Von der Leyen trema e Meloni ci scherza su: “Non vorrei averla sulla coscienza”

La Presidente della Commissione Ue sta attraversando un momento di crisi. Le indagini sull'acquisto dei vaccini Pfizer e i dubbi di quattro Commissari europei sulla candidatura di Pieper a inviato per le Pmi stanno mettendo in dubbio il secondo mandato di Von der Leyen. Il rapporto con Meloni, poi, ha fatto storcere il naso a più di qualche leader

Redazione
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Il secondo mandato di Ursula Von der Leyen a Presidente della Commissione europea sembrerebbe non essere più tanto certo. Tra i fattori di rischio, oltre all’inchiesta sull’acquisto dei vaccini Pfizer durante l’emergenza pandemica e ai dubbi sulla candidatura di Markus Pieper, deputato del Ppe, a inviato Ue per le Piccole e Medie imprese, sembrerebbe esserci il rapporto piuttosto disteso tra la Presidente e Giorgia Meloni.

Se Von der Leyen, infatti, è parte fondamentale del Partito dei Popolari europei, Giorgia Meloni è presidente del Grippo dei Conservatori e Riformisti europei. Le due, però, almeno da quando Meloni è a capo del governo italiano, sembrano andare piuttosto d’accordo. Baci e abbracci spesso scambiati davanti a telecamere e fotografi, che però hanno fatto storcere il naso a più di qualche esponente politico.

Il premier di ritorno dall’Egitto avrebbe anche scherzato sulla questione, dichiarando: “Non vorrei avere Ursula sulla coscienza“. In realtà tale rapporto sembrerebbe nuocere un po’ ad entrambe. La stessa Presidente del Consiglio è finita infatti nel mirino dei sovranisti europei, primi tra tutti Matteo Salvini e Marine Le Pen, che stanno cercando di farle confessare le sue reali intenzioni, in vista delle Europee. Il premier, nello studio di Bruno Vespa, è rimasta però piuttosto vaga: “Quando c’è stato bisogno di criticarla l’ho fatto. Poi sono diventata premier, e a quel punto per il bene dell’Italia si è reso necessario un rapporto di collaborazione“.

Meloni sulle critiche degli altri Capi di governo: “Ma che rosicano?

I rapporti apparentemente amichevoli tra Von der Leyen e Meloni potrebbero causare uno scossone all’interno dell’Ue. Non è un segreto che le varie visite di Stato congiunte abbiano irritato gli altri leader europei. Sembrerebbe infatti che il francese Emmanuel Macron non abbia gradito il viaggio di coppia in Tunisia, mentre il tedesco Olaf Scholtz non avrebbe approvato la decisione italiana del centro migranti in Albania, sostenuta invece dalla Commissione europea.

Elly Schlein non commenta De Luca
Elly Schlein (Pd)

Il viaggio in Egitto, poi, avrebbe creato un certo risentimento un po’ ovunque, anche nel versante interno. Elly Schlein, segretaria del Partito democratico, avrebbe infatti commentato duramente la visita: “Gravissimo il volo di Von der Leyen con Meloni per promettere risorse al regime di Al Sisi“. Non solo lei in Europa la pensa così e ormai, in prossimità del voto europeo, i dissensi iniziano a farsi sempre più forti.

Il Presidente del Consiglio, però, non teme gli attacchi interni. “Pensa se ci fossero stati loro a Palazzo Chigi, Giorgia. Avrebbero usato la grancassa per esaltare i rapporti tra Roma e Bruxelles“, avrebbe commentato un ministro del centrodestra. La stessa Meloni, però, non le manda di certo a dire: “Le critiche ai miei rapporti con Von der Leyen, sono il tic di una sinistra disperata, che aveva scommesso sull’isolamento internazionale dell’Italia e gli è andata male“. Sull’aspetto internazionale, Meloni è più sensibile e sembrerebbe che una volta, di fronte all’ennesima critica di un esponente europeo, sia esplosa: “Ma che rosicano?“.

Ursula Von der Leyen a rischio crollo

A minare la rielezione di Von der Leyen concorrerebbero due elementi di crisi. Il primo riguarda l’apertura da parte della procura belga di Liegi di un‘inchiesta sull’acquisto di vaccini Pfizer, a cui hanno fatto seguito le richieste di indagini della Polonia, dell’Ungheria e infine anche di Eppo, la procura europea.

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Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Ue

Al centro dell’inchiesta vi sarebbero alcuni dubbi sulla trasparenza e l’integrità delle istituzioni europee perché, secondo una denuncia penale presentata dal lobbista belga Frédéric Baldan, la Presidente avrebbe avuto alcuni contatti informali con l’Ad di Pfizer, Albert Bourla, prima dell’acquisto dei vaccini. Tali contatti, avuti tramite sms, secondo il lobbista sarebbero stati fondamentali per l’acquisto di vaccini dal valore di 1,8 miliardi di euro.

Il secondo elemento di crisi è legato alla nomina dell’europarlamentare tedesco del Ppe, Markus Pieper, a inviato Ue per le Piccole e Medie Imprese. Secondo molti eurodeputati e quattro commissari – Josep Borrel, Thierry Breton, Paolo Gentiloni e Nicolas Schmidt, dietro alla scelta vi sarebbe una certa imparzialità. I quattro hanno contestato tale candidatura con una “lettera senza precedenti“, con cui hanno chiesto di discutere il caso nel collegio Ue, poiché “questa nomina ha sollevato interrogativi sulla trasparenza e l’imparzialità del processo di selezione“.

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