2,3 milioni di cinghiali che invadono le città. Via all’emendamento che permette di cacciarli e poi anche di mangiarli. Lollobrigida: “La selezione di animali serve a tutelare tutti”
Troppi cinghiali. La soluzione? Abbattiamoli e mangiamoli.
Paliamo infatti di un numero altissimo. Sono circa 2,3 milioni i cinghiali che ‘invadono’ le città e le campagne italiane. Non a caso, solo nell’ultimo anno si è verificato un incidente ogni 41 ore con 13 vittime e 261 feriti gravi.
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Serve una soluzione immediata, secondo la Coldiretti. Infatti, per la Confederazione, l’81% degli italiani pensa che il problema vada affrontato con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero. Mentre il 69% sostiene che i cinghiali siano troppo numerosi e ben il 58% li considera una grossa minaccia.
Allarme “peste suina”
Ma ai problemi di sicurezza si affianca anche l’emergenza “peste suina”. Reti anti-cinghiali, allargamento delle zone per la caccia e piani di contenimento erano stati già attuati nel corso dell’ultimo anno per fronteggiare l’emergenza che aveva interessato diverse regioni italiane pronte a piani di emergenza e zone rosse.
L’emendamento: è caccia al cinghiale in città
Non a caso, nell’esame dell’emendamento proposto da FdI si è parlato della possibilità di cacciare in città gli animali selvatici (a tutela della pubblica incolumità e della sicurezza stradale) e poi anche di mangiarli, chiaramente dopo le necessarie analisi igienico-sanitarie. Non si parla espressamente di cinghiali, ma di questi si è discusso, e urlato, nell’esame dell’emendamento, tra l’altro, il primo a essere valutato in commissione Bilancio, e l’ultimo a essere approvato sette giorni dopo, quando la conclusiva seduta notturna sembrava ormai già chiusa.
Le proteste dei Verdi
Dure le proteste dei Verdi, pronti a fare un esposto in Europa: “Sono animali protetti come lupi, orsi e volpi”. In compenso, Avs ottiene il rifinanziamento con un milione del fondo per la cura e il recupero della fauna selvatica.
Nonostante le poche risorse, non manca, come in ogni manovra, la carica dei micro-interventi in tutti i settori. Ce n’è per tutti i gusti: dalla flora alla fauna. Arrivano 2 milioni in ristori per gli allevatori le cui bufale sono state colpite da brucellosi e tubercolosi. Altri 8 milioni per il programma nazionale della pesca e dell’acquacoltura 2022-2024, ristori strutturali (2 milioni all’anno dal 2024) per i vigneti colpiti dalla flavescenza dorata.
Tra natura e turismo, all’Unione nazionale delle pro loco d’Italia arrivano 900mila euro per il 2023 e 1 milione all’anno per 2024 e 2025. Vanno 14 milioni in tre anni a Sport e salute per il progetto ‘Bici in Comune’. Rifinanziato con 500mila euro il mini-fondo del ministero del Turismo per i cammini religiosi. Risorse, poi, a sostegno delle vetrerie di Murano con 1,5 milioni di euro per il fondo previsto dal Mimit.
La soddisfazione di Coldiretti
L’ emendamento in manovra, che consente la caccia ai cinghiali in città trova piena soddisfazione nel presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “La situazione – sottolinea – è diventata insostenibile in città e nelle campagne con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole ma viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali senza dimenticare i rischi per gli allevamenti e il Made in Italy a tavola con la diffusione della peste africana”.
Lollobrigida: “La selezione di animali serve a tutelare tutti”
“Non si tratta di attività venatoria ma si permetterà di affrontare finalmente in maniera seria e non con una dispersione di energie economiche enormi e inutili, il problema per contrastare alcune patologie che mettono a rischio la vita di centinaia di migliaia di animali – spiega il ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida – la selezione di animali serve a tutelare tutti. Ogni volta che la peste suina arriva vicino ad un allevamento sono migliaia gli animali che rischiano di essere macellati immediatamente. “Per il ministro “bisogna decidere: o ci si volta dall’altra parte o si trovano soluzioni efficaci e fortunatamente in questa legge finanziaria c’è una soluzione a salvaguardia della sanità pubblica e dell”interesse economico di coltivatori, allevatori e cittadini; spendiamo infatti cifre enormi solo per gli incidenti stradali causati dagli ungulati”. Gli agricoltori “smettono di produrre perché i loro campi vengono devastati da un numero improprio di animali che non garantisce nemmeno la salvaguardia della specie”.
Il testo apre alla possibilità di abbattimenti di fauna selvatica per motivi di sicurezza stradale anche in aree protette e nei centri urbani. I cinghiali abbattuti, inoltre, saranno sottoposti ad analisi igienico-sanitarie e in caso negativo saranno destinati al consumo alimentare.
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