G7: Zelensky chiede, Biden risponde. Arriva il primo sì per gli F-16

Rob. Spar.
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Il presidente degli Stati Uniti autorizza l’addestramento piloti. I Sette Grandi del G7: “Mosca si ritiri da Ucraina”

La Russia deve finire “la sua aggressione in corso e ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente le sue truppe e i suoi equipaggiamenti militari dall’intero territorio dell’Ucraina”. Il messaggio lanciato da Joe Biden e dai leader del G7 all’indirizzo del Cremlino è netto e la sequenza degli avverbi lascia pochi dubbi interpretativi, a tracciare il miglior viatico per la presenza di persona di Volodymyr Zelensky al summit dei Sette Grandi di Hiroshima, insieme allo scenario a lungo atteso sull’addestramento per i caccia militari di quarta generazione, inclusi i caccia F-16.

Dalle discussioni dalla prima giornata di lavori è emersa l’unità “sul pieno sostegno all’Ucraina fino a quando ce ne sarà bisogno”, ha detto in serata il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Perchè, ha chiarito il testo della dichiarazione tematica approvata dai leader sulla guerra della Federazione russa, l’aggressione militare di Mosca “costituisce una violazione del diritto internazionale, in particolare della Carta dell’Onu”.
Mentre “una pace giusta non può essere realizzata senza il ritiro completo e incondizionato” della Russia dai territori occupati.

L’inatteso incontro con bin Salman

A sorpresa il presidente ucraino, dato giovedì dal premier nipponico Fumio Kishida presente al summit solo in videoconferenza, sarà invece domani sera a Hiroshima, in arrivo da Gedda dove ha parlato al summit della Lega Araba su invito del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Un passaggio, quest’ultimo, non scontato e importante visti i buoni legami che gran parte del mondo arabo ha con il presidente Vladimir Putin. “Sfortunatamente nel mondo e anche fra voi ci sono alcuni che hanno chiuso gli occhi di fronte a queste annessioni illegittime”, ha detto Zelensky alla platea, chiedendo ai leader presenti di “guardare con onestà” al conflitto.

Il successo di Zelensky

Il sostegno incassato dal presidente ucraino a Hiroshima è di ben più ampia portata: il G7 ha concordato nuove sanzioni e linee rosse per “fiaccare la macchina da guerra della Russia”, prendendo di mira “il commercio e l’uso di diamanti estratti, lavorati o prodotti in Russia”, insieme all’impegno con i partner chiave “al fine di garantire l’efficacia dell’attuazione di misure restrittive coordinate, anche attraverso tecnologie di tracciamento”. La stretta colpisce poi l’elusione delle misure finora adottate, ad esempio, aumentando i controlli sulla vendita di gas e petrolio attraverso Paesi terzi. In serata poi è diventato più nitido lo scenario sugli addestramenti dei piloti dell’aeronautica militare ucraina.

Zelensky incassa il sostegno degli USA

Biden ha informato i leader del G7 che gli Usa sosterranno uno sforzo congiunto con alleati e partner per addestrare i piloti ucraini su velivoli di quarta generazione, compresi gli F-16. Un alto funzionario dell’amministrazione americana ha precisato che la formazione non dovrebbe svolgersi negli Stati Uniti, ma probabilmente tutta in Europa anche con il coinvolgimento di militari statunitensi. Ci vorranno mesi per completare le varie fasi, ma l’annuncio è sufficiente per esercitare ulteriore pressione su Mosca.
“Accolgo con favore la storica decisione degli Stati Uniti e del presidente Joe Biden di sostenere una coalizione internazionale di jet da combattimento”, ha commentato euforico Zelensky su Twitter. “Ciò migliorerà notevolmente il nostro esercito nel cielo. Conto di discutere l’attuazione pratica di questa decisione al vertice G7 di Hiroshima”, ha aggiunto il leader di Kiev. “Il Regno Unito lavorerà con Stati Uniti, Paesi Bassi, Belgio e Danimarca per fornire all’Ucraina la capacità di combattimento aereo di cui ha bisogno”, ha notato da parte sua il premier britannico Rishi Sunak, salutando come “benvenuto” il sostegno americano all’iniziativa multilaterale.  

Sul tavolo il piano di pace

Sabato mattina, sotto una pioggia insistente, Biden è stato il secondo presidente americano a recarsi al Peace Memorial Museum di Hiroshima, dedicato alle vittime della prima bomba atomica sganciata nel 1945 dagli Stati Uniti, nell’evento simbolico che ha aperto il summit. Sette anni dopo la storica visita di Barack Obama a maggio 2016. Biden, insieme alla first lady Jill, è stato accolto dal premier nipponico Fumio Kishida e dalla consorte Yuko, raggiungendo gli altri leader – inclusa la premier Giorgia Meloni –  in quello che è stato l’evento ufficiale che ha aperto il summit. In giornata sono arrivati a Hiroshima gli altri ospiti, invitati dalla presidenza di turno nipponica, tra cui il premier indiano Modi: per Zelensky un’occasione per spiegare il suo piano di pace e strappare una postura di condanna verso l’aggressione russa.

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