Urso striglia l’Ue: “Il report Draghi non sia lettera morta o Ue non reggerà le sfide”

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, intervenuto al Consiglio Ue sulla competitività, ha chiesto nuovamente un rinvio del termine del 2035 allo stop produttivo del motore endotermico, esortando l'Ue a valutare la situazione odierna e capire i limiti della nostra competitività

Redazione
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Se non interveniamo subito, tra qualche mese troveremo qua fuori gli operai dell’industria europea, così come abbiamo trovato qualche mese fa gli agricoltori europei“, con queste parole il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha strigliato l’Unione europea nel corso del suo intervento al Consiglio sulla competitività. Il settore dell’automotive è troppo centrale nei Paesi europei per permettere alla transizione energetica di metterne in pericolo i profitti.

L’obiettivo del 2035 per lo stop al motore endotermico sembra irrealizzabile al ministro che vorrebbe in primis un rinvio di questa data, così come maggiori certezze per il settore. Secondo Urso, infatti, le incertezze che l’Unione europea non riesce a dissipare nel settore del motore elettrico, spingerebbero le industrie ad entrare in difficoltà e a diminuire la produzione e quindi i guadagni. Nell’ottica del momento di crisi che sta affrontando la comunità europea dal punto di vista della competitività, questa situazione non sembra quindi ideale.

Mario Draghi
Mario Draghi, ex presidente della Bce

Citando il rapporto di Mario Draghi sulla competitività, presentato ad inizio settembre, Urso ha ricordato come sia fondamentale investire prima di poter guadagnare: “È essenziale valutare quali debbono essere i prossimi finanziamenti per garantire la competitività dei nostri settori  produttivi“.

Germania: “Non rinvieremo il target del 2025

Il sottosegretario all’Economia della Germania, Sven Giegold, è giunto al Consiglio Ue sulla competitività decidendo di mettere in chiaro alcune questioni, in parte sollevate dal ministro Urso. “La Germania non vuole indebolire le norme sul clima, che fanno parte della regolamentazione. Per noi gli obiettivi climatici sono  fondamentali” ha sostenuto il tedesco, chiarendo che allo stesso tempo la Germania teme che i produttori di automobili in Europa possano essere “surclassati dai veicoli elettrici di altri Paesi“.

Giegold ha quindi riconosciuto la necessità di trovare un equilibrio che in qualche modo riesca sia a sostenere la necessaria transizione energetica sia a supportare il settore della produzione di automobili. Ciò su cui il ministro dell’Economia ha voluto essere chiaro è che al momento l’Ue non ha bisogno di nuovi carburanti che fingono solamente di essere neutrali, ma che in realtà producono gas serra dal suolo. “Abbiamo bisogno di neutralità ecologica anche per le autoe l’obiettivo della Germania è quello del 2035. “Quindi abbiamo avuto una conversazione amichevole  con il ministro Urso, ma non è lo stesso spirito” ha confermato il tedesco, ponendosi in contrasto con le richieste italiane.

Urso: “Va applicato report Draghi o Ue non regge la sfida

Adolfo Urso ha sottolineato l’importanza del report Draghi, sostenendone l’applicazione ed esortandone l’ascolto. “Noi chiediamo che il report di Draghi non resti lettera morta, che trovi immediate risposte da parte della nostra Unione europea e per questo ci aspettiamo che la nuova Commissione europea ne tenga conto nel programma di lavoro per il 2025” ha infatti dichiarato il ministro, evidenziando che senza di esso c’è il rischio che numerosi settori di produzione europei vadano verso il fallimento, a causa della concorrenza spietata di Usa e Cina.

È necessario, come dice Draghi, affrontare la tematica senza paraocchi, senza ideologie, ma con una visione di neutralità tecnologica. Altrimenti l’Europa non regge la sfida” ha tuonato Urso, aggiungendo che al momento è necessario rivedere le decisioni prese nel 2023, perché il quadro in cui queste dovrebbero inserirsi attualmente è cambiato. Secondo il ministro delle imprese i dati europei sarebbero preoccupanti e dimostrerebbero che ad oggi l’Ue non è in grado di raggiungere gli obiettivi che si è prefissata.

Per questo noi chiediamo alla Commissione, come prevede il regolamento sulle emissioni di CO2 sui veicoli leggeri, la rapida redazione dei due rapporti di  valutazione“, visto che è già presente materiale sufficiente per un’analisi completa della situazione.

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