La vittoria dell’ultradestra austriaca alle ultime elezioni politiche ha avuto una particolare risonanza nel nostro Paese, dove tutti i leader di partito, o quasi, hanno avuto qualcosa da commentare. Se l’eurodeputato Roberto Vannacci ha definito il risultato del voto come “democratico” e nulla di più, lo scontro più acceso è stato quello tra i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Due alleati il cui compito è quello di sostenere il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ma che negli ultimi mesi hanno trovato qualunque tipo di appiglio per farsi guerra.
Lega e Forza Italia hanno idee ben diverse su alcune questioni fondamentali, su questo non sembra esservi alcun dubbio, eppure il continuo battibeccare tra gli esponenti dei due partiti di maggioranza starebbe facendo sorgere qualche dubbio sulla tenuta del governo. Nessuno per ora sembra voler ipotizzare una frattura e gli stessi leader di partito confermano ad ogni occasione che il governo Meloni durerà fino al 2027 e forse anche per i cinque anni successivi. Nessuna crisi, nessuna lite e nessuno scontro tra gli alleati, insomma, ciò a cui l’Italia assiste sono normali dibattiti tra forze politiche, fini a se stessi e senza ripercussioni.
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L’ultimo dialogo, quindi, si è aperto a seguito del voto austriaco e della vittoria del Partito della Libertà (Fpo), conservatore, anti-europeista e secondo qualcuno anche “neofascista“. Mentre Matteo Salvini festeggiava per l’ennesima prova del “vento di cambiamento” che starebbe investendo l’Unione europea, Antonio Tajani decideva di mostrare all’intera Europa la sua posizione contraria all’elezione, chiedendo a gran voce che l’Fpo venga allontanato dal governo austriaco. Una posizione che ovviamente non è stata ben accolta dal leader leghista.
I contrasti tra Tajani e Salvini
La frattura tra Antonio Tajani e Matteo Salvini non sarebbe nata a seguito delle elezioni austriache. Già negli scorsi mese i due vicepremier avrebbero assunto posizioni ben diverse su alcuni temi divisivi della politica italiana. Primo tra tutti il delicato tema della cittadinanza. Il leader del Carroccio non gradì per nulla lo “strappo” di Tajani che decise di proporre una riforma su una questione ritenuta “di sinistra“, decidendo immediatamente di porre un freno alla questione dichiarando che per i leghisti la legge di cittadinanza attuale non ha nulla che non va.
Tra passi indietro e mitigazioni, la questione si è risolta in poche settimane con Forza Italia che ora si trova a combattere contro l’estremizzazione di una riforma da lei stessa proposta. Ancora prima di questo dibattito, i due vicepremier si sono scontrati sulla riforma costituzionale dell’Autonomia differenziata. Per evitare crisi di governo, gli azzurri hanno votato a favore del provvedimento in Parlamento, salvo poi esprimere diversi dubbi sulla sua applicazione. Ad oggi, Antonio Tajani, così come altri forzisti, chiedono di rallentare i lavori che riguardano l’Autonomia, così da poterne studiare bene gli effetti ed evitare risultati che possano essere deleteri per il Paese.
Oggi, però, lo scontro è sui commenti riguardanti il voto austriaco. Tajani ha aperto il dibattito questa mattina dichiarando che “bisogna escludere il Partito della Libertà dal governo austriaco e respingere ogni rigurgito fascista” dai Paesi dell’Ue. Matteo Salvini ha risposto, senza citare direttamente il leader di Forza Italia, sostenendo: “O c’è qualcuno che dorme male, che mangia pesante, perché non penso ci sia l’allarme neonazista in Francia, o in Germania, in Austria e in Olanda“. A rispondere direttamente al ministro degli Esteri ci ha pensato il capodelegazione della Lega all’Europarlamento, Paolo Borchia, che ha definito “ridicola” la posizione di Tajani.
Il fastidio di Meloni
Sembrerebbe però che a soffrire più di tutti degli scontri tra i due vicepremier sia la stessa Giorgia Meloni, da sempre nel mezzo tra i dibattiti. FdI ha solitamente evitato di inserirsi nelle questioni riguardanti gli altri due partiti di centrodestra, preferendo dettare linee guida da seguire e poi lasciare che gli scontri si risolvano autonomamente. Anche nel caso del voto austriaco, il Presidente del Consiglio ha deciso di non commentare l’accaduto ma alcune fonti interne a Palazzo Chigi avrebbero dichiarato che il premier non sarebbe affatto soddisfatto di come la questione sia stata gestita.
La linea di Fratelli d’Italia, infatti, vedrebbe anche in Europa il divieto di esclusione di forze politiche dalle coalizioni. Il caso austriaco, quindi, infastidirebbe non poco il premier. Ad esprimersi sulla vicenda è stato però il meloniano Carlo Fidanza che sui social, prima dello scontro tra Tajani e Salvini, aveva auspicato ad una “collaborazione” tra i partiti di centrodestra per evitare che nelle elezioni austriaca possa vincere la sinistra.
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