Tajani rassicura sulla crisi dell’auto: “Troveremo un miliardo, ma Stellantis deve rimanere in Italia”

Il vicepremier ha poi ricordato l'importante posizione che l'Italia avrebbe iniziato a rivestire nell'Ue e ha rassicurato la popolazione sull'assenza di rischi migratori e terroristici derivanti dalla situazione in Siria

Redazione
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Credo che arriveremo a trovare circa 1 miliardo per sostenere l’industria dell’auto“, lo ha dichiarato il vicepremier forzista Antonio Tajani, ospite del programma Restart su Raitre, trattando del voto di maggioranza che ieri si è concentrato su alcuni punti della Legge di bilancio in discussione per il 2025. Il ministro degli Esteri ha ricordato la necessità di sostenere il settore dell’automotive, in forte difficoltà a causa dei costi dell’energia in aumento e in generale per il caro vita, su cui il governo continua quindi a lavorare.

Ieri abbiamo deciso una serie di iniziative per sostenere l’industria, sia la riduzione dell’Ires premiale, abbiamo dato un segnale con il cuneo fiscale, tagliato la web tax per le piccole imprese“, ha infatti dichiarato Tajani, per poi dedicare parte del suo intervento alla situazione Stellantis, sottolineando le difficoltà che l’allontanamento della holding causerebbe al nostro Paese. “È stato un grande amore quello dello stato italiano con la Fiat, in virtù di questa storia Stellantis non può lasciare l’Italia“, ha ricordato il ministro, per poi sostenere che il governo Meloni è pronto a chiedere an John Elkann di continuare ad investire in Italia, così da eliminare i problemi che potrebbero sorgere in questo settore.

Per quanto riguarda, poi, i contenuti della manovra, Tajani ha ribadito la volontà di Forza Italia di ottenere un taglio dell’Irpef, che secondo il ministro potrebbe essere ottenuto tramite l’utilizzo dei fondi ottenuti dal concordato fiscale, la cui seconda tranche si chiuderà il prossimo 12 dicembre. Sulla questione, però, Tajani rimane cauto, sottolineando che al momento è ancora necessario comprendere quale sarà il gettito effettivo dello strumento individuato dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.

Tajani: “L’Italia è tornata al centro della politica estera

Il vicepremier ha poi messo in luce l’importante ruolo politico che il nostro Paese è tornato a vestire all’interno dell’Unione europea, grazie alla stabilità rappresentata dal governo Meloni e alla possibile influenza che questo potrà esercitare sulle scelte della commissione Ue. Un aiuto sostanziale è stato garantito dalle crisi che si trovano ad affrontare sia la Francia che la Germania. “Dobbiamo augurarci che la situazione non peggiori“, ha sostenuto il ministro, evidenziando come a Parigi sia presente una crisi del debito e a Berlino una industriale, che però potrebbero risolversi tra qualche mese.

Ministro degli Esteri Antonio Tajani - Siria
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani

L’Italia, invece, si trova a vivere una situazione più stabile poiché “abbiamo un governo che andrà avanti fino a fine legislatura e stiamo acquistando credibilità internazionale“. In questo senso, infatti, il vicepremier ha sottolineato come tra due giorni l’Italia parteciperà ad un vertice a Berlino insieme ai cinque Paesi cardine dell’Ue – Germania, Francia, Spagna e Polonia – ed il Regno Unito, con l’obiettivo di dare un segnale di vicinanza alla Turchia.

Sui rapporti con gli Usa, invece, Tajani si dice soddisfatto di ciò che Giorgia Meloni starebbe costruendo con Donald Trump, poiché potremmo andare incontro ad una grande opportunità per il Paese. “Ci permetteranno di essere un po’ il ponte fra Washington e l’Unione europea“, ha infatti sostenuto Tajani, ricordando come ad oggi l’Italia sia “la quarta potenza commerciale mondiale“.

Tajani: “Non c’è rischio migranti o terrorismo dalla Siria

Il ministro degli Esteri non ha potuto evitare di affrontare la delicata questione siriana, con l’obiettivo di rassicurare i cittadini sulle conseguenze che la caduta del regime di Basher al-Assad potrebbe avere sull’Italia. “Il governo ha deciso ieri di sospendere le pratiche di asilo perché bisogna capire bene cosa succede“, ha spiegato Tajani, sostenendo che tale sospensione sia solo una scelta temporanea e che per il momento non vi è il pericolo di una immigrazione di massa, considerando che per ora non è presente una guerra civile nel Paese.

Inoltre, non vi sarebbero rischi di alcun tipo dal punto di vista terroristico, anche se l’attenzione resta comunque alta. Per quanto riguarda la situazione all’interno dei confini siriani, Tajani ha ribadito che per l’Italia è fondamentale che “non vengano toccate le minoranze, i cristiani e gli italiani“. Il ministro ha poi lanciato un messaggio di “moderazione“, auspicando che non venga imposto il velo alle donne e che sia garantita l’amnistia per i militari che hanno combattuto per il regime di Assad. Un ruolo fondamentale, poi, secondo Tajani, dovrà essere svolto dalla Turchia che in questa fase dovrà vestire i panni di “garante della stabilità“.

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