Nel giorno del primo anniversario del ritrovamento di Giulia Cecchettin, 21enne uccisa dal suo ex fidanzato perché non disposta a proseguire la loro relazione, la presentazione della Fondazione creata a suo nome è stata oscurata da una dibattito politico che ha riguardato le parole del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, intervenuto con un videomessaggio che in un passaggio specifico ha fatto storcere più di qualche naso.
“Occorre non far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale“, avrebbe infatti dichiarato il titolare del Miur, creando un collegamento tra l’arrivo in Italia dei migranti irregolari e l’incremento dei delitti collegati alla violenza di genere. “Deve essere chiara a ogni nuovo venuto, a tutti coloro che vogliono vivere con noi, la portata della nostra Costituzione, che non ammette discriminazioni fondate sul sesso” ha poi proseguito il ministro, attirando su di sé l’attenzione delle opposizioni, che sono subito insorte.
Sulla questione avrebbe poi deciso di intervenire anche Gino Cecchettin, padre di Giulia e tra i fondatori del progetto oggi presentato nella Sala della Regina al Senato. “Le parole del ministro Valditara? Diciamo che ci sono dei valori condivisi e altri sui quali dovremo confrontarci, ecco“, avrebbe infatti commentato, lasciando intendere di non trovarsi d’accordo con le esternazioni del ministro. Alla presentazione della Fondazione hanno partecipato il Monsignor Matteo Maria Zuppi e molti altri, con l’obiettivo di proseguire la lotta contro la violenza di genere, sensibilizzare i più giovani sull’intelligenza emotiva e soprattutto aiutare coloro che si trovano in difficoltà per queste motivazioni.
Il discorso di Giuseppe Valditara
Il ministro dell’Istruzione è intervenuto nella presentazione per ricordare il ruolo fondamentale svolto dalle scuole nella sensibilizzazione su tematiche così delicate. Il titolare del Miur ha infatti ricordato che la battaglia al maschilismo e al machismo, che purtroppo ancora esistono nel nostro Paese, ha inizio proprio nelle aule scolastiche, in cui deve essere messa in atto ogni giorno “una battaglia culturale, che coinvolga le famiglie e coltivi relazioni improntate al rispetto verso il ruolo e il lavoro della donna“.
Il ministro avrebbe poi sottolineato che l’obiettivo principale da raggiungere riguarda la possibilità per tutte le donne di avere “varie opportunità di realizzazione personale e professionale“, così che non vengano lesi i valori di dignità della persona. Affinché questo fine sia perseguito, secondo Valditara, esistono due strade diverse. La prima sarebbe quella della “cultura ideologica“, che vorrebbe risolvere la questione femminile attraverso la lotta al patriarcato, e la seconda sarebbe “una strada concreta e ispirata ai valori costituzionali“.
Il ministro dell’Istruzione ha infatti evidenziato che il patriarcato, almeno come forma giuridica, è stato eliminato con la riforma del diritto di famiglia del 1974, che ha sostituito la famiglia fondata sull’eguaglianza a quella fondata sulla gerarchia. Oggi, quindi, la lotta contro la violenza di genere deve concentrarsi sul maschilismo, che “si manifesta in tanti modi, con la discriminazione sul posto di lavoro, con il cosiddetto catcalling e con il femminicidio“, e sul machismo.
Zanella: “Parole di Valditara sono pericolose“
“Non c’è alcuna correlazione tra femminicidi e immigrazione, come provano i dati statistici e la poderosa documentazione prodotta e pubblicata dalla Commissione Bicamerale d’inchiesta sul femminicidio“, ha dichiarato la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra Luana Zanella, rispondendo alle parole del ministro Valditara ed invitandolo a consultare il rapporto, nel tentativo di smentire le sue dichiarazioni. Secondo la capogruppo, infatti, sarebbe “molto grave” che un ministro dica “cose infondate” in occasione della presentazione di un progetto, al quale molte donne guarderanno e a cui parteciperanno.
Ben più dure le parole del segretario di +Europa, Riccardo Magi, che ha ricordato come, “secondo i dati diffusi dal ministero dell’Interno, oltre l’80% dei femminicidi in Italia è commesso da cittadini italiani“, per poi aggiungere: “Pensavamo che sabato con Delmastro avessimo raggiunto il punto più basso. E invece oggi è arrivato il ministro dell’Istruzione spacciatore di Fake news“.
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