Tajani: “I magistrati? Si lamentano di Vannacci e poi fanno la stessa cosa”

Il vicepremier forzista ha ribadito che la magistratura deve rimanere estranea dalle correnti politiche e allo stesso tempo non deve superare i limiti imposti dal suo potere; solo così è possibile la convivenza in un unico sistema, dove ogni potere ha i suoi compiti e i suoi confini. La scelta dei Paesi sicuri, in relazione all'intesa Italia-Albania, secondo il ministro non fa parte delle competenze possedute dai magistrati

Redazione
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Non sono i magistrati a dover decidere quali sono i Paesi sicuri“, anche il vicepremier forzista Antonio Tajani è certo di questa affermazione. La democrazia si basa sull’equità e la separazione dei poteri e nel momento in cui uno di questi supera i confini degli altri allora si rischia che l’intero sistema Paese crolli. Questa considerazione è ormai quasi un docet della maggioranza, che già si sta riorganizzando con l’obiettivo di far ripartire il progetto dei centri per migranti in Albania.

Proprio da Schengjin e Gjiader ha preso piede il cortocircuito, a causa di dodici migranti che dopo aver messo piede in Albania hanno dovuto far ritorno in Italia, perché il Tribunale di Roma non ha convalidato il loro trattenimento, in quanto Bangladesh ed Egitto, Paesi da cui provengono, non sarebbero sicuri. Così da un lato il centrodestra italiano continua a ribadire che la lista dei Paesi sicuri deve essere redatta dall’esecutivo e dall’altro il centrosinistra continua a ripetere che in realtà la decisione non è stata presa dai magistrati italiani, ma dalla Corte di Giustizia Ue.

Quindi, l’unica colpa della magistratura italiana sarebbe quella di aver rispettato i dettami di una Corte sovranazionale e di averne applicato le decisioni, almeno secondo il centrosinistra. Oltre alla questione dei presunti “giudici politicizzati“, Tajani nel corso di un’intervista al Corriere della Sera ha trattato dei suoi propositi sul viaggio in Israele e Palestina e delle critiche che in questi giorni stanno ricevendo i contingenti Unifil che si trovano in Libano.

Tajani: “Si lamentano di Vannacci e poi fanno la stessa cosa

Il ministro degli Esteri sembra particolarmente colpito dalla questione della mancata indipendenza della magistratura e anche senza citare direttamente una riforma della Giustizia, sembra ben poco convinto del funzionamento attuale del sistema giuridico. Incalzato sulla presenza di un conflitto tra governo e magistrati, Tajani ha infatti dichiarato che questo non esisterebbe perché il problema non sarebbe l’intera magistratura, ma una sua parte: “Una corrente che si chiama Magistratura democratica, storicamente legata all’allora partito comunista, che prima attaccava Silvio Berlusconi e ora attacca Meloni“.

Proprio in questo senso Tajani ha nuovamente ribadito che per un magistrato dovrebbe essere impossibile scegliere una parte politica. “Un magistrato non deve essere politicizzato, come non esistono carabinieri di destra e di sinistra” ha dichiarato il ministro degli Esteri, prima di affondare con una profonda critica nei confronti dell’intero sistema: “Si lamentano del generale Vannacci, ma fanno la stessa cosa“. Il leader di Forza Italia ha infatti spiegato che sono giunte critiche all’attuale eurodeputato della Lega, poiché sarebbe stato ritenuto scorretto che un generale facesse politica, mentre ora ad un magistrato è permesso aderire ad una corrente.

Il generale Roberto Vannacci
Il generale Roberto Vannacci

I magistrati non possono fare come vogliono” ha continuato il vicepremier, sottolineando come la Corte europea abbia emesso una sentenza che fosse troppo generica: “Parlava di parti di territorio non sicure, ma deve essere venuto meno il controllo, altrimenti anche l’Italia non è sicura“. Proprio per far fronte a questa mancanza da parte della Corte Ue, l’esecutivo italiano ha indetto un Consiglio dei ministri che ha proprio lo scopo di produrre una nuova lista dei Paesi sicuri, scelta dalla politica italiana, e utilizzabile dal Paese. “Questo è un decreto, una fonte primaria, non possono esserci contestazioni” ha concluso il ministro degli Esteri.

Tajani: “Forse con Unifil si poteva fare di più

Trattando poi della trasferta in Israele e Palestina che avrà inizio oggi, Tajani ha sostenuto che l’obiettivo è ovviamente quello di continuare a trattare affinché si giunga ad un cessate il fuoco e alla liberazione di tutti gli ostaggi, soprattutto alla luce dell’uccisione di Yayha Sinwar, che ha rappresentato l’estinzione dell’ala militare di Hamas. L’Italia continuerà a portare avanti le sue iniziative umanitarie, in particolare Food for Gaza che ha permesso di portare nella Striscia tonnellate di aiuti umanitari, così come continuerà a discutere per l’apertura di una via diplomatica.

I Paesi arabi hanno un ruolo importante per il futuro della Palestina e del Libano” ha sostenuto Tajani, ricordando che anche la mediazione con queste Nazioni sia fondamentale per la fine del conflitto mediorientale. Al momento però la pace sembra solo un lontano ricordo, visto che Israele prosegue con le sue offensive su Gaza e il Libano continua a bombardare lo Stato ebraico; in questo senso, Tajani ha quindi ricordato che è necessario lavorare per creare un territorio in cui queste problematiche non si verifichino più.

Nonostante i comportamenti di Israele, Hamas ed Hezbollah è fondamentale evitare un’escalation regionale dalle conseguenze imprevedibili” ha infatti sostenuto Tajani, sottolineando che una modalità di azione potrebbe essere quella di creare due zone cuscinetto, gestite separatamente dalle forze libanesi e da Unifil. Al contempo Tajani ha però riconosciuto che i contingenti dei Caschi Blu dovranno impegnarsi maggiormente per garantire la stabilità del territorio libanese.

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