Giovanni Toti indagato per truffa allo Stato. La difesa: “Errata interpretazione dei fatti”

L'accusa verterebbe su un contratto concesso al gestore di uno stabilimento balneare di Ameglia, che l'ex governatore Toti e l'ex assessore Giampedrone sembra abbiano frequentato gratuitamente

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Un’altra inchiesta vede nel mirino l’ex governatore della Liguria, Giovanni Toti, indagato per truffa ai danni dello Stato. Secondo quanto riportato dal Secolo XIX on line che cita l’ipotesi degli inquirenti, la vicenda si baserebbe su un contratto, prima da co.co.co e poi da dipendente, pattuito con soldi pubblici a Davide Marselli, gestore di uno stabilimento balneare che, secondo l’accusa, Toti frequentava gratuitamente.

Ad essere indagato, è anche l’ex assessore regionale alla Protezione civile, Giacomo Giampedrone, che sembra si recasse regolarmente presso il medesimo stabilimento ad Ameglia, comune italiano in provincia di La Spezia.

Stando alle prime indiscrezioni emerse e come riportato dal quotidiano genovese, il fascicolo era stato aperto a La Spezia, nello stesso periodo in cui si stava portando avanti l’inchiesta, che un anno, portò agli arresti domiciliari dell’allora presidente della regione Liguria, con l’accusa di corruzione. Il dossier si era poi concluso con il patteggiamento, due anni e tre mesi, convertiti in 1620 ore da impiegare in lavori socialmente utili, che aveva portato all’esclusione delle accuse più gravi, tanto che Toti aveva parlato di “amarezza e sollievo per la fine di una vicenda tormentata“.

Nelle ultime settimane, il fascicolo è stato trasferito a Genova, arrivando al pm Andrea Ranalli. La Procura spezzina avrebbe contestato che Marselli non avrebbe mai svolto i compiti per cui era stato assunto e per cui avrebbe quindi percepito più di 80 mila euro lordi. I rilievi effettuati dalla Guardia di Finanza mostrerebbero che tale cifra sarebbe andata a compensare quanto Toti e Giampedrone avrebbero “risparmiato” per frequentare lo stabilimento e il ristorante della concessione.

Toti: “Tutto pagato regolarmente”

Il legale difensore dell’ex presidente ligure, Stefano Savi, ha commentato le indiscrezioni sull’inchiesta affermando che Giovanni Toti sia “letteralmente trasecolato” e che l’inchiesta stessa si baserebbe su una “errata interpretazione dei fatti“. Sembrerebbe, infatti, che “ogni presenza di Toti e della sua famiglia – spiega l’avvocato – allo stabilimento balneare, peraltro usato da moltissimo tempo, e negli ultimi anni in modo sempre più sporadico, è stata regolarmente pagata dallo stesso Toti o da un suo familiare“.

Secondo l’avvocato Savi, che era al corrente di un’indagine in corso ma non del suo contenuto e che avrebbe appreso dalla stampa del procedimento, “appare singolare che i pagamenti, per lo più fatti con strumenti tracciabili, non siamo stati riscontranti vista la mole di indagini che lo hanno coinvolto“.

In riferimento all’attività di supporto politico per il quale Marselli era retribuito, l’ex governatore ha spiegato di ritenere che “sia stata svolta con scrupolo oltre che passione ed era nota a tutti“. Inoltre, la posizione di staff politico ricoperta da Marselli delineata in un “contratto ritenuto regolare dalla Regione, lo accomuna alla situazione di altre decine di persone con un contratto simile“.

Al momento, difatti, non sarebbe chiara quale sia “la peculiarità di questo rapporto, se non quella di essere alle dipendenze di Giampedrone e amico di Toti“, visto che “questa persona sarebbe da anni anima delle campagne elettorali“. Quindi, “sempre commentando notizie di stampa, non si capisce la contestazione diretta a lui e non ad altri“, puntualizza il legale difensore del giornalista. Secondo l’ex assessore, inoltre, nella vicenda contestata sotto la lente dei giudici, sarebbe “tutto regolare”.

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