Erano tantissimi i giovani polacchi a seguire, in religioso silenzio, la notte elettorale. La paura era tale che quando sono usciti i primi exit poll, che si sarebbero rivelati esatti, nessuno aveva fiatato. Ma adesso che i risultati delle elezioni in Polonia sono definitivi e la divisione dei seggi è addirittura migliore di quella prima proiezione, quel silenzio tombale è stato sovrastato dall’euforia. Sono già due giorni che va avanti la festa.
A Varsavia, la Piattaforma Civica di Donald Tusk ha sfiorato il 60% dei consensi: “C’è nell’aria un senso di liberazione collettiva. Saremo all’altezza del compito – sottolinea Tusk, fresco di vittoria – e ripuliremo la Polonia dalle scorie di un sistema sempre più illiberale. Torneremo a essere un Paese con una magistratura indipendente e i media liberi, anche se sappiamo che non sarà una cosa immediata. Quello che è riuscito a fare il Pis sarà difficile da smantellare. A essere sinceri servirà un lungo periodo in cui dovremo scoprire qual è l’entità del danno che hanno fatto“.
Vicino a Tusk il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski, rappresentante della parte liberale di una formazione che vuole costruire un polo alternativo ai governi ultraconservatori ed euroscettici.
Tusk invita il presidente Duda a prendere rapide decisioni
Ma Varsavia rimane anche una grossa piazza democratica nella Polonia orientale che ha salvato da una sconfitta ancora più cocente Diritto e Giustizia (Pis), il partito che da otto anni governava un Paese al quale aveva imposto una svolta populista ed euroscettica.
Il presidente Andrzej Duda, uomo del Pis, darà comunque l’incarico di formare un governo al suo partito. Anche se margini per raggiungere una maggioranza non ci sono. Però, forte dei numeri, Tusk può permettersi di invitare Duda a prendere “decisioni forti e rapide“. Precisando che “i partiti democratici sono in contatto permanente e pronti ad assumersi le loro responsabilità in qualunque momento”. “Dire che abbiamo salvato anche l’Ue sarebbe da presuntuosi, ma senza dubbio le abbiamo dato una grossa mano“, afferma con orgoglio la deputata di Gdansk del partito centrista di Donald Tusk.
Giorgia Meloni verso il sostegno europeo a Von der Leyen
L’asse sovranista ora sembra più debole che mai e il voto polacco vuol dunque essere un vero e proprio spartiacque, soprattutto per il governo Meloni. Intanto in Spagna, l’inatteso successo di Tusk ha diviso il centrodestra, allontanando il Partito popolare dalla destra di Vox in vista delle prossime europee, con annessi infuocati botta e risposta.
In Italia, di sicuro, le reazioni saranno meno drastiche. Giorgia Meloni deve mandar giù il boccone amaro della sconfitta di Vox e Pis (e quindi del partito conservatore). L’eventuale battuta d’arresto della destra radicale in Polonia, perno del sovranismo Ue, potrebbe portare Giorgia Meloni a sostenere la maggioranza di Von der Leyen, che con i socialisti e i Popolari europei, dei quali fa parte la Piattaforma di Tusk, intende confermarla alla guida della Commissione europea.
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