Lo scacchiere internazionale è una materia che l’eurodeputato indipendente della Lega, Roberto Vannacci, sembra conoscere piuttosto bene. O almeno questo è quanto traspare dalle sue ultime considerazioni sulla guerra in Ucraina e sugli eventuali negoziati che potrebbero nascere a breve, grazie agli accordi presi tra Stati Uniti e Russia.
I grandi esclusi, come è ormai noto, sono gli stessi ucraini e l’Unione europea, non invitata alle trattative che hanno preceduto l’apertura dei dialoghi in Arabia Saudita. A discutere del futuro di Kiev c’erano solo il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, che hanno dichiarato di aver intavolato una discussione positiva che può fungere da punto di partenza per la cessazione definitiva delle ostilità tra Mosca e Kiev.
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Perché l’Europa non è stata inclusa in questi dialoghi? Vannacci chiarisce che in sostanza la colpa è dell’Unione europea stessa, che si dimostra “debole” e “incapace di esprimere una posizione di primo piano” in tali questioni. Unico punto a favore riguarda il posizionamento dell’Italia, che continua a da avere un dialogo transatlantico positivo, che potrebbe sfruttare in futuro per avere un ruolo più centrale nella politica estera europea.
Vannacci: “L’Europa ha sempre chiuso ogni spiraglio negoziale”
L’ex generale ha dichiarato ai microfoni di Adnkronos di credere che il motivo della chiusura di Usa e Russia alla partecipazione dell’Ue ai negoziati sull’Ucraina sia legato alle posizioni che negli ultimi tre anni Bruxelles ha adottato su una possibile pacificazione. “L’Europa ha sempre parteggiato e votato per una guerra ad oltranza“, ha infatti sottolineato Vannacci, aggiungendo che l’Ue si è sempre mostrata chiusa nei confronti degli “spiragli negoziali“.
La logica conseguenza di queste azioni, dunque, è stata l’esclusione dai primi passi dei negoziati per l’Ucraina. L’Europa si è dimostrata la “grande assente“, ovvero un organismo che subisce e che “se va bene” reagisce. Azioni sempre tardive che di fatto indeboliscono la sua posizione in politica estera e permettono ad altre realtà di prendere il sopravvento.
Al contrario, in questi stessi anni l’Italia avrebbe assunto un ruolo sempre più centrale. L’ottimo dialogo transatlantico finora mantenuto ha quindi permesso al nostro Paese di assumere una posizione preferenziale che, secondo Vannacci, “potrebbe consentirci di emergere e trarre vantaggio da una situazione di ridefinizione degli equilibri internazionali“.
Una speranza su cui l’ex generale costruisce la possibilità tutta italiana di divenire sempre più cruciale negli assetti europei. Una nuova visione sovranista che vedrebbe la nostra Nazione con sempre più potere decisionale e soprattutto sempre più coinvolta nei ruoli apicali europei e nelle decisioni dei vertici dell’Unione.
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