Fedez e Masini a Sanremo, le parole di Adriana Ventura: “Il testo è volgare e violento” | INTERVISTA

Adriana Ventura in esclusiva ci ha raccontato perché ha scritto alla Rai: secondo lei Marco Masini e Fedez non dovrebbero cantare Bella stronza. In un periodo storico in cui la violenza di genere è in aumento, portare quei messaggi all'Ariston è pericoloso. Ma, ad oggi, la Rai ancora non le ha risposto

5 Min di lettura

Pochi giorni fa, il dibattito è esploso intorno alla decisione di Fedez di portare sul palco di Sanremo la cover di Bella stronza di Marco Masini, un brano che, per molti, ha suscitato polemiche. Adriana Ventura, consigliera di Parità Opportunità della provincia di Rimini, ha deciso di inviare una lettera alla Rai, invitandola a riflettere sul messaggio che il testo della canzone potrebbe veicolare, soprattutto alla luce degli attuali temi sociali legati alla violenza di genere. In questa intervista, Ventura ci spiega le ragioni della sua iniziativa e il suo punto di vista sul ruolo della musica nella formazione delle nuove generazioni.

Consigliera Ventura, ha inviato una diffida alla Rai?

No, non è una diffida, ma una segnalazione con una richiesta di riflessione. Mi occupo da tempo di discriminazione e molestie nei luoghi di lavoro, da quando ho iniziato nel 1993. La mia esperienza in questo ambito mi ha spinto a prendere questa iniziativa.

Perché ha deciso di scrivere questa lettera?

Penso che la violenza, purtroppo, stia crescendo a tutti i livelli e in tutte le età. Cambiare la politica e la cultura richiede un impegno costante da parte di tutti noi, come insegnanti e cittadini. Dobbiamo combattere per contrastare la violenza e promuovere una cultura che la respinga.

La comunicazione ha un potere enorme. Dobbiamo essere consapevoli dei messaggi che diffondiamo, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni. La violenza non può mai essere accettata e dobbiamo essere molto cauti nel modo in cui la normalizziamo o la facciamo passare come qualcosa di ‘accettabile’, specie in un periodo in cui i femminicidi sono purtroppo in aumento.

Cosa pensa in particolare della canzone Bella stronza di Masini?

Molti giovani si nutrono di musica e dei messaggi che i rapper, come Fedez, trasmettono. La musica è una forma d’arte, ma a volte può adottare un linguaggio sessista e promuovere la violenza di genere, come nel caso del testo di Masini. Personalmente, mi sono scandalizzata.

Sanremo è il palco musicale più importante d’Italia, e i giovani ascoltano con attenzione. In un momento storico delicato, non possiamo permetterci di lanciare messaggi che possano essere interpretati come una giustificazione per la violenza o un’istigazione a comportamenti negativi. Purtroppo, c’è il rischio che il peggio venga ‘sdoganato’ in nome dell’arte.

La sua lettera riguarda esclusivamente il testo della canzone di Masini?

Sì, mi riferivo al testo di Bella stronza. Se Fedez sta attraversando una separazione, senza voler fare analisi psicologiche, il testo potrebbe essere visto come un messaggio subliminale rivolto alla sua ex-moglie, Chiara Ferragni. Perché scegliere un testo così delicato, proprio in questo momento della sua vita?

In passato, testi come questo potevano sembrare meno problematici, ma oggi siamo in un periodo in cui il femminicidio è una realtà tragica. Non possiamo più tollerare messaggi che sembrano giustificare un linguaggio violento nei confronti delle donne.

Ha ricevuto una risposta dalla Rai?

Al momento, no. Ma sono in attesa di una risposta. L’unico riscontro che ho avuto è stato un attacco di Claudio Cecchetto, che considera questi testi come una forma d’arte che riflette lo stato d’animo di un uomo. Rispetto l’arte, ma quando contiene messaggi problematici, non la apprezzo più. L’arte va contestualizzata. Negli anni ’80 non c’era il dramma dei femminicidi, oggi è diverso.

E se Fedez decidesse di modificare il testo inserendo le proprie barre?

Mi auguro che la Rai non si presti a questa dinamica in nome dell’audience. È vero che la televisione è influenzata dall’ascolto del pubblico, ma dovremmo essere responsabili nel lanciare messaggi che abbiano un impatto positivo, non negativo. In questi casi, non basta giustificarsi con l’arte: dobbiamo pensare anche a ciò che trasmettiamo alla società.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo