Rottura nelle trattative per il contratto metalmeccanici: la Uil annuncia mobilitazioni e scioperi

Le settimane a venire saranno decisive, con il governo che si prepara a varare nuove misure e i sindacati che continuano a mobilitarsi per ottenere un rinnovo contrattuale che risponda in modo adeguato alle esigenze dei lavoratori

Redazione
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La trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici 2024/2027, che vede coinvolte le principali sigle sindacali – Fiom, Fim e Uilm – e le associazioni datoriali – Federmeccanica e Assistal – ha subito una battuta d’arresto. Lo ha annunciato questa mattina Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, al termine del tavolo di confronto, rivelando che le distanze tra le parti erano ormai troppo ampie, in particolare riguardo agli aumenti salariali proposti. Il fallimento della trattativa, che non ha portato ad alcun accordo, è stato il preludio a una serie di azioni di mobilitazione da parte dei sindacati.

Metalmeccanici: lo sciopero

Secondo quanto riportato, le organizzazioni sindacali hanno deciso di intraprendere una serie di iniziative per far sentire la propria voce. Tra queste, sono previste assemblee in tutti i luoghi di lavoro, e si prepara lo sciopero di otto ore su base territoriale che sarà programmato nelle prossime settimane. Oltre a questo, i sindacati hanno annunciato il blocco delle flessibilità e degli straordinari, come ulteriore strumento di pressione. Il cuore del conflitto risiede proprio nel mancato accordo sugli aumenti salariali: le organizzazioni sindacali ritengono che la proposta avanzata da Federmeccanica, che prevede l’adeguamento salariale basato sull’indice di inflazione Ipca-Nei, non sia sufficiente a garantire il potere d’acquisto dei lavoratori.

La controparte, infatti, sostiene che il contratto già contempli meccanismi di adeguamento alla crescita dei prezzi, un’argomentazione che non ha convinto i rappresentanti dei lavoratori, i quali hanno ribadito il rifiuto di “contratti a zero euro”, cioè di incrementi che non garantiscano un reale aumento del reddito.

La proposta sindacale, infatti, prevede un aumento di 280 euro mensili per i lavoratori del livello medio, distribuito su tre anni, mentre la proposta di Federmeccanica si limita a confermare gli adeguamenti previsti in base all’inflazione. Secondo le stime dell’Istat, l’adeguamento previsto dall’indice Ipca-Nei si tradurrebbe in un incremento di circa 173,37 euro lordi per il livello C3 dal 2025 al 2028, ma i sindacati ritengono che questa cifra non sia sufficiente a rispondere alle reali esigenze dei lavoratori del settore.

Metalmeccanici: l’incontro a Palazzo Chigi

La situazione è diventata ancora più complessa a causa del confronto che ha avuto luogo ieri tra i sindacati e il governo, in relazione alla manovra economica. L’incontro a Palazzo Chigi ha evidenziato le difficoltà di dialogo tra l’esecutivo e le sigle sindacali, con il segretario della Cgil, Maurizio Landini, e lo stesso Bombardieri che hanno confermato lo sciopero generale previsto per il 29 novembre. Le critiche al governo riguardano la scarsa attenzione riservata ai temi del lavoro e dei salari, e la mancanza di investimenti in questi ambiti, mentre la premier Giorgia Meloni ha difeso la manovra, evidenziando gli interventi in tema di Irpef, pensioni e sostegno alle famiglie. Tuttavia, la distanza tra le posizioni rimane sostanziale, con i sindacati che chiedono misure concrete per aumentare i salari e ridurre le disuguaglianze, mentre il governo, pur mostrando una certa apertura al dialogo, ritiene che i margini di manovra siano limitati.

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