Tajani incontra Netanyahu: “Più garanzie per l’Unifil”

Tajani inoltre ha parlato alle autorità israeliane e palestinesi della necessità di far entrare più aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, ricevendo da entrambe le parti la promessa di agevolarne l'ingresso

Redazione
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Il vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani è andato ieri in missione in Israele e in Palestina, dove ha incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il Ministro degli Esteri israeliano Israel Katz e il Primo Ministro palestinese Mohammad Mustafa. L’obiettivo degli incontri è stato quello di ribadire le necessità di un cessate il fuoco, della liberazione degli ostaggi, di rendere accessibile la Striscia di Gaza per gli aiuti umanitari e infine di condannare l’attacco a Unifil.

Nello stesso momento anche Antony Blinken, il segretario di Stato americano, ha in programma un tour in Medioriente in questi giorni e ieri è arrivato in Israele. Oggi incontrerà Netanyahu e fino a venerdì sarà in visita nei Paesi arabi della regione per “discutere dell’importanza di porre fine al conflitto a Gaza, garantire il rilascio di tutti gli ostaggi e alleviare le sofferenze del popolo palestinese”.

Tajani in Medio Oriente

Il ministro degli Esteri è atterrato ieri mattina all’aeroporto di Tel Aviv e la sua missione è durata poche ore, dato che oggi è già tornato in Italia per partecipare al G7 dello Sviluppo a Pescara. Secondo quanto dichiarato da fonti della Farnesina, Netanyahu ha rassicurato Tajani sulle operazioni dell’esercito israeliano vicino le basi Unifil, nel Libano meridionale, e quindi sulla sicurezza dei militari Onu. “Ho ottenuto rassicurazioni sia da Naetanyahu che da Katz che Israele farà di tutto per garantire l’incolumità dei nostri militari impegnati nella missione Unifil”, ha spiegato il ministro in conferenza stampa. Il vicepremier ha comunque chiarito di aver condannato l’attacco all’Unifil dei giorni scorsi.

Tajani ha assicurato il sostegno italiano al diritto di Israele di difendersi e ribadito la necessità di evitare un’escalation regionale e di lavorare per un cessate il fuoco sia a Gaza che in Libano. Netanyahu gli ha confermato che la morte del capo Hamas Sinwar è un risultato importante per l’esercito israeliano, ma non ha chiaro ancora quando interrompere le operazioni militari.

Il vicepremier italiano ha esposto ai suoi interlocutori israeliani la soluzione che propone l’Italia per il Libano che comprende le necessità di “rafforzare l’esercito libanese, che viene già addestrato dal contingente italiano nel porto di Beirut, l’elezione del presidente della repubblica libanese e la creazione di un cuscinetto Unifil con più uomini e maggior potere e regole di ingaggio diverse tra la frontiera e il fiume, e più a nord truppe dell’esercito regolare libanese e più in là Hezbollah”.

Al suo omologo israeliano ha confermato il sostegno del governo italiano per il rilascio degli ostaggi israeliani ancora trattenuti da Hamas e contro ogni delegittimazione dello Stato di Israele, alle Nazioni Unite e all’Assemblea generale Onu. 

“La scomparsa di Sinwar rappresenta un possibile punto di svolta, dobbiamo rilanciare l’azione politica e diplomatica sostenuta dagli Stati Uniti e da tutti gli Stati arabi della regione” ha dichiarato il vicepremier, sottolineando la richiesta fatta al governo di Israele di accelerare e agevolare l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza“. Tajani ha ringraziato Israele per la collaborazione con l’iniziativa italiana ‘Food for Gaza’ insieme all’Autorità nazionale palestinese, “ma adesso cibo e medicine devono entrare più velocemente a Gaza”. Ha annunciato che giovedì partirà una nave da Genova con 15 camion di aiuti per Gaza proprio nell’ambito di questa iniziativa e le autorità israeliane e palestinesi hanno promesso di facilitarne la distribuzione.

Infine al premier palestinese Mustafa incontrato a Ramallah, Tajani ha ribadito che l’Italia continua a lavorare per una soluzione due Popoli e 2 Stati, e che bisogna rafforzare gli aiuti per la popolazione civile a Gaza e in Cisgiordania. Per il vicepremier a Gaza servirà inoltre la partecipazione di tutti per “un progetto” di ripristino di edilizia e infrastrutture.

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