“Stamane la nostra ambasciatrice a Teheran è andata al ministero degli Esteri iraniano, ha incontrato il viceministro degli Esteri, il quale ha detto che ancora non è stato formulato il capo di imputazione, e appena la giustizia iraniana la comunicherà agli Esteri verrà detto per quali motivi è stata arrestata“. Sono queste la parole del vicepremier Antonio Tajani espresse riguardo il caso di Cecilia Sala nel corso del programma Zona Bianca.
“I tempi sono quelli che sono, – ha poi aggiunto il ministro – ma abbiamo notato una certa disponibilità soprattutto per quello che riguarda il trattamento di Cecilia. Il dialogo è aperto. Stiamo lavorando per riportarla a casa il prima possibile“. Purtroppo infatti, i tempi di rilascio per la cronista italiana arrestata a Teheran “non sono ipotizzabili“, in quanto riguarda una trattativa estremamente delicata, spiega il ministro degli Esteri Tajani e la situazione è abbastanza complicata. Motivo per cui, “abbiamo chiesto il massimo riserbo, di non enfatizzare e di lasciare lavorare chi in questo momento è operativo, la nostra ambasciata e il nostro cons0lato“.
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In collegamento su Rete Quattro, il vicepremier ha difatti sottolineato l’impegno dell’Italia nel voler svolgere nel modo migliore possibile la propria attività a favore di Sala. Nel compito del governo, si conta anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che è “direttamente interessata alla situazione“, spiega Tajani, mentre si sta cercando di risolvere il problema in stretto contatto con la famiglia “che viene aggiornata direttamente da me“.
Il doppio filo con l’arresto di Sala
Ma come si sta ipotizzando da diversi giorni, l’arresto della cronista potrebbe essere collegato a Mohamed Abedini. Motivo per cui, la magistratura italiano starebbe valutando i presupposti per l’estradizione del cittadino iraniano-svizzero, arrestato all’aeroporto di Malpensa lo scorso 16 dicembre “non perché ha commesso reati in Italia ma prché c’era un mandato di cattura internazionale emesso dagli Stati Uniti”, dichiara il vicepremier.
Si tratterebbe del tecnico che sembra coinvolto nel programma di droni di Teheran ed è ritenuto dagli Stati Uniti complice di un attentato in Giordania durante il quale perirono tre soldati statunitensi. Il fatto sembra possa essere riconducibile al caso di Cecilia Sala, in quanto le autorità iraniane potrebbero averla arrestata per cercare di ottenere, in cambio della sua libertà, la scarcerazione di Abedini. “Comunque il detenuto è trattato come tutti i detenuti in attesa di giudizio. Finché non è condannato definitivamente c’è la presunzione di innocenza“, spiega Tajani facendo notare che in carcere Abedini ha avuto infatti la possibilità di telefonare e di consultare il suo avvocato, quindi potendo esercitare tutti i diritti relativi alla detenzione.
Tajani: “E’ una ragazza forte ed una giornalista esperta“
Riguardo alle condizioni della giornalista de Il Foglio, il ministro nel su intervento telefonico a Zona Bianca ha tenuto a rassicurare che Sala “sta bene” definendola come una “ragazza forte ed una giornalista esperta” e sottolineando come le condizioni di detenzione della cronista siano migliori di quelle che aveva dovuto sopportare nel 2022 la blogger romana Alessia Piperno nella medesima struttura carceraria di Evin. Infatti, Sala sarebbe in cella isolata, ha spiegato il vicepremier fornendo ulteriori aggiornamenti sulla situazione.
Difatti, l’ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei, nel suo incontro con il viceministro degli Esteri iraniano, avrebbe notato una certa “disponibilità da parte iraniana riguardo il trattamento di Sala” e “Amadei – ha aggiunto Tajani nel concludere il suo intervento – si è prodigata affinché Cecilia sia trattata nel miglior modo possibile“.
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