Sul Superbonus la maggioranza prova a ricompattarsi, Tajani: “Abbiamo ancora fiducia nel governo”

Tajani continua a ribadire la contrarietà dei forzisti ad una norma retroattiva ed ora la paura del governo è che Forza Italia faccia delle rivendicazioni in sede di Legge di Bilancio

Redazione
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La crisi della maggioranza sembrava essersi conclusa ieri con l’approvazione del decreto Superbonus, figlio della linea dura di Giorgetti che ha intenzione di dimostrare a Bruxelles che anche l’Italia sa essere rigorosa con i conti pubblici. L’ostruzionismo di Antonio Tajani e conseguentemente di Forza Italia hanno però creato qualche problemino in commissione Finanze al Senato.

I forzisti non si sono presentati e si sono astenuti sull’emendamento del governo che prevede la retroattività dello “spalma crediti” – la normativa che prevede che i crediti di imposta del Superbonus vengano dilazionati in dieci anni e non più in quattro – scatenando l’ira delle opposizioni e della maggioranza stessa. Nessuno avrebbe apprezzato la “mossa di principiodegli azzurri, mossi dalla volontà di dimostrare agli elettori che il partito crede nella protezione degli imprenditori e delle aziende.

Giancarlo Giorgetti
Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze

Come sempre la questione si è risolta con un nulla di fatto e un accordo che in qualche modo accontenta entrambe le parti. La Sugar tax è stata rinviata al primo luglio 2025, per la gioia dei forzisti, e il Superbonus ha mantenuto la retroattività, come auspicato da Giorgetti. Oggi, però, le tensioni non sembrano più tanto sopite, come dimostrano i nuovi commenti e la possibilità che Forza Italia ora forzi la mano in Legge di Bilancio.

Superbonus, le polemiche del presidente Garavaglia

Non è stato facile, il gruppo di Forza Italia non solo si è astenuto sull’emendamento governativo, ma ha anche votato con l’opposizione” tuona Massimo Garavaglia, leghista e presidente della Commissione Finanza, non ancora libero dal nuovo pregiudizio formatosi sugli azzurri. “Nonostante l’atteggiamento di Forza Italia – continua – l’emendamento è stato approvato e i lavori si sono chiusi in maniera ordinata“.

La maggioranza e la linea dura di Giorgetti hanno vinto, anche se tramite la piccola cessione sulla Sugar tax, e Garavaglia sfrutta l’occasione per criticare aspramente il comportamento del partito di Antonio Tajani: “Potevamo fare un altro giro di valzer sul Titanic per prendere qualche voto in più? Secondo noi no“.

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Massimo Garavaglia (Lega)

Garavaglia, poi, cerca anche di spiegare il piccolo tafferuglio nato intorno al blitz del centrodestra per aumentare il numero di senatori di maggioranza in commissione. “Margini così ristretti – ha spiegato – in commissioni che decidono per miliardi di euro non vanno bene, perché un solo voto fa crescere il potere di ricatto e quello delle lobby“. Insomma, il rischio che la maggioranza vada sotto, così è troppo alto. Anche in questo caso, a salvare l’emendamento, è stata Italia Viva, grazie al voto di Dafne Musolino. “Non siamo la stampella del governo – ha voluto però precisare Renzi – siamo la stampella degli imprenditori italiani“.

Tajani: “Per un emendamento non viene meno la fiducia nel governo

Antonio Tajani continua a portare avanti la sua teoria sul Superbonus, un decreto realizzato senza prendere in considerazione la sua volontà o quella del suo partito. Un passo falso che è costato a Giorgetti la Sugar tax, e che ha fatto tremare il governo durante la seduta in Commissione Finanze. Tajani, però, ha voluto specificare che “per un emendamento non viene assolutamente meno la fiducia nel governo“. Ciò che è accaduto, insomma, non è così grave come sembra.

Il pericolo ora riguarda la Legge di Bilancio. Si teme, infatti, che Forza Italia voglia fare delle rivendicazioni sia sul Superbonus che sulla tassa sullo zucchero proprio in questa sede. Il segretario azzurro, infatti, continua ad affermare: “Abbiamo ancora molte perplessità e siamo contro qualsiasi legge retroattiva“. Non è chiaro, ora, in che modo queste perplessità si realizzeranno sul piano pratico. Intanto, entro il 28 maggio il decreto dovrà essere votato anche alla Camera, dove si prevede un risultato positivo quasi assicurato.

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