Torino, Salvini: “Ok transizione ecologica, ma attenzione a vietare auto”

Il ministro dei Trasporti ha affermato che "dal punto di vista del governo combatto perché tutti i motori possano continuare a essere prodotti, venduti e comprati"

Redazione
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Durante la cerimonia di inaugurazione del Salone Auto Torino, l’esposizione di vetture da strada e da corsa che si tiene da venerdì 13 a domenica 15 settembre, è intervenuto il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini.

Il leader della Lega ha parlato della sua presenza la prossima settimana a Budapest insieme ai colleghi ministri dei Traporti europei “per far tornare il buonsenso e farlo prevalere rispetto all’ideologia”. Con questo fa riferimento a temi come la transazione ecologica e il divieto di auto a combustione.

Salvini saluta il salone con un augurio: “Tanti anni di successo al Salone dell’auto di Torino spero con la presenza di Marchi italiani”.

Matteo Salvini, ministro dei trasporti
Matteo Salvini, ministro dei trasporti

Salvini: “Equilibrio tra mobilità dolce e chi usa auto”

Il ministro ha affermato che è necessaria la transizione ecologica, quindi l’uso delle auto elettriche entro 30 anni, ma è importante anche non dimenticare la necessità di tutelare i lavoratori del settore. Per questo bisogna essere cauti nel mettere fuori legge e fuori mercato tra 10 anni le auto a combustione interna, benzina e diesel. Lo definisce “un suicidio economico, sociale, industriale e ambientale senza nessun senso”.

Il ministro ha detto che l’obiettivo è cercare di tutelare l’ambiente ma anche i milioni di lavoratori del settore. Ha ricordato che svolge il ruolo di ministro dei Trasporti da un paio di anni e in questo periodo ha dichiarato di aver sempre ricercato l’equilibrio tra “il diritto alla mobilità dolce – chi ama andare in bicicletta in monopattino e con il nuovo codice della strada andrà però con casco, targa e assicurazione obbligatoria – e chi usa l’auto non per diletto ma per lavoro“. Per Salvini chi vuole espellere le auto farebbe un danno produttivo nelle città. Ci tiene a sottolineare che non fa riferimento a Torino, “ma ad altri ambienti”.

Poi parla della questione auto provenienti dalla Cina e afferma che se ne occupa il ministro Urso. Dal canto suo è pro al libero mercato, “ma non dobbiamo diventare una colonia cinese”. La priorità e far lavorare l’industria italiana, dopodiché si pensa a quella cinese e “ognuno è libero di scegliere”.

Il futuro di Stellantis

Il ministro dice di essere fiducioso sul futuro dell’auto affermando che dato il ruolo che svolge può combattere “perché tutti i motori possano continuare a essere prodotti, venduti e comprati”.

Riguardo al futuro di Stellantis – il gruppo automobilistico con sede nei Paesi Bassi nato nel 2021 dalla fusione tra PSA (ex Peugeot-Citröen) e FCA (a sua volta nata dalla fusione tra Fiat e Chrysler) – Salvini non sa dare una risposta. Ha consigliato di chiedere ai proprietari per chiarire l’uso che ne è stato fatto dei miliardi di euro di finanziamento e dei contributi pubblici forniti loro negli anni.

Il gruppo ha annunciato la sospensione fino all’11 ottobre della produzione della Fiat 500 elettrica nello stabilimento torinese di Mirafiori. Questo è in crisi da tempo e la produzione di auto al suo interno è in calo in questi ultimi anni. Oggi produce solo la 500 elettrica e due modelli di Maserati. Il gruppo spiega che la produzione della 500 è stata sospesa per calo della domanda, che sarebbe legato “all’andamento del mercato elettrico in Europa, che è profondamente in difficoltà per tutti i produttori, soprattutto europei”. Salvini ha commentato la situazione dicendo che “avere per un mese Mirafiori rallentata preoccupa me come preoccupa gli operai”.

Mix pubblico-privato

Il ministro dei Trasporti si è reso disponibile a considerare investimenti privati per migliorare e rafforzare il servizio ferroviario, soprattutto sull’Alta velocità, ma a patto che siano di controllo pubblico. Ancora non gli è stato presentato alcun progetto, ma “io sono molto pragmatico e poco ideologico”.

Il vicepremier ha affermato: “Un conto è svendere o spezzettare, ma se ci sono dei privati che con il controllo dello Stato vogliono mettere dei loro capitali per migliorare il servizio e la rete ferroviaria, che ha bisogno di tanti investimenti, perché no?”. Precisa che non parla di quotazione di Borsa, ma di privati che vogliono investire sull’Alta Velocità e in Ferrovie dello Stato, con la condizione necessaria del controllo statale.

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