Ucraina, Starmer e Macron presentano il piano per la pace: in cosa consiste e qual è il ruolo dell’Italia

Un processo in diverse fasi, già esposto a Zelensky, ma ancora da definire in tutte le sue parti. Una tregua di un mese e poi un lavoro di negoziazione per far ottenere a Kiev il miglior accordo possibile, seguito da un dopo guerra stabile e scevro di ogni pericolo di una nuova invasione

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Il vertice di Londra ha dato il via a quella che potrebbe essere una nuova fase della storia europea. Keir Starmer, primo ministro britannico, ha riportato il Regno Unito al centro dell’Europa e si è assunto l’onere di spingere l’Ue e in generale i Paesi dell’area transatlantica verso un sempre maggiore coinvolgimento nelle operazioni di pacificazione dell’Ucraina. Si tratta della tanto attesa risposta allo strappo di Stati Uniti e Russia che, diverse settimane fa, avevano annunciato la decisione di dare inizio ai dialoghi sulla pace senza Kiev e Bruxelles.

In una insolita giornata soleggiata, Starmer ha accolto 16 leader di Europa, Turchia, Ucraina e Canada, pronto ad annunciare le novità che l’ultimo periodo ha portato con sé. Lo scontro tra Zelensky e Trump nello Studio Ovale ha ovviamente occupato gran parte dei lavori, accompagnato però da quello che, almeno dal punto di vista italiano, potrebbe essere considerato un nuovo strappo. Gran Bretagna e Francia hanno lavorato in solitaria su un nuovo piano di pace per il conflitto russo-ucraino, con l’obiettivo di presentarlo a Donald Trump il prima possibile.

Un processo in diverse fasi, già esposto a Zelensky, ma ancora da definire in tutte le sue parti. Una tregua di un mese e poi un lavoro di negoziazione per far ottenere a Kiev il miglior accordo possibile, seguito da un dopo guerra stabile e scevro di ogni pericolo di una nuova invasione. A grandi linee, la proposta franco-inglese è proprio questa. Il tutto condito dalla possibilità di inviare sul territorio ucraino truppe europee.

Il piano è guardato con un certo scetticismo da Giorgia Meloni, che teme da un lato l’allontanamento dalle posizioni Usa e quindi un possibile svincolarsi di Trump dalla Nato e dalle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, e dall’altro riflette sulla troppa fretta dell’Europa, che rischia di prendere decisioni avventate e rovinare il proprio futuro e quello di Kiev.

Il piano di Francia e Gran Bretagna per la pace in Ucraina

Il piano presentato da Keir Starmer ed Emmanuel Macron sembra riflettere in parte il mantra della presidente della commissione Ue, Ursula Von der Leyen: “Serve una pace attraverso la forza“. Così, Francia e Regno Unito hanno ipotizzato di dare inizio ad una tregua di un mese in Ucraina, che riguardi gli attacchi aerei, navali e con obiettivo le infrastrutture elettriche di Kiev, anche se il Regno Unito ha sostenuto che un accordo sulla questione non è stato ancora raggiunto. Si tratterebbe di un “primo passo nella giusta direzione“, come sottolineato da Starmer, in quanto permetterebbe di congelare il conflitto e fermare le perdite di vite umane.

Poi, il piano si articola in diverse parti, tutte finalizzate alla firma di un accordo che garantisca “una pace giusta e duratura” al Paese di Volodymyr Zelensky e che allo stesso tempo permetta di lavorare ad un dopoguerra più sicuro. Innanzitutto, sarà necessario consolidare la posizione di Kiev, sia attraverso nuovi aiuti militari, sia mantenendo le pressioni economiche sulla Russia. In seguito, si potrà trattare per un cessate il fuoco definitivo, che apra la strada alla vera e propria pace tra le due realtà.

Il processo dovrà inoltre garantire la “sovranità” del Paese invaso e assicurare una protezione da parte di Ue e Usa negli anni che seguiranno la pacificazione. Al momento, il piano concerne l’intervento di Gran Bretagna e Usa, che hanno però già aperto alla possibilità di includere altri Paesi. “Una coalizione di volenterosi“, l’ha definita lo stesso Starmer, riprendendo una frase che George W. Bush usò per etichettare quei governi disposti a seguire gli Usa nell’invasione in Iraq.

La posizione dell’Italia: Meloni resta scettica

Il vertice di Londra ha confermato quanto in questi giorni era stato solo ipotizzato. Giorgia Meloni vuole attendere ancora e comprendere le evoluzioni di questa situazione, al fine di gestire al meglio ogni eventualità. Il piano di Starmer e Macron, quindi, potrebbe rivelarsi affrettato. “Si è corso troppo“, ha infatti sostenuto il premier, chiarendo che l’Ue deve svolgere il compito di mediatore e non lasciarsi andare a “tifoserie“.

Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio
Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio

Il ruolo degli Usa è fondamentale nel processo di pacificazione e senza di essi ogni sforzo dell’Europa potrebbe rivelarsi vano. Meloni conferma che l’obiettivo di tutti è il raggiungimento della pace per l’Ucraina, ma allo stesso tempo sottolinea come questa non possa essere ottenuta a scapito dell’unità dell’Occidente. La soluzione di Meloni, però, manca dell’aspetto pratico, su cui è ancora necessario intavolare delle decisioni. Ciò che è certo è che l’Italia nutre “perplessità” sull’invio delle truppe a Kiev.

La via favorita sarebbe quella di attuare un piano che si sviluppi sotto l’egida dell’Alleanza atlantica. Si tratterebbe di garantire all’Ucraina la protezione dell’articolo 5 del trattato Nato, che stabilisce che l’attacco armato a uno degli alleati è da considerarsi un attacco contro tutti, senza però permettere a Kiev di entrare a tutti gli effetti nell’alleanza.

Intanto, Macron rivolge a Meloni un appello, esortandola ad allinearsi alla sua proposta per il bene del futuro europeo ed ucraino. “Abbiamo bisogno di un’Italia che agisca a fianco della Francia, della Germania, nel concerto delle grandi Nazioni“, ha spiegato il presidente francese, prima di invitare Meloni a “impegnarsi, sulla di quanto ha fatto Mario Draghi“. Un appello per ora senza risposta, mentre il nostro Paese riflette ancora, nella consapevolezza però che gli ottimi rapporti tra la premier e Donald Trump potrebbero rivelarsi utili per la buona riuscita dell’accordo.

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