Toti, arriva lo sfogo: “Il nemico della politica? La politica stessa”

L'ex governatore ha trovato l'accordo con la procura per patteggiare due anni e un mese. La decisione finale la darà il gup che dovrà fissare un'udienza; La pena che Toti patteggia con la procura verrà sostituita con lavori socialmente utili per 1.500 ore

Redazione
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Nuovi sviluppi nell’inchiesta per corruzione che ha sconvolto la Regione Liguria. L’ex governatore della Regione, Giovanni Toti, dopo aver raggiunto l’accordo per il patteggiamento afferma che il vero nemico della politica non è la magistratura, ma la politica stessa. Lo scrive l’ex presidente su Facebook.

Di fatto, per Toti, la politica ha costruito la gabbia in cui è essa stessa rinchiusa. L’ex governatore ligure chiarisce che lui stesso si è adoperato per cambiare tale meccanismo, ma ne ha pagato personalmente le conseguenze. “Io continuo a considerare le imprese che investono una risorsa. Credo anche che lo scontro non sia tra Toti e i magistrati di Genova, ma tra una politica ipocrita che ha approvato e applaudito leggi morali, anzi moraliste e i pochi che credono in una democrazia liberale dove le persone vengono giudicate sui fatti e non sui pregiudizi“, aggiunge Toti.

Toti: l’accordo per il patteggiamento

L’ex governatore, Giovanni Toti, ha trovato l’accordo con la procura per patteggiare due anni e un mese. La decisione finale la darà il gup che dovrà fissare una udienza. La pena che Toti patteggia con la procura verrà sostituita con lavori socialmente utili per 1.500 ore.

É stato un periodo difficile per l’ex governatore della Liguria, che dopo aver rassegnato le sue dimissioni era calato nel silenzio stampa. Solo il 2 settembre sera l’ex presidente é tornato in televisione come ospite di Quarta Repubblica su Rete 4: “Io sono in pace con la mia coscienza. Sono molto sereno. Credo di avere dato tutto quello che potevo alla politica e i risultati nella regione Liguria si vedono”.

Toti: “Riconosciuta legittimità degli atti”

L’avvocato Stefano Savi afferma che nell’accordo tra i procuratori e la difesa di Toti, l’accusa riconosce che l’ex governatore non abbia mai usufruito delle somme raccolte dal suo comitato politico, utilizzate solo per le attività politiche. Per Savi, cadono le accuse di corruzione e le altre ipotesi di reato con l’esclusione della cosiddetta “corruzione impropria”, ovvero per atti legittimi degli uffici. “Al termine di oltre tre anni di indagini, continue intercettazioni, pedinamenti, filmati e quasi tre mesi di detenzione domiciliare, l’accordo prevede una sanzione di circa 1.500 ore di lavori di pubblica utilità e la restituzione da parte del Comitato Toti delle somme direttamente contestate”.

Dopo l’accordo sul patteggiamento, Toti ha commentato che il patteggiamento non vuol dire essere colpevoli. “Le transazioni suscitano sentimenti opposti: da un lato l’amarezza di non perseguire fino in fondo le nostre ragioni di innocenza, dall’altro il sollievo di vederne riconoscere una buona parte“. L’ex governatore poi afferma come il reato “di contesto” definito corruzione impropria, legato non ad atti ma ad atteggiamenti, sia una accusa difficile da provare per la sua evanescenza. Per Toti è chiaro che davanti questo finale debbano essere evidenti i fatti avvenuti nella loro conclusione. Ciò pone fine alla tormentata vicenda che ha pagato una istituzione oltre alle persone coinvolte e che lascia alle forze politiche il dovere di fare chiarezza sulle troppe norme ambigue.

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