La risoluzione della maggioranza sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio Ue è stata approvata alla Camera con 178 favorevoli e 98 contrari. Il premier ha tenuto circa un’ora di discorso, con toni fortemente contrari a quanto avvenuto in questi ultimi giorni in Europa.
Meloni ha parlato di “conventio ad excludendum” criticando l’ostracizzazione subita dal nostro Paese sui vertici per la decisione delle nomine. “L’Italia porterà a casa ciò che le spetta” ha dichiarato il presidente il Consiglio, convinta di poter ancora portare a casa un risultato ottimale. “È disgregante la linea politica di chi ha come priorità all’interno della costruzione europea l’obiettivo di mettere all’angolo” ha tuonato Meloni, aggiungendo: “La sfida di quest’Europa è lavorare con rispetto per unire le sue Nazioni, cercare punti di sintesi, lavorare insieme sulle grandi materie“.
Meloni ha poi sottolineato come le percentuali ottenute alle ultime elezioni europee non possano essere ignorate e come queste, in realtà, debbano essere utilizzate per comprendere che in Europa c’è “qualcosa che va modificato“. Il premier ha poi ribadito che “è una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini il non fare neanche la parte di chiedersi cosa vada modificato“.
Meloni: “In Europa non è possibile che decidano solo tre Paesi“
Giorgia Meloni ha poi criticato il vertice tra i sei negoziatori di Liberali, Popolari e Socialisti, che ieri hanno comunicato ufficialmente le loro intenzioni di voto. “Tre partiti che si considerano maggioranza distribuiscono incarichi apicali, io credo che questa maggioranza sia molto fragile ma non è questo il tema” ha sostenuto la leader di FdI.
“Le istituzioni europee non funzionano così – ha continuato il premier – gli incarichi apicali europei sono stati immaginati non in una logica di maggioranza e opposizione, ma di incarichi neutrali che dovevano garantire tutti“. Il Presidente del Consiglio ha poi evidenziato che dal suo punto di vista “non si parte da chi, ma da cosa si deve fare, e poi si cerca la persona più adeguata per quegli obiettivi“.
Inoltre, Meloni ha voluto rivolgersi all’opposizione italiana, sostenendo di trovare “abbastanza grave che rappresentanti del popolo italiano dicano ai loro colleghi europei che non bisogna trattare con la Meloni” perché “l’interesse nazionale viene prima dell’interesse del partito“. La presidente dei conservatori ha poi voluto mettere l’accento su una consuetudine europea: “Quando l’Europa individua i problemi, fa una cosa curiosa, ovvero dice ‘non intendiamo fornire agli stati membri gli strumenti per affrontarli. Ognuno si organizzi come può. Io penso che su alcune grandi strategie necessarie serva ragionare sugli strumenti che servono“.