Kiev, Palazzo Chigi nega invio di forze militari. Tajani: “Favorevoli a missione Onu”

La riunione odierna tra il Presidente del Consiglio e i due vicepremier è lo step finale prima che il Presidente del Consiglio raggiunga Parigi, al fine di partecipare alla riunione della "coalizione dei volenterosi", per discutere del possibile invio di truppe di interposizione in Ucraina

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Non inviare militari in missione che non siano delle Nazioni unite, è l’unica condizione per noi per inviare militari“, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a seguito della conclusione del vertice con Palazzo Chigi avvenuto in preparazione dell’incontro di Parigi, che si svolgerà domani. Il vicepremier si è espresso convintamente, sottolineando che resta da prendere in considerazione l’opzione dell’articolo 5 bis della Nato, che potrebbe essere attuato per assicurare le garanzie di difesa all’Ucraina, senza però permetterle di entrare nell’Alleanza Atlantica.

Il dibattito è in corso ma siamo concordi, ne abbiamo parlato con il Presidente del Consiglio, il vicepresidente Salvini, il ministro della Difesa Crosetto“, ha spiegato il leader di Forza Italia, sottolineando quindi che c’è condivisione sulle posizioni che domani ricoprirà il premier. La questione è stata affrontata ufficialmente anche da Palazzo Chigi che, in una nota, ha ribadito come “non sia prevista alcuna partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno“.

Inoltre, è stato sottolineato che, nel corso della riunione, è stato riaffermato l’impegno alla costruzione, insieme ai partner europei e occidentali e con gli Stati Uniti, di “garanzie di sicurezza solide ed efficaci per l’Ucraina che trovino fondamento nel contesto euroatlantico“. Palazzo Chigi ha poi sostenuto che tale proposta si basa sul modello previsto dall’articolo 5 del Trattato di Washington, “ipotesi che sta riscontrando sempre più interesse tra i partner internazionali“.

Il vertice di Parigi

La riunione odierna è quindi lo step finale prima che il Presidente del Consiglio raggiunga Parigi, al fine di partecipare alla riunione della “coalizione dei volenterosi“, per discutere del possibile invio di truppe di interposizione in Ucraina. La presenza italiana è dovuta al fatto che si starebbe prendendo in considerazione la possibilità di dare avvio ad una missione di pace sotto l’egida Onu e quindi esterna all’Ue e alla Nato.

Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio
Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio

Il premier, quindi, è intenzionata a proporre nuovamente la soluzione moderata dell’articolo 5 bis della Nato, che di fatto garantirebbe all’Ucraina il sostegno dei Paesi Ue, sia bellico che economico, al contempo evitando che la Nazione entri nell’alleanza atlantica. Tale soluzione, secondo Meloni, eviterebbe di creare conflitti con la Russia, che continua a ribadire che il divieto di entrata di Kiev nella Nato è una delle prerogative per giungere alla conclusione del conflitto.

Tajani: “Europa e Stati Uniti facce della stessa medaglia”

Il ministro degli Esteri ha poi sottolineato che l’Europa deve rimanere unita per contrastare i pericoli che giungono dall’esterno o anche dall’interno. “Io sono europeista e non abbiamo altra scelta, se vogliamo tutelare gli interessi degli italiani, che credere nell’Europa“, ha sottolineato il vicepremier, sottolineando poi la necessità di portare aventi un dialogo con gli Usa.

Non possiamo cambiare una visione strategica di politica estera che si basa su due pilastri, il rapporto transatlantico e l’Europa, a seconda del momento e di chi guida questo o quel Paese“, ha chiarito il vicepremier, sostenendo che l’Europa e gli Usa sono “due facce della stessa medaglia” e in quanto tali devono continuare a collaborare. Se non si proseguisse su questa via, arrivando quindi alla frantumazione dell’Occidente, si permetterebbe la vittoria delle autocrazie e di quei Paesi in cui la “democrazia è molti limitata“.

Tajani ha poi riconosciuto che l’Europa non è perfetta” e quindi “si può migliorare“, ma allo stesso tempo ha riconosciuto che il lavoro di uomini con De Gasperi, Adenauer e Schuman, ha permesso di creare un’Unione che ad oggi è “garanzia di pace“.

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