Trump, Meloni e Musk: un triangolo transatlantico che promette scintille, con l’Europa (ancora una volta) a mani vuote

Mentre l’Europa trema, l’Italia scommette su Musk. L'alleanza tra il miliardario e la Presidente del Consiglio potrebbe sembrare bizzarra, eppure potrebbe rappresentare il trampolino di lancio per l'economia italiana, soprattutto nel settore High-tech, così come l'inizio della disgregazione finale dell'Unione europea

Martina Onorati
6 Min di lettura

Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, l’Europa si trova davanti all’ennesima, potenziale “brutta notizia” d’oltreoceano: un’America in cui si rafforza la tendenza “isolazionista”, in cui l’agenda “America First” rischia di far deragliare le partnership storiche con i Paesi europei. Ma mentre l’Unione Europea cerca di rimanere unita – più o meno – nel fronteggiare queste nuove incognite geopolitiche, l’Italia di Giorgia Meloni si è messa in moto, con un approccio diplomatico e alternativo. Non perdendo di vista Bruxelles, ma guardando anche verso Elon Musk, il patron di Tesla, Starlink e chi più ne ha, più ne metta.

Europa nel panico, Italia nel futuro?

Trump al comando vuol dire sostanzialmente una sola cosa per l’Europa: arrangiatevi. Il miliardario non ha perso tempo nel ribadire che l’America si aspetta un aumento delle spese militari da parte degli alleati. La minaccia è chiara: o l’Europa si rimbocca le maniche e investe in una propria difesa autonoma, oppure Washington farà quello che sa fare meglio… andarsene.

E mentre la Germania si ritrova a fare i conti con un’economia traballante, un governo vacillante e con un 2024 che si preannuncia difficile, l’Italia sembra avere una carta segreta (o forse neanche tanto) da giocare: Elon Musk. Il visionario miliardario e Meloni sembrano avere una sintonia inaspettata, una sorta di “flirt strategico” – anche se entrambi si affrettano a smentire ogni possibile gossip sentimentale. Ma gossip o meno, il dialogo c’è, e potrebbe dare all’Italia quel vantaggio competitivo che tanto sogna nel campo della tecnologia, dell’intelligenza artificiale, e delle telecomunicazioni.

Meloni e Musk: un’alleanza che “spazzerà” via le frontiere europee?

L’asse Meloni-Musk potrebbe sembrare bizzarro, ma a guardare bene, non lo è affatto. Entrambi condividono idee di sovranità (ognuno a modo suo), oltre alla passione per l’innovazione, la tecnologia e l’autonomia energetica. Musk, con la sua rete Starlink, potrebbe trasformare l’Italia in un centro di sviluppo avanzato per le telecomunicazioni e l’intelligenza artificiale, rendendo il Paese un punto di riferimento per i progetti tecnologici di domani. Insomma, se c’è un Paese che potrebbe trasformare i “capricci” diplomatici di Trump in un vantaggio, sembra proprio essere l’Italia.

Mentre l’Europa discute di tassare i giganti del tech, l’Italia sembra aver capito che, forse, potrebbe essere più conveniente invitarli a cena e poi tassarli (Gasparri e Salvini docent). Un Musk in vena di collaborazioni potrebbe portare al Bel Paese una pioggia di investimenti e, diciamolo, anche qualche vantaggio competitivo non da poco. E chissà, magari Meloni potrebbe anche strappare condizioni commerciali favorevoli per le imprese italiane nel caso di nuove tariffe USA contro i partner europei, un po’ come l’amico Trump ama fare.

Una NATO… per l’Italia, con Musk al posto di Washington?

Tornando alla difesa, se c’è un nodo spinoso per l’Europa post-Trump è proprio questo. Trump ha chiarito che l’America non sarà piùil portafoglio della NATO” se l’Europa non aumenta la propria spesa. E mentre gli altri Paesi dell’Unione continuano a discutere su come finanziare una difesa comune, l’Italia ha già un piano B pronto e impacchettato, o almeno così sembra: Musk. Grazie alle infrastrutture satellitari di Starlink, l’Italia potrebbe garantirsi una rete di comunicazioni altamente sicura, autonoma e fuori dalla portata di qualsiasi instabilità politica transatlantica.

L’Europa fra l’anti-Trumpismo e la tecnologia (che va altrove)

Per l’Europa, Trump è sempre stato un “problema ideologico“, incarnando tutto ciò che l’Unione ama dichiarare di voler superare: protezionismo, populismo, accordi bilaterali su misura. Ma nel 2024, il ritorno dell’ex presidente trova un’Europa più divisa che mai, con il nucleo franco-tedesco che non gode della stessa solidità di qualche anno fa, e con una Germania che già rischia una seconda recessione consecutiva. Trump, che poco apprezza le crisi altrui, punta sul protezionismo, inasprendo i dazi, e costringendo l’Europa a considerare con chi vuole davvero giocare questa partita.

L’Italia, intanto, cerca di “uscire dalle righe” con una partnership unica. E se le tensioni con l’Europa dovessero crescere, potrebbe addirittura capitalizzare ulteriormente questa posizione autonoma, affermandosi come centro tecnologico e di telecomunicazioni avanzato, puntando proprio su chi non ha bisogno di confini né di permessi: Elon Musk.

Un’Italia tecnologica e “fuori dagli schemi”

Per l’Europa, questa strategia italiana può sembrare un tradimento o, per lo meno, una deviazione. Ma l’Italia punta sulla sua tradizionale abilità nel “fare di necessità virtù“. Perché se i tempi impongono relazioni bilaterali, tanto vale scegliere quelle più convenienti, no? Con Meloni alla guida e Musk al fianco, Roma potrebbe ritagliarsi un ruolo di spicco proprio nei settori che plasmeranno il futuro, dall’intelligenza artificiale alla sicurezza digitale.

Con il ritorno di Trump e la prospettiva di un’Europa sempre più sola e divisa, l’Italia potrebbe paradossalmente giocarsi una partita tutta sua, con una carta mai vista prima: l’asse Meloni-Musk. Un asse che può sembrare strano, ma che potrebbe proiettare il Paese in una nuova era digitale, un passo avanti rispetto ai “soliti” alleati europei. Ma tutto questo presupporrebbe la disgregazione finale dell’Unione europea. Un prezzo troppo alto da pagare per chiunque, per l’Italia più che per gli altri.

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