Il vertice di Parigi alla presenza della “coalizione dei volenterosi” si è concluso. Al presidente Emmanuel Macron è quindi spettato il compito di tirare le somme di questo summit e annunciare all’Ue e non solo quali sono le decisioni che sono state prese. Tra indiscrezioni e qualche parola pronunciata tra un momento di pausa e l’altro è apparso chiaro che il vertice è proceduto senza particolari problematiche.
Sembrerebbe però, che i 31 Paesi presenti non siano riusciti a trovare l’unanimità sulle modalità di invio delle truppe a Kiev. Il titolare dell’Eliseo ha però spiegato che al momento non è necessario che tutti i Paesi si trovino d’accordo su un’unica soluzione, in quanto “l’obiettivo resta sempre quello della pace“. Su questo non vi sarebbero dubbi, tanto che i volenterosi si sono detti tutti favorevoli a continuare il sostegno verso Kiev e soprattutto contrari all’eliminazione delle sanzioni verso Mosca.
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Macron: “Accordo sui tre pilastri su cui si baseranno le garanzie di sicurezza future”
“Non ha senso una politica di revoca delle sanzioni prima che la pace non sia chiaramente raggiunta“, ha spiegato il presidente francese, accusando la Russia di star fingendo di portare avanti dei negoziati. Tra le decisioni prese oggi, quindi, vi sarebbe l’invio di una “equipe franco britannica per preparare quello che sarà l’esercito ucraino di domani” e di una “forza di rassicurazione“. Si tratta di truppe provenienti da diversi Paesi europei che saranno stanziate in “alcuni luoghi strategici” dell’Ucraina dopo la pacificazione e che avranno “un carattere di dissuasione nei confronti di una potenziale aggressione russa“.
Quindi, i soldati non dovranno mantenere la pace né si sostituiranno all’esercito ucraino. Macron, trattando della mancanza di unanimità sull’invio di queste forze, ha specificato però che i Paesi sono riusciti a trovare un accordo almeno sui tre pilastri su cui qualsiasi garanzia di sicurezza futura dovrà basarsi. Si tratta di un esercito ucraino forte, una forza di rassicurazione che darebbe supporto in aree strategiche e una spinta più ampia per un riarmo dell’Europa.
Macron ha poi annunciato di voler incaricare i responsabili dei ministeri degli Esteri dei Paesi membri della coalizione di preparare entro tre settimane delle proposte su come monitorare il cessate il fuoco in Ucraina. In conferenza stampa, si è espresso anche il primo ministro britannico, Keir Starmer, che ha dichiarato soddisfatto che “l’Europa si sta mobilitando come non si vedeva da decenni“, per poi aggiungere però che la questione di un invio di peacekeeper in Ucraina è ancora prematura, in mancanza di un accordo di tregua operativo.
Zelensky: “La Russia non vuole alcun tipo di pace”
La presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, ha invece annunciato che L’Ue parteciperà a questa mobilitazione anticipando una parte dei prestiti del G7 per l’Ucraina. Al momento, Zelensky non si è ancora espresso apertamente sulle ipotesi in discussione, preferendo solo sottolineare la necessità che l’Europa dimostri di “potersi difendere” e aggiungendo che “la Russia non vuole alcun tipo di pace“.
Quest’ultimo pensiero sembrerebbe essere stato condiviso dai partecipanti al vertice. Come dichiarato da fonti Ue, infatti, sembra che questi abbiano espresso “dubbi sul fatto che Mosca rispetti la tregua“. In ogni caso, come riferito dal leader tedesco, Olaf Scholz, tutti i componenti del summit hanno dichiarato di essere favorevoli a proseguire con il sostegno all’Ucraina.
L’incontro tra Meloni e Von der Leyen a margine del summit
Tra i partecipanti del summit odierno figura anche Giorgia Meloni, che si è affiancata al premier britannico Keir Starmer, al cancelliere tedesco Olaf Scholz e al vicepresidente turco Cevdet Yilmaz, oltre ovviamente al presidente francese Emmanuel Macron.
Al momento la coalizione non è ancora riuscita a trovare una quadra su quanto dovrà accadere in futuro, ma sembrerebbe che si stia discutendo sulla possibilità di far svolgere la missione sotto il controllo e la protezione dell’Onu. Un’ipotesi che troverebbe favorevole anche l’Italia, che invece è contraria all’invio di truppe europee o sotto l’egida della Nato. Ieri sera, poi, è giunto a Parigi anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, a cui la Francia è già promesso nuovi aiuti militari dal valore di due miliardi di euro.
Mosca si è detta anche oggi “categoricamente contraria” all’impiego di forze di peacekeeping occidentali in Ucraina, sostenendo che “Londra e Parigi stanno mascherando con un’operazione di mantenimento della pace i loro piani di intervento militare“.
Secondo quanto si apprende, sembrerebbe che il premier Meloni abbia incontrato in privato la presidente della commissione Ue, Ursula Von der Leyen, margine del summit. Si sarebbe trattato di un breve colloquio di cui al momento non sono stati resi pubblici i contenuti.
Vertice di Parigi: i quattro punti discussi dai volenterosi
La discussione odierna si è concentrata dunque sulla “finalizzazione” delle garanzie di sicurezza da offrire a Kiev nel caso di un accordo di pace con la Russia. La presidenza francese ha stilato un programma in quattro punti che sarà seguito nel corso della giornata.
Innanzitutto, i volenterosi hanno discusso del proseguimento degli aiuti militari all’Ucraina e del contributo di ogni Paese in questo senso; poi, il vertice è proseguito sulla valutazione delle modalità di cessate il fuoco “completo” e sulla preparazione di un potenziale “dopo guerra“; in ultimo, i presenti hanno valutato le possibili condizioni che permetterebbero il dispiegamento di una forza europea in Ucraina a garanzia della pace.
Proprio quest’ultimo tema ha visto il sostegno di Francia e Regno Unito, primi fautori dell’idea, che hanno voluto spiegare che ogni decisione in questo senso sarà presa in “trasparenza” con i partner americani. Inoltre, è stato chiarito che questi eventuali soldati non svolgerebbero un lavoro di osservazione per un possibile cessate il fuoco, né sarebbero un’effettiva forza di interposizione. La riunione di oggi segue quelle avvenute lo scorso febbraio e si prefigge il compito di cercare di prendere decisioni che siano veramente operative.
Vertice di Parigi: il capitolo sulle sanzioni alla Russia
Nel corso del vertice è stata quindi discussa la posizione della Russia, che non sembrerebbe affatto vicina alla possibilità di accettare un accordo che porti ad un cessate il fuoco definitivo. Emmanuel Macron ha infatti sostenuto che Mosca “ha dimostrato la sua volontà di guerra e per questo è decisamente troppo presto per prendere in considerazione la revoca delle sanzioni“.
Un pensiero che è stato condiviso anche dal presidente del Consiglio Ue, Antonio Costa, che ha sostenuto la necessitò di continuare a “mantenere alta la pressione sulla Russia attraverso le sanzioni“, con l’obiettivo di raggiungere l’obiettivo di una pace giusta. Tale questione potrebbe essere stata discussa nel trilaterale tra Macron, Zelensky e Starmer, che si è tenuto poco prima dell’inizio del summit.
Il primo ministro britannico, Keir Starmer, ha accusato il presidente russo, Vladimir Putin, di aver fatto “promesse vuote” sull’accordo di cessate il fuoco in Ucraina, chiarendo che questo, al contrario di Zelensky, non sarebbe “una controparte seria in questi colloqui di pace“. Il leader britannico ha infatti ricordato che la Russia sta continuando ad attaccare l’Ucraina e in contemporanea “gioca con il cessate il fuoco navale concordato con il Mar Nero“.
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