alla associazione di Yaman“.

Poi, il responsabile ha aggiunto: “Alla fine abbiamo dato di più, abbiamo pagato sempre con un bonifico il cachet di Yaman. Loro ci hanno chiesto di donare tra i 5 e i 10 mila all’associazione, a scelta, e noi abbiamo dato 5.000, e poi di pagare con un altro bonifico il manager“, ma non ha voluto rivelare la cifra.

Can Yaman for children: i conti non tornano

La giornalista ha controllato su Rents i profitti dell’associazione ed ha notato che sono troppo bassi rispetto agli eventi organizzati. Infatti, in quattro anni di attività, l’ente ha donato solamente una culla termica e tre dispositivi ad un ospedale di Assisi e si è poi occupata della ristrutturazione di un’ala del Policlinico Umberto I.

Dunque, la Lucarelli vede molte similitudine con il caso Pandoro di Chiara Ferragni. Secondo lei, dietro c’è un’operazione di beneficenza che maschera un metodo di commercio poco chiaro. Al momento, ha aperto le porte all’inchiesta e, in attesa di risposte da parte del divo turco, continuerà le sue ricerche.

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