Ritrova dopo 13 anni la sorella adottata, assolto dal reato di stalking

Q.I.D. Calabria
4 Min di lettura

A Reggio Calabria vince l’amore. Soddisfatto l’avvocato Demetrio Scarlata: “Giustizia è fatta”


V.V. all’età di 13 anni viene rinchiuso insieme alla sorella di anni 3 presso un istituto reggino di suore, dove per alcune settimane vivono insieme. Un giorno, all’improvviso, lui viene portato in un gruppo appartamento, è grande e non può più stare lì. Rivede la sua sorellina ancora un paio di volte, dopo di che, con varie scuse, non gliela fanno più vedere. Scomparsa dalla sua vita. Di lei non sa più nulla.

Lui continua a vivere nel gruppo appartamento sino alla maggiore età, poi esce e comincia la sua nuova vita. Ma il suo pensiero è sempre per la sua sorellina. Comincia a cercarla ma niente. Posta una foto della sorellina a tre anni, vestita di Carnevale. Facebook, Instagram, WhatsApp, Tik Tok, gruppi ricerca persone scomparse finché un giorno gli arriva una segnalazione, anonima, che indica un nome e cognome di una ragazza dell’età di sua sorella, 16-17 anni circa. Pensa persino ad uno scherzo, di cattivo gusto, visto l’argomento. Ma lui, che intanto ha 27 anni, comincia a cercare tutte le persone con quel nome e cognome di 16-17 anni di età, finché una foto, in particolare, lo fa trasalire: quella ragazza che vede potrebbe essere veramente sua sorella. Inizia a cercarla tramite gli amici e i compagni di scuola di lei; per non turbarli dice di essere un coetaneo. Alla fine riesce a fare persino una video telefonata di gruppo, lui (con la sua compagna convivente e i loro figli), da una parte, l’amica di lei e, finalmente dopo 13 anni, lei, dall’altra.

Cominciano a scherzare, l’amica di lei sa già tutta la verità, poi piano piano il fratello svela tutta la verità alla sorella, è proprio lei. Lei stessa si riconosce bambina in quella foto che la ritrae a tre anni vestita di carnevale. Commozione, lacrime di gioia, stupore ma ora, finalmente, si sono ritrovati. Lui vuole riabbracciarla, lei però non sa se dirlo o no ai suoi genitori adottivi. È ovviamente confusa. Il giorno dopo lei lo dice ai suoi compagni di scuola, tutti insieme lo dicono ai professori, questi convocano la madre subito a scuola. Da questo momento il telefono della ritrovata sorella tacerà per sempre. Lui scrive anche al padre adottivo della sorella, vuole solo riabbracciarla, anche davanti ai giudici, agli avvocati, agli assistenti sociali, agli psicologi. Non chiede nulla di più. Anche solo una volta.

Due volte la vede da lontano a scuola ma neanche si avvicina. Ormai tutto tace. Capisce che il ritrovamento è finito così. E invece no. Viene accusato di stalking. C’è il processo da affrontare, ci sono tutti i testimoni dell’accusa, le relazioni degli assistenti sociali, degli psicologi. Lui, invece, ha soltanto quella video telefonata; l’aveva video registrata, perché voleva avere il ricordo di questo primo, ma poi divenuto unico, loro incontro. Più di 20 minuti: la sorella sorride, è tranquilla, tutti scherzano, poi tutta la verità del fratello, lo stupore, la commozione, il pianto generale di tutti, infine di nuovo sorrisi e gioia. A fine processo il PM chiede però 3 anni di carcere, la parte civile vuole la condanna.

L’avvocato Demetrio Scarlata chiede l’assoluzione: “Questo non è stalking. Dal 2009 ad oggi ne ho trattati a decine, sia da parte delle vittime che dei persecutori. Questo è amore di un fratello verso la sorella. V.V. è assolto: per il Tribunale penale di Reggio Calabria il fatto non sussiste. Giustizia è fatta! L’amore ha vinto”.

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