La conferenza stampa di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha portato ad un risultato inaspettato e per alcuni anche ad un sospiro di sollievo. Una nota del Consiglio federale della Lega, massimo organo del partito, ha confermato il sostegno alla corsa d un candidato leghista nella Regione del Nord-est. “Il Veneto è un modello di buon governo apprezzato a livello nazionale e internazionale. Per la Lega, squadra che vince non si cambia“, si legge infatti nel comunicato, in cui viene poi specificata la “totale sintonia e condivisione degli obiettivi tra Matteo Salvini e Luca Zaia“.
La nota è anche un messaggio chiarissimo all’intera coalizione di centrodestra, in cui ultimamente si starebbe riflettendo per comprendere in che modo gestire la situazione Veneta. Giorgia Meloni poche settimane fa ha infatti specificato che dopo 15 anni di governo della Lega in Veneto è ora il momento che il candidato del centrodestra nella Regione provenga da Fratelli d’Italia, primo partito della maggioranza di governo, per riequilibrare le percentuali di territorio che ogni partito gestisce.
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L’ipotesi, ovviamente, non è stata accettata di buon grado da Luca Zaia, convinto di dover essere lui stesso il candidato in Regione, nonostante il prossimo sarebbe il quarto mandato consecutivo come presidente della Regione. Al momento, però, il grande ostacolo è la mancanza di una legge che consenta il terzo mandato nella Regione. L’impugnazione della legge campana, presentata dal presidente Vincenzo De Luca, non rappresenta un segnale positivo per la questione.
Veneto, l’accordo sul Veneto
Anche il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha sostenuto che la Lega è “assolutamente” al fianco di Zaia e che il prossimo passo è quello di trovare un accordo con il centrodestra che permetta alla Lega di continuare ad amministrare il Veneto. Se il ministro sembra fiducioso, in realtà la situazione è piuttosto complessa. Il presidente, nel corso della conferenza stampa di martedì, ha sostenuto di essere a disposizione della Lega e di essere pronto a candidarsi nel caso in cui si potesse ottenere uno sblocco della situazione sul terzo mandato.
Nel caso in cui questo non avvenisse, però, potrebbero aprirsi una serie di scenari piuttosto cupi. Se la Lega e Zaia dovessero continuare e muoversi sulla stessa linea, come sta accadendo ora, è possibile che la corsa in solitario di una lista civica del Veneto non si realizzi, e si eviti quindi anche un frattura interna al Carroccio. Resta però possibile che la Lega decida presentare un suo candidato da schierare in contrapposizione con quello delle opposizioni e con quello del centrodestra.
Al momento, infatti, sembra poco probabile che Giorgia Meloni ceda alle richieste della Lega, vista la sua convinzione che al momento spetti proprio a FdI il governo del Veneto. “Ovvio che noi speriamo in una corsa unitaria ma è fondamentale che ci siano i presupposti per farla bene“, ha poi sottolineato Zaia nel corso della conferenza, spiegando anche di comprendere i tentativi di FdI e FI di presentare candidati provenienti dalle fila del loro partito.
Secondo Zaia, poi, sarebbe incauto presentare ai veneti un candidato che non approvano o di cui non si fidano. Il governatore ha infatti specificato che nella catena delle priorità viene sempre prima il benessere del Veneto e solo successivamente quello del centrodestra e della Lega. Di conseguenza, secondo questo ragionamento, è necessario fare attenzione anche al nome da candidare: “Se prima vengono i veneti, penso sia giusto che nulla sia calato dall’alto“. In fin dei conti, secondo Zaia, il governo si trova di fronte ad una chiamata del popolo di una forza mai vista prima ed è quindi necessario saper rispondere nel modo più adeguato.
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