Terzo mandato, FdI frena ancora: “Luca Zaia non è eterno, c’è bisogno di alternanza”

La disputa tra FdI e Lega sul Terzo mandato prosegue senza esclusioni di colpi. La scelta del prossimo presidente del Veneto è al centro della questione e FdI non ha intenzione di cedere: "Chiediamo che ci venga attribuito un peso proporzionale ai nostri voti"

Redazione
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Il Terzo mandato per i sindaci e i Presidenti di Regione è il nuovo tema caldo che rischia di spaccare la coalizione del centrodestra. Una riforma voluta dalla Lega e osteggiata da FdI, che dovrebbe essere discussa in Senato il prossimo 20 febbraio, ma che continua a creare discordie tra i due partiti di maggioranza. Il partito di Salvini non vuole lasciare la presa, mentre Giorgia Meloni si aspetta un ritiro della proposta al più presto possibile come “gesto di responsabilità” nei confronti del Parlamento. Una mossa che permetterebbe al centrodestra di non giungere diviso alla prossima discussione in Affari costituzionale, lasciando quindi un varco aperto alle opposizioni per attaccare.

Luca Ciriani
Luca Ciriani

Insomma, il ritiro di una riforma che non si esclude possa essere discussa nuovamente in periodi più semplici in nome di un bene superiore, ovvero la sopravvivenza del governo Meloni. A dirlo senza mezzi termini è Luca Ciriani, ministro dei Rapporti con il Parlamento, che ha sottolineato come “non sia il caso di approvare il Terzo mandato all’interno di un decreto che parla di altro“. Tommaso Foti aveva già evidenziato come mancassero i requisiti di necessità e urgenza per l’attuazione del Terzo mandato e oggi Ciriani lo conferma, per poi parlare apertamente del nodo della questione: “Anche Luca Zaia non è eterno“.

Terzo Mandato, Luca Zaia commenta la disputa

La questione centrale delle elezioni regionali in Veneto previste per il 2025 non è più un argomento taboo. Ormai se ne parla apertamente e nella questione è voluto intervenire anche Luca Zaia, oggetto del contenzioso. “Non sono eterno e questo sicuramente è vero” ha commentato il governatore del Veneto su Radiouno, confessando che nel caso in cui la riforma del Terzo mandato dovesse essere approvata lui deciderà se ricandidarsi “qualche giorno prima“. Si tratterebbe del suo quarto mandato, considerando che è in carica dal 2010, e secondo FdI il principio dell’alternanza sta iniziando a venire meno.

Luca Zaia, governatore Veneto
Luca Zaia, governatore del Veneto

Zaia, però, propone un punto di vista diverso, quello dei cittadini che devono avere possibilità di scelta senza vincoli: “Se decidiamo di mettere al centro i cittadini nella scelta della classe dirigente, allora dobbiamo togliere il blocco dei mandati, che in Italia in maniera atipica esiste solo per i sindaci e i governatori, mentre non esiste per parlamentari o presidenti del Consiglio“. Il governato del Veneto, chiude poi con una battuta scherzosa, cercando di alleggerire il tono della questione: “Mi fa sorridere che l’unico dibattito in questo Paese sia il sottoscritto, mi sento come San Sebastiano… io ho altro da fare, non ho tempo da perdere“.

Terzo Mandato, Crippa assicura: “Nessun ricatto sul premierato

La tensione sulla riforma del tetto dei mandati continua a salire ed è il leghista Andrea Crippa che tenta di riportare un po’ di tranquillità. il vicesegretario si è inserito nella questione volendo sottolineare che nel partito non c’è alcuna volontà di ricatto nei confronti di FdI. “Non c’è alcun tipo di ricatto, se non passa il Terzo mandato non è detto che non passi il premierato” ha dichiarato Crippa, ribadendo che l’obiettivo della Lega è solo quello di garantire a chi governa la possibilità di “sottoporsi al giudizio del popolo“.

Andrea Crippa sulle Regionali
Andrea Crippa

Ciriani, però, non sembra convinto e continua la sua battaglia per l’unità della maggioranza. “La nostra stella polare è l’alleanza del centrodestra“, dichiara per poi ribadire le richieste di FdI: “Chiediamo che ci venga attribuito un peso proporzionale ai nostri voti, sarà il Veneto, sarà il Piemonte“. Insomma la corsa alle Regionali del 2024 non è ancora finita, ma il centrodestra è già proiettato al 2025.

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