Todde “tranquillissima” dopo le contestazioni: “Non sono decaduta, ma non devo per forza restare”

Todde, inoltre, ha dichiarato di sentirsi sostenuta dalle forze del centrosinistra, che da subito le hanno mostrato solidarietà; in particolare il leader pentastellato Giuseppe Conte e la segretaria del PD Elly Schlein

Redazione
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A due giorni dal terremoto politico che ha scosso la Regione Sardegna, la presidente Alessandra Todde si dice “tranquillissima” e pronta a proseguire con i suoi incarichi finché il Consiglio regionale non prenderà la sua decisione. La governatrice, eletta lo scorso 26 febbraio alla guida della Sardegna, rischia di perdere il posto di Consigliera regionale, e di conseguenza di presidente, a causa di sette contestazioni sollevate dal Collegio di garanzia della Corte d’Appello di Cagliari, che l’ha poi dichiarata decaduta.

Todde, però, ribadisce che l’ordinanza-ingiunzione che la vede protagonista è un semplice atto amministrativo e non un atto definitivo. “Non sono decaduta, sono nelle piene funzioni di presidente della Regione Sardegna“, ha continuato Alessandra Todde, chiarendo poi che la decadenza può essere determinata solamente dal Consiglio regionale. Questo si riunirà a seguito della Giunta per le elezioni e solo allora vi sarà una decisione sul destino della presidente.

Alessandra Todde, Regionali in Sardegna
Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna

Questa però sembra vivere la situazione con una certa positività, continuando a sostenere di essere estranea a tutte le accuse e di confidare nel lavoro della magistratura e della sua squadra. “Ho fornito un memoria alla Corte d’Appello e ora aspetto con serenità una decisione“, ha infatti dichiarato l’esponente del M5S, sottolineando di non essere attaccata al suo ruolo di presidente, ma di vederlo piuttosto come un servizio reso alla comunità. “Vengo dal privato, non devo per forza restare in politica“, ha infatti sibilato Todde.

Todde: “Sono fiduciosa, perché le cose sono lineari

Alessandra Todde, quindi, non crede di poter essere dichiarata decaduta per le sette contestazioni presentata, poiché nessuna di esse può essere considerata la causa di una decadenza. “Questa può avvenire solo perché non è stata fatta la dichiarazione nei termini o perché sono state sforate le spese“, ha quindi spiegato la governatrice sarda, chiarendo poi che alcune delle contestazioni riguardano il comitato che l’ha rappresentata e non lei stessa in prima persona.

Sono fiduciosa perché le cose sono lineari” ha continuato, chiarendo che il mandatario e il conto corrente esclusivo, di cui la corte sottolinea la mancanza nel corso della sua campagna elettorale, sono obbligatori quando si ricevono contributi da terzi. “Io non avrei accettato contributi da terzi, li ha raccolti il comitato con nomi e cognomi“, ha continuato la presidente. Per quanto riguarda, invece, gli attacchi da parte delle altre forze politiche, Todde non ha negato che queste siano arrivate, ma ha anche sottolineato di essere “preoccupata poco del logoramento” e di non volersi “fare dare lezioni da chi in Parlamento difendeva la nipotina di Mubarak“.

La presidente, inoltre, ha dichiarato di sentirsi sostenuta dalle forze del centrosinistra, che da subito le hanno mostrato solidarietà. La presidente ha dichiarato di aver parlato con il leader pentastellato, Giuseppe Conte, e con la segretaria del Pd, Elly Schlein, che hanno dimostrato la “forte coesione” della maggioranza, anche in un momento complesso come questo.

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