È stata confermata dal Tar del Lazio la sospensione di 11 mesi dall’Esercito “con conseguente uguale detrazione di anzianità e dimezzamento dello stipendio” per Roberto Vannacci, generale ed europarlamentare della Lega, a causa della pubblicazione del suo libro controverso Il mondo al contrario. Lo ha riferito l’avvocato di Vannacci all’AGI.
Vannacci, la conferma della sospensione
Il Ministero della Difesa a fine febbraio scorso aveva disposto la sospensione disciplinare dall’impiego per quasi un anno nei confronti del generale, dopo l’inchiesta sulle affermazioni contenute nel suo libro. L’avvocato di Vannacci, Giorgio Carta, aveva però fatto ricorso, che ora è stato respinto dalla Tar del Lazio, confermandone la sospensione.
L’avvocato ha dichiarato che il Tar ha preso questa decisione perché considera il libro di Vannacci “come un intervento di natura politica, che, a suo avviso, giustifica la sanzione applicata dall’amministrazione militare”. Comunque per Carta “la vicenda non è da ritenersi conclusa”, perché verrà presentato appello al Consiglio di Stato per chiedere la riforma della decisione del Tar. Ha aggiunto che, se necessario, la questione verrà portata “all’attenzione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, laddove si valuterà che la libertà di espressione non solo del generale Vannacci, ma di tutti i militari italiani meriti un attento vaglio anche in ambito europeo”.
Le polemiche sul libro
Il libro Il mondo al contrario, pubblicato nell’agosto del 2023, è stato scritto e autoprodotto dal generale, e ha scatenato sin da subito una bufera di critiche. Il militare nelle oltre 300 pagine del testo scrive una serie di affermazioni estreme sugli omosessuali, considerate persino omofobe, e contro femminismo, migranti e ambientalismo. L’Esercito aveva “preso le distanze” affermando che non era a conoscenza “dei contenuti” del libro e il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva annunciato un’azione disciplinare esortando, via social, a “non utilizzate le farneticazioni personali di un generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le forze armate”.
Il generale aveva però respinto le accuse dichiarando che “sono state estratte frasi dal contesto e su queste sono state costruite storie che dal libro non emergono” e aveva dichiarato di non essere né omofobo né razzista. “Niente passi indietro. Se metterò a rischio la carriera lo avrò fatto per una giusta causa: la lotta al pensiero unico” aveva dichiarato, sottolineando di non pentirsi di aver scritto il libro.
Nel libro il generale afferma che la società è schiava delle minoranze. E parlando di omosessuali e coppie gay scrive che “normali non lo siete, fatevene una ragione!”, perché “la normalità è l’eterosessualità”. Vannacci prende posizioni contro coloro che definiscono “civiltà e progresso” quando gli “occupanti abusivi delle abitazioni prevalgono sui loro legittimi proprietari; quando si spende più per un immigrato irregolare che per una pensione minima di un connazionale e quando le città si trasformano in luoghi per single benestanti e alternativi mentre lavoratori, operai e famiglie sono costretti ad abbandonarle”. Fa riferimento anche alla questione migranti e alle “discutibili regole di inclusione e tolleranza imposte dalle minoranze”.
Archiviato fascicolo Russia
C’è però una notizia positiva per l’europarlamentare, poiché il gip del tribunale Militare di Roma ha accolto la richiesta avanzata dalla Procura Militare, disponendo l’archiviazione del procedimento penale militare a carico di Vannacci, per l’ipotesi di reato di truffa militare. Il procedimento si riferiva alla presunta truffa riguardante le indennità di missione legate alla presenza della moglie del generale in Russia, quando era addetto militare nell’Ambasciata d’Italia. Anche questa notizia è stata riportata all’AGI dal difensore di Vannacci.
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