Alessandro Zan, il responsabile Diritti del Partito democratico, è stato intervistato da la Repubblica in merito alla legge che definisce reato universale la gestazione per altri (Gpa), che lunedì sarà pubblicata in Gazzetta ufficiale. Per il dem è impensabile che una pratica del genere venga accostata a reati come il genocidio e il terrorismo, e la sua tesi è che la destra, con questa decisione, voglia attaccare la comunità Lgbtq+.
Zan: “Gpa è atto politico contro comunità Lgbtq+”
Zan ha dichiarato di voler chiedere alla premier Giorgia Meloni, come si sente “da madre, a criminalizzare le tante famiglie con bambini nati con la Gpa”. Per il dem trasformare in reato universale una pratica che nel nostro paese è già vietata da due decenni ha come conseguenza il “porre uno stigma sociale sui piccoli venuti al mondo attraverso la gestazione per altri“. Quindi vorrebbe chiederle: “Perché ti accanisci contro di loro? Cosa ti hanno fatto di male per mettergli addosso un marchio di infamia, quasi fossero figli della colpa?”.
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Per lui tutto questo “è pura propaganda“, perché questa legge è un “obbrobrio giuridico, del tutto inapplicabile”. Ha spiegato che un reato per essere considerato universale deve essere condiviso con altri paesi, quindi se all’estero è una pratica legale, non è possibile considerarla tale. Zan ha affermato che si può dedurre da qui l’obiettivo della destra: “Additare al pubblico ludibrio le famiglie arcobaleno e i loro figli”. Per lui fa tutto parte di un piano iniziato con la circolare del ministro dell’interno Matteo Piantedosi per proibire ai sindaci di registrare all’anagrafe i figli nate da coppie omosessuali.
Quindi la tesi del dem è che la decisione di trasformare la Gpa in reato universale è un atto politico contro la comunità Lgbtq+. Questo perché FdI per attaccare la maternità surrogata non ha mai fatto riferimento alle coppie etero, che nella realtà dei fatti sono oltre il 90% di quelle che usufruiscono della pratica. Zan ha sottolineato che anche Elon Musk ha fatto ricorso alla Gpa, ma siccome è etero, di destra e l’uomo più ricco del mondo, la premier non lo critica, ma lo considera persino un buon amico. “Anziché dirgli che per l’Italia è un criminale, lo accoglie a braccia aperte, mentre perseguita i nostri connazionali, costretti a emigrare all’estero pur di diventare genitori” ha commentato.
Gpa per distrarre la massa e fortificare i rapporti con le destre estere
Per Zan il fatto che la premier consideri da sempre la lotta alla Gpa come prioritaria, si spiega con la tesi che questa serva “come arma di distrazione di massa per nascondere i fallimenti del governo”, dalla sanità che è al collasso, all’aumento della povertà, fino ai salari che sono i più bassi d’Europa. Inoltre è utile per fortificare “il filo nero” che collega Meloni a Trump, Bolsonaro e Orban, che è la “discriminazione di un gruppo sociale e il darlo in pasto all’opinione pubblica per ottenere consenso”. La destra per Zan lo fa con i migranti e con la comunità Lgbtq+.
Ha spiegato la promulgazione della legge da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dichiarando che lui non poteva fare altrimenti. Perché, come affermato recentemente dallo stesso Capo di Stato, capita di dover promulgare leggi che non condivide, perché rientra nei suoi doveri farlo.
A prescindere da ciò Zan ha dichiarato che considerare la Gpa come una reato universale significa “paragonarla al genocidio, al terrorismo o alla riduzione in schiavitù” e per lui “è una roba folle”. In Italia si puniscono cittadini per una pratica che all’estero è legale, “anche in grandi paesi alleati tra cui gli Usa, il Belgio, il Canada”. Quindi la premier “pretende di classificare come reato ciò che fuori dai nostri confini reato non è”.
Infine, alla domanda se il Pd farà ricorso alla Corte Costituzionale, Zan ha risposto che “queste norme hanno profili di criticità pesanti, vanno contro il principio di ragionevolezza e di proporzionalità, ma soprattutto contro l’articolo 3 della Costituzione, che dice che siamo tutti uguali davanti alla legge”. Ha concluso sottolineando che la decisione di trasformare la Gpa in reato universale è stata presa unilateralmente, “un’arroganza che viola anche il diritto internazionale”.
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