Tajani al G7 si mostra deciso: “Sì al commissario per la difesa Ue e più chiarezza su morte Navalny”

Il ministro degli Esteri si è mostrato perentorio nelle sue accuse contro il Cremlino: "Il governo russo ha delle responsabilità nella morte di Navalny". Il sostegno italiano all'Ucraina rimane forte anche se Tajani ha specificato che "non siamo in guerra con la Russia"

Redazione
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Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha attirato su di sé una certa attenzione a seguito delle sue dichiarazioni a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Un vertice complesso in un periodo storico che presenta numerose difficoltà a livello geopolitico. Tanti i temi affrontati dalle personalità della politica mondiale presenti all’incontro, tra cui il segretario di Stato americano Anthony Blinken, il segretario di Stato per gli affari esteri inglese David Cameron, il ministro per gli Affari esteri tedesco Annalena Baerbock e il ministro degli Affari esteri francese Stéphane Séjourné.

Alexej Navalny
Alexei Navalny

Impossibile evitare lo spinoso tema della morte di Alexei Navalny, su cui i presenti hanno espresso profonda “indignazione” e chiesto che venisse fatta luce sulle reali circostanze del suo decesso. Durante la conferenza è stato infatti redatto un comunicato apposito riguardante la questione. Nel testo, però, non vi sono riferimenti a Vladimir Putin né accuse nei suoi confronti. L’Europa ha abbassato i toni per non attirare troppi problemi, anche se Tajani ha deciso di parlare più apertamente e dichiarare: “Il Cremlino ha delle responsabilità“.

Decisa anche la posizione di Antonio Tajani sulla proposta di Ursula Von Der Leyen di creare una posizione nella Commissione Ue dedicata alla difesa dell’Unione. Una proposta su cui Tajani si trova d’accordo e su cui ha dato il suo via libera.

Tajani e la dura posizione sulla morte di Navalny

Durante la conferenza sulla sicurezza di Monaco da un lato i ministri degli Esteri europei hanno firmato un comunicato quasi neutro riguardante la morte di Alexei Navalny, dall’altra Antonio Tajani ha deciso di prendere una posizione più netta: “Il governo russo deve porre fine all’inaccettabile persecuzione del dissenso politico nonché alla repressione sistematica della libertà di espressione e all’indebita limitazione dei diritti civili“. Ha parlato così il ministro degli Esteri italiano durante il suo turno come leader del G7, sottolineando poi che “l’Italia non è in guerra con la Russia“.

Non si tira indietro Tajani che anche su Rai3 porta avanti le sue teorie. “Si può non uccidere una persona direttamente ma farla morire. Di fatto è stato ucciso, il regime di Putin lo ha ucciso, direttamente o indirettamente“.

Il patto tra l’Italia e Kiev

Il sostegno dell’Italia all’Ucraina rimane stabile, anche grazie al patto bilaterale che Giorgia Meloni e Volodimyr Zelensky sono pronti a firmare. Un accordo che potrebbe vedere la luce già il prossimo 24 febbraio, durante la videoconferenza con i leader del G7 in occasione del secondo anniversario dallo scoppio del conflitto. L’Italia non è il primo Paese a volersi impegnare in un accordo simile. Sotto l’egida del G7 la Francia e la Germania hanno già firmato. Il prossimo potrebbe essere il nostro Paese.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Nel frattempo Tajani ha incontrato il suo omologo ucraino Dmitri Kuleba per discutere del prestito agevolato dell’Italia alla società idroelettrica ucraina Ukrhydroenergo. Un incontro importante che si inserisce, insieme al patto Roma-Kiev, nel contesto della situazione geopolitica nuova che le prossime elezioni presidenziali americane potrebbero portare con loro. La vittoria di Trump potrebbe infatti significare la fine del sostegno statunitense all’Ucraina e di conseguenza potrebbe svilupparsi una maggiore necessità da parte dell’Europa di intervenire a livello finanziario.

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