Tajani esorta il Pd: “Fitto va sostenuto dal sistema Italia”

La speranza di Tajani, quindi, è che il Pd di Elly Schlein si comporti come Forza Italia di Berlusconi, che votò a favore di Gentiloni nonostante il diverso partito politico

Redazione
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Il vicepremier forzista Antonio Tajani ha gioito delle decisioni prese dalla presidente Ursula Von der Leyen. La nuova commissione europea, presentata ufficialmente ieri, lo soddisfa, non solo perché la maggioranza degli eletti provengono dal Partito Popolare europeo, ma perché ritiene che le nomine rispecchino le reali necessità della comunità europea. “Mi pare che il programma di Von der Leyen, l’indicazione delle persone giuste per realizzarlo e dei portafogli a loro attribuiti, vadano nel senso di un pragmatismo e non di un fondamentalismo” ha infatti dichiarato il ministro, prima di confessare i suoi timori sul futuro.

Nonostante questa prima e provvisoria commissione rientri nelle grazie del forzista, questo teme che il voto degli eurodeputati possa in qualche modo rovinare il lavoro portato avanti da Von der Leyen. In particolare, i socialisti potrebbero dichiararsi contrari alla candidatura di Raffaele Fitto, in quanto esponente dei conservatori di Giorgia Meloni. La speranza di Tajani, quindi, è che il Pd di Elly Schlein si comporti come Forza Italia di Berlusconi, che votò a favore di Gentiloni “per segnalare che l’intero sistema italiano voleva sostenere il nostro commissario, al netto della sua casacca politica“.

Il ministro degli Esteri ha quindi ribadito che “l’interesse nazionale deve sempre prevalere sull’interesse di partito“, affinché l’Unione europea possa trarre vantaggio dalla presenza di un italiano in Commissione e allo stesso tempo possa farlo la nostra Nazione. “Fitto non partecipa alla Commissione Ue in quanto dirigente di FdI ma in quanto indicato dal governo italiano” ha ribadito Tajani, spiegando quindi che non vi sono dissidi o discussioni interne alla maggioranza sulla nomina dell’ex ministro degli Affari europei.

Tajani: “Per la prima volta c’è un commissario alla Difesa

La soddisfazione di Antonio Tajani riguarda anche le decisione della presidente della Commissione sui vari nuovi portafogli creati e distribuiti tra i 27 Paesi, nati appositamente per rispondere alle nuove necessità della Commissione che deve allinearsi con le richieste del presente e soprattutto rispondere ai bisogni di una società in continua crescita. Negli scorsi cinque anni, le evoluzioni sono state numerose e nei prossimi cinque si prospettano cambiamenti ancora più sconvolgenti.

In questo senso, la Commissione deve essere pronta e Tajani ritiene che il lavoro svolto da Von der Leyen sia più che adeguato. “Non aver concentrato tutta la materia del Green deal e del cambiamento climatico in un solo commissario dimostra grande equilibrio e fa ben sperare per le scelte future che giustamente dovranno tenere conto della questione sociale e del tema dell’economia reale” ha spiegato il ministro, esponendo uno dei tanti cambiamenti che, dal suo punto di vista, la presidente ha messo in campo saggiamente.

A questa si aggiunge poi la decisione di mettere in atto un giro di vite sull’immigrazione, come dimostra anche l’elezione di un commissario per il Mediterraneo, che “racconta di un interesse di questa commissione che non guarda per lo più al Nord Europa e che quindi non è sbilanciata“. Tajani ha poi sottolineato come in questa nuova commissione sia presente un commissario alla Difesa, che è sintomo della volontà di “andare avanti nel percorso di costruzione di una difesa comune europea“, e che dimostra che la commissione è “al passo con i tempi e con i nuovi pericoli geopolitici e militari“.

Tajani: “La nuova Commissione è espressione del voto dei cittadini

Antonio Tajani ha tentato di mettere a tacere le polemiche sulla creazione del nuovo collegio europeo. “Penso che la nuova Commissione sia espressione del voto dei cittadini” ha dichiarato il ministro sostenendo che i cittadino hanno deciso di dare la loro fiducia al Ppe, che è quindi il primo partito per numero nella Commissione. “Non va demonizzato questo aspetto” ha sostenuto il ministro, che ha poi aggiunto: “Non esistono maggioranze prefigurate in Europa. Si vota di volta in volta. E come s’è dimostrato da quando c’è l’Europa, le maggioranze in Commissione, in Consiglio e in Parlamento sono variabili“.

Tajani, quindi, ha ricordato di aver da sempre sostenuto la creazione di una “maggioranza flessibile“, costituita da popolari, socialisti, liberali, conservatori e “senza l’estrema destra e l’estrema sinistra“. Proprio in questo senso, secondo il vicepremier forzista, “Von der Leyen è stata bravissima e ha rispettato il risultato elettorale“.

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