Tajani sul sovraffollamento nelle carceri: “Servono pene alternative, senza cadere nel lassismo”

"Siamo sostenitori anche del regime carcerario duro ma, come qualsiasi forma di detenzione, deve consistere solo nella privazione della libertà, non della dignità" ha sostenuto il leader di Forza Italia Antonio Tajani, chiarendo che il partito è al lavoro per cercare soluzioni che migliorino le condizioni di vita di detenuti e dipendenti

Redazione
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Il vicepremier forzista Antonio Tajani è intervenuto questa mattina nel corso dell’incontro riguardante l’iniziativa “Estate in carcere” organizzata nella sede di Forza Italia a Roma. L’evento si è quindi trasformato in un momento fondamentale per discutere della piaga dell’emergenza carceraria, che affligge ormai da anni il nostro Paese. Sovraffollamento e mancanza di operatori e dipendenti sono le due falle maggiori che si registrano nelle carceri italiane, in cui quindi i detenuti sono costretti a vivere in condizioni che spesso non rispettano la loro dignità.

Il ministro degli Esteri ha quindi sottolineato la volontà del partito di lavorare affinché la vita nel carcere migliori, senza però che le nuove norme cadano nel “lassismo” perché “siamo sostenitori anche del regime carcerario duro ma, come qualsiasi forma di detenzione, deve consistere solo nella privazione della libertà, non della dignità“. Tajani ha quindi voluto sottolineare la differenza tra “garantismo“, ovvero il concetto a cui si rifà Forza Italia, e “lassismo“, ovvero la volontà di rendere le pene carceraria più blande. Quest’ultima, quindi, non sarebbe una possibilità che è stata presa in considerazione.

Nel corso del suo intervento, il vicepremier ha poi affrontato il delicato tema dei suicidi in carcere, sottolineando che “ci sono troppi suicidi tra i detenuti ma anche tra la polizia penitenziaria, che tra tutti i corpi armati e quello  che ha la percentuale maggiore di suicidi“. Le soluzioni per evitare che queste tragedie continuino a verificarsi sono però più complesse da perseguire, perché “c’è una mancanza di strutture” ma “per quanto riguarda l’edilizia carceraria c’è bisogno di tempi più lunghi“.

Tajani: “Bisogna lavorare sulle pene alternative

Antonio Tajani ha spiegato che Forza Italia e il Partito Radicale si erano preposti l’obiettivo di visitare le carceri in tutte le Regioni d’Italia, per toccare con mano le difficoltà e i bisogni di chi lavora e di chi è detenuto in queste strutture. “Il tema del sovraffollamento è stato riscontrato nella media del 110%, ma ci sono carceri dove si arriva anche al 200% in più, come nel carcere di Brescia” ha sostenuto il ministro, sottolineando quindi la gravità dei dati sulle carceri italiane.

Parlando di soluzioni riguardanti questa problematica, il leader di Forza Italia ha sostenuto la necessità di avere “più giudizi di sorveglianza” perché all’interno delle carceri vi sarebbero “tante persone che dovrebbero uscire dal carcere ma rimangono perché ci sono dei ritardi“. Oltre a questa possibilità, però, c’è da considerare anche l’ipotesi delle pene alternative, “per i tossicodipendenti da scontare in comunità di recupero“, insieme alla ricerca di “case di reclusione per i detenuti che non hanno domicilio“.

Antonio Tajani, ministro degli Esteri
Antonio Tajani, ministro degli Esteri

Tajani ha poi ricordato lo spinoso tema della carcerazione preventiva, allo studio del Ministero della Giustizia, su cui è necessario lavorare a fondo perché ad oggi “il 50% di quelli che si trovano in questa condizione poi verranno assolti“. Procedendo su questa strada, quindi, evitando il carcere per coloro a cui effettivamente non è necessario, il sistema penitenziario italiano potrebbe ricominciare a respirare e soprattutto a funzionare non solo come uno strumento punitivo ma anche come un’occasione per la riabilitazione del detenuto.

Tajani ha poi aggiunto che Forza Italia ha deciso di chiedereun’indagine ufficiale da parte della Camera sulla condizione delle carceri italiane“, con la possibilità di presentare a chi se ne occuperà le documentazioni che il partito ha finora raccolto. Una possibilità utile per continuare a lavorare nella direzione giusta, chiedendo rispetto per i detenuti e per chi lavora quotidianamente nelle strutture detentive italiane.

Tajani: “Più reati non vuol dire più detenuti

Il ministro ha poi deciso di cogliere l’occasione per rispondere alle critiche di chi ritiene che la stretta sui reati voluta dal governo Meloni sia una soluzione deleteria per la situazione delle carceri. “Incrementare il numero dei reati non significa aumentare il  numero dei detenuti” ha infatti sostenuto Antonio Tajani, ricordando che Forza Italia e il governo non hanno intenzione di approvare riforme di tipo lassista, ma di concentrare gli sforzi del sistema carcerario solo su chi merita realmente di trovarsi in carcere.

Noi dobbiamo fare in modo che chi è accusato non stia in carcere se non ce ne siano le ragioni” ha infatti evidenziato il vicepremier, sostenendo poi che sia arrivato il momento di “eliminare le ragioni del malessere per quanto riguarda la dignità della persona“, pur continuando a perpetrare sanzioni nei confronti di chi viola la legge.

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